Studi Sociali - X - n. 14 serie II - 29 luglio 1939

il bene come lo sono tutti i governanti. ;, · Si parla. speaso di ,rivoluzione, e -con quella pa– rola si crede <li aver risolte tutte le <li'fficoltà. Ma ch0 cosa dev'essere, c-he cosa pu6 e,3aere questa Tivo.lnz,ione che noi vag.heggiamo,? , Abbattere 'i poteri Costituiti e ,dichiarare decaduto i'l'.diritto di proprieta. ·Sta be1ie: queèto ):>u6 farlo un partito .. : e•d ancora, bi:mgna che' questo partito, -oJtr.e che sulle pro·prie forze conti sopra la tSimpatia <lelle maase e sopra una -:3uf.ficEmtepreparruzidne del– l'opinione pubblica. Ma dopo? La 1 vita -social!:l' non ammette i·nterru– .zioni. Durante la •rivoluzione, o insurrezione che :si voglia dire, ·e subito dopo, ·bisogna mangiare, ve– stirsi, viaggiar.e, atampo.re, curare i malati, ecc. ecc., e qu€'3te coae non si ,fanno da loro. Oggi le fanno fare il governo ed i capi•L:1,,listi .per cavarne profitto; cacciati via il governo ed i capitali~ti bisogna, che ,gli ope,rai le facciano da. loro a l}rofitto di tutti, o .altrimenti verran fuori, •con un nome o ,con un al– tro, nuovi govl:!rni e nuovi capitalisti. E come pOtreibbero glj opera~ provvedere ai bi– .sogni· ur,genti ·se non fossero già abituati a riunirsi e trattare insieme gl'interesai comuni e non ste-s– .Gero in un certo modo gi;i pronti .ad accettare l'e– •rOOHade113. vecchia BocietA? L'indomani del giorno in cui in una citta i ne– gozianti di grano ed i padroni panetti-eri h-an per– d.uto i 1-ero diritti di proprietà e quindi l'interes·se a provvedere il mercato, ,biimgna ,che si trovi nei · 1nagazzini il pane necessario per la pubblica ali– men,tazione. Chi vi penseré. 13e i lavoratori fornai non sono gi.i as.:rnciati e pronti a far senza i pa– ,<Ironi, e se, in atte-sa app·unto della rivoluzione, non han pensato prima a calcolare i biaogni della citt{t ·ed i me,zzi per provvedervi? Non inte11di,amo con questo di dire che per fare la rivoluzione biso-g,na aspettare che tutti gli operai 5ieno organizzati. Questo S•3.rebbe imp:oasibile viste le condizioni del proletariato; e fortnna•mente non é nece·ssarìo. Ma ·bisogna almeno che vi sieno i nu– clei intorno a cui poe0ano' rapidame,nte ra-ggi·u1}parsi la masse., non appena saran Ubere de.I -peeo che le -opprime. Ché, se é u11'utopia il voler fare la rivo– luzione .qua11do si sarà tu.Ui pronti e tutti <l'ac– coNio, é un'uto.pia pili •grande ancora il voler,la fare eon niente e con nes~uno. V'é un~ misura in tutto. lnt,.:u1to lavoriamo perché cr,ro·cano (Juanto pii'i é possibile le forze coacienti ed organizzate del rpro- -1etariato. 11 ree•to verrà da eé. ERRl·CO MALATESTA. (Dal giornale "L'Agitazione" <l'Ancona del 18 giu– __ gno 1897-.) Qu_est'articol<;> é il te~zo d'una serie sull'organizzazione. .!, prin:i du~ s,1,sono rtpubblicat'i nei numeri 39 e 40 di Studt Sociali . Solo ora, classificando i vecchi ritagli C:i _a~corgia.11:10 che la serie era inco,mple-ta. Certament~ Lu1g1 Fab~:1 pens~va_ di pubblicare quest'articolo in quel n. 41 la cui comip1laz1one fu troncata dalla sua morte. ALDO AGUZZI La liata d·ei 1com·pagni che ci abbandonano, :vinti, ·non da:lla naturale f,.:ttalita iner•ente a<l ogni Vita, ma dal carattem :s·empre più crudele_ del'la lotta, s'al– lunga, G'aUu,nga tanto ·c'he 01~mai non ei fa più a ' tem.po a registrarla. In tempo di guerra o di .peate non Gi scrivono necr•ologie. Ma non po:2aiamo. la~ .s-ciar pas13are co.sf, t3enza parlarné daHe -colonne di "Studi ·Sociali", la mori,> d'Aldo Aguzzi, che é stato •collahora'.tor.e di ,que·sta riviGta •e che ·costituiva at– ·tua·lmente una delle pereonalita ..più interesaanti del nci1tro movimento italiano. La vita non era stata buona con lui. Di cor.po ·d·ebole 121 di vivaciet3imo ingegno, aveva notevoli di– spei3izLoni artistiche e letterarie ,che non poM mai coltivare. Dovett-e interrompere gli stu<li quando •era gia troppo tardi pe1:ché 11011 gli,3-ne r'unanes 6 e la ·•Jetc,, ·quando era ancora troppo presto per m,ettere a pro.fitto H giA ·-fatto in un'elaborazion·e -proprkt. Gliene riniat3e un'amarezza latente che metteva nel ·~·u,o c·arattere ,riGervato una nota 1 3trana di cui -dif– ··filmente chi 1' avvicini3.va scop,riva la causa. Di:7·enne ~narchico da giovan,etto in Italia, dopo ~ver a1>p.arte:n.u~o a un• circol,o .giovanile eocia-liata. [1j .una J~?Hera a Luigi Fabbri ,(1che •que13t'ultimo riprod 1 u.s.3e nell'l "Vi,da de Malatesta" :P. 47,, 48, 49 ·d•elh ·r,.rirua edizì, q.ne) , egli raccÒntava la profonda in~prEr:,1i•oneche ri.cevette da una con.ferenza <li Ma– ·1.ate.Gta a Voghera,. sua citta natale. · ·.·:Iii Al:g~ntina. faceva l'imbianohino per vivere, ma -.;,tntto,,il Gno i1sn11lo'. li'bèro e a v-Olte ijnche gran P,11t·e ·'tdèr Lemn;? 1 '.'.~ 1 h'e :.gF ivr~bbe ri;hiesto il lavoro, Jo STUD1l SOCIALI · d.eGicava alla: ~ropaganda, tanto. d .. a. eBs·ere quasi CO· stante·1nente peuseguitato e in mis1a,ria. Pi.ii volte 0' tfr.se rischio d~eéi3ére deportato in Italia. tMalgrado ci6 riui3ci 1 a 'far ùsci-re succeasiva.men1:.e vari perio– dici italia1li di Propagànùa. ., 1La -dittatura ò.',lJriburu in Argentina t3pinae lui CO· nie molt'altri.: a cerca'l'e un ri•filrgio a .Montevi,deo, dove t1Ja,St!o1:seun· periodo penoso e di·fficile. Tor• 11;;to a ~~uelÌ.oa .Aire:3, doV·eva: vivere c-Ontinua~ente' naGco.sbo. :Fece Cù ·nuovo llll · gior.nale di propaganda cll'·ebbe vita bre•ve. ·Poi venne il richiamo della Spa– g)ia. Ar·riv6 .a Bai~'cello'na nel period·o della rèazione r.talinista, appen,3. in 'tempo p0-r ra·ccogUere) nella re·d~zione di· "Guerra di iCla:aB·e", la penna -caduta dalle mani di ·nerne·ri. D'a'ccordo C-On.•quest'ultimo in linea téorica, ·e1:a più incline a giustificare -t!tl– nlenO. in qµei. primi te2npi_:_ ,certe concetSaioni dei c01npag~1i spag.no- li :(non tutte) con le. supreme ne– cec,3ità della lotta. Da "Gu.erra <li Olas.se", mettendo a profitto la s•ua otti1~1a conoscenza <l-ello :scpagnolo (in 1 que.st3. lingua, c-0nre jn ita 1 1ian~, -era anche un b~on .oratore), -pass6 a redigere la pa-gina di politica eat·era di. "Solidari• dacl .QJJne.ra".. Gli •3:rticoli di fO.ndo, non firmati, eh'e– gÌi ,3criv,eva in .queata pagina, erano -cosi interesGan- 5 ti .da .'e,sGere ·?Pe~.so ·citati anche fuori d·el nostro campo ('ricor-d0 ·d'averli, visti elogiati »!31 "Nuovo, Avanti"):. _: QllandÒ, ù,opo ·av·er iavor, 3.to -·in- defre:s.sam· ente per p:art:i• cchi-0te.in.pi, · g'u ~~r'.y·e·'cll·e la sua opera _dive– ni1~.se inutile.·, .Ja,sci6, la ·.Sn_agva. A fyia·rsigÙa ,Gérisse un iibro aul'l'azio'ne degJ.i ,a:nai~chici itali,ani 11e1 con~ fl)tl•o .spagnolo, libro ahc61-a inedito, ma che ·13peria• m() .di veder •pre.sto pubblicato. ,!Di lì· torn6 .clande– stina-mente in• Argentina. Ma la moHa deHa sua vit,3. s'era G'I)~zZata. La B•confitta e, piU, .le ca'llse della sconfi'ttti apparivano .::ti t3t10i occhi .sotto il loro veii·o ~.sp:etto ,(li catat3trof.e. Aveva biaogno d'un rifugio, d 1 un'0aGi di ca1ma ·,per ricostruir-e se .etesSo :dopo la Gòossa tre1nenda; non Io trov6. E, coi1 .fre<l·da decisi-one, appartatooi in un bagno, .lrangugi6 una forte doae di cianuro. 1 LaBcia i 1311,oi .sicritti, 1qualche disegno, qualcl113• quadro (finito .a volte rubando alla cucina le ul– t.ime gocce d',ç,liO) e il rhnpianto -"-di qu,3,:nti lo co· nobbero .non supe,r.ficialinente o l'i!l,dovinarono- 1_1er quel che avrebbe :potuto ie13,sere,e non fu. Nel· prossimo numero sp.eriamo idi .poter occu– parci di lui phi a lungo e più deg11a1nem::e. LA .REDAZIONE . Trale Riviste e I Giornali L'A·GONIA •D·ELLA SiPAGNA ,La S.pagna ha -e<lavrà ancora il primo poGto nelle pubblioazioni n-0Gtre di tutté le lingue. Anch•e S·Con– fitta, Spagna sig.nifica rivoluzione; e l'eBI?erienza spagnola é 11n libro. che biso.gnera sempr·e nba,gg-ere e da cui ,ci Gara aem,pre molto da imparare. 'Gli ulUmi mesi tr.aecor,si hanno gettata una certa luce sullo sci,o,glilnento, ch,e app,,1.riva cosi oGcuro, del dramma spagn01lo -ed anch·e GU avvenimenti an– teriori che nel noGtro campo erano imperfettamente conos,ciuti e fuori d·el nostro ,ca1npo completamente ignorati. . _ Tutti Gono d'-acoordo ue•l ritenere che la gu.erra s1 perse con ,Ja caduta delkt Catalogna. Bi!30gna •quindi rimontare al g•e-n:naio ,1939 per far la storia del crol· lo. 1 principali -d·ocumenti p-er ricostruire questo periodo (almeno di ,qu·elli giunti niane mie mani) 11,ono: un artieo:l,o cli Ivan "Antecedenti d-ella caduta di Barce1lona" (Libertaire, Parigi, :nu,meri del 30 marzo e del 6 aprili3' 1939), una "Relazione politico– militar,e· di delegati della F.A.'C.A., C.N.T., F.A. I.'' in Accién libertaria ·(•Buenos Aires, marzo 1939), una rn!azione ,dell' A. I. T. nel n. 4 (aprile 1939) del ;:;uo ·servicio de Prensa (Stocco:lma), "La verita. ,3ul-' la gu•en·oi e la riVoluzione in Spagna" (a poligrafo eome i,l pre,c-ede.nte ma pubblicato poi in opuG-:::olo in Inghilterra), dichiarazione del •Co.mitato "Na_zionale del Movimento Libertario C.N.T. • F.A.l. 1 Gh avve– nimenti d'ella Spagna centrale racc?,ntati da un te– :3timone" pubblicato in 11 Revolt" di Londr,a ·e tra– dotto neH'"Espagne nouvelle" (Ni'mes) del Hi apri– ·Ie, "Com·e la f~otta repubblicana fu tradita" pure pubblicato in "Revolt" e tradotto ~n "Espagne nou– velle" ,(maggio.- ,giugno 1939), una Beri1a di articoli di Garcfa Pradas, "Come termin6 kt guerra spa– g.nola", in Cultura Proletaria di New York (noi li eonosciamo nella traduzione dell'Intesa Libertaria di New York, p1~r·ché "Cultura Proletaria" non ci manda il •c'3.'mbio) e infine una lettera di Luis Ara– quist.ain al preGidente delle ex -·Cortes repubblicane (e<l. F.A.C.A. La P•lata) ·e ,quattro artico-li dello ateG· e.-oautore pubbJi.cati uei numeri <lel J;2, 1,5.,16. 17 lu– glio d·ella Prensa, ·il più importante quotidiano di Buenos Air.et3. Ria13sumo brevemente Ivan e la ria.foi,zionedell' A.I. T .. ind-icando tra parentesi le altre fonti. Ancor prima d·ell'off.e1113iva in Catalogna. s'andava aggravando 1~apid,.1.mente il- di.sordine ·,2!•conomico · e il caos finanziario·., Una n1emoria che il movirpento libertario diresse a Negrin, criticando la direzione della guerra -mie-moria approvata con entut3i•3.Gmo rla molti capi militari--'- non ebbe mai 'una riepoBta. Gli alti comandi erano incompetenti e s'abbandona– vano al fataUsmo, ritrovando la loro ei:1:rgia solo p-er imporsi alle truppe con il terror,e. I 13oldati e– rano demoralizzati le fortific,izioni in.sufficenti. Le masse avevano pefduto il loro entuGiaamo a causa de!la politica reazionaria del gov,erno. I primi di. gennaio Ne,grin C·OJ1NO.C6 i partiti ,e le organizzazio– ni. Fece ,1.i de!egati un'e,3ncGizione 1:;uperficiale d-e– gli ultimi avvenimenti militari; parl6 cfoll'immineu– te offenGiva di Fra.neo e d-eHa perdita eventuale di , -qualche teFritorio; conclus·e dicendo che .il me,mic-0 ~:are·bbe stato contenuto dalla reai13tenza morale del– la Spagna repubblican,.1.. Di ,queato facile"ottimi.smo non partecipavano gli uomini d·el movimento liber– tario ·C'he Gapevarno ch•e l'€13ercito aveva perduto da 6·0 a 70.·000 uomini nell'operazione dell'Ebro. che aveva anche ù3aurito tuth3- le riserve di munizioni. L',Jvi.azione e l'artigfferia erano nettamente insuffi– cen.Li (l'artiglieria proveniente dalla Rui2sia diven– tava inutile d,opo breve Ut30). C'erano delle divisioni, c,ame la 24.n, •che, con la meta d~ll-.a-loro truppe di– sarmate, •Coprivano pili di 150 km. di linea. I rap– prE•3entanti idel'a F.A.I. G i separarono d,.1 Negrin molto freddamente; 1) u.re torna,rono a proporgli nnanto gli avevano. offerto inutilmente anche qual– che t13-mpoprima,.d,i .far cioé_ pen:et1·,11'e.-aua'·che, mi·· gliaio di co1Ì1pagni dii'7tro le linee franchiste per comb<1ttervi la guerra di sa];lottaggio e guerriglia. Rojo appoggi6 la proposta, ma Negrin la reGpinGc dic-endo che il go,verno gia. co.nduce,va un'azione di quel g1~uer-e, il che era coinpletamente falso. L'eG·ercito era minato dalle ambizioni dei partiti e speciallnente del partito comunista. I -c,3,pimiglio– ri -erano 13tati deGtituiti" 13-, nel miglior·e dei caai, se ne dovevano stare inattivi a Barcellona {13i ve<la, nel numero citato di Accién Libertaria, il raccoll.to deEa deGtiatuzione di Vivan,c,oG e •di ,Mora, e una di– chiarazi•O•ne de'l generai Sar.avia relativa a qne,st'ul· timo che é un vero e proprio documento d'impo- 1!:rnzcl. di fronte al. ten-ore comuniGta), mentre ele– m,enti incapaci o 13,ospetti, come quel co.lon'nello Ca– m.a·cho che pa.se6 111 nemico su un aeroplano della re,pubb.lica, avevano i.n_mano tutte le leve di coman• do. S.ol, d.ati .ed ,uifficia1i gener.almente, libe·rtari e– rano as ,sa~i3inati al fronte d.a ie.liementi del P. 1c. Un Ct3empio: otto militi della <Hvisione 26.n (•1ntica colonna Durruti), arre,3t,3.1ti per futili motivi -ed. z,3- solti 1dai giu,dici militari, G1cortati da so~idati de 1 i colonne'llo Ga]àn, ufficialmente incaricati di condur· li . a ripre-nd,ere il loro p-ct3to di lotta, vennero da qne:3ti ultimi fatti ,1cender,e d<;tl camion in un luo:;o d·eserto e furono fucilati in mucchio. Un lu•ogoti:~– nente che era con loro so1wavvi1?t3uto per mirac·olo, poté raccontare Ja pauroBa avv.entura. QueSto ed altri fatti furono esposti alle riunioni del Fronti3' Popolare dai rappre,:;.entanti d·el movimento libert-3,. rio, çhe propose•ro allo stesso tempo varie mit3Ur!) p?r rende·re più efficace la re,3iatenza all'offensiva imminente. Inutile; i delegati delle altre tPnrlenze, ripc13ando :3ulle dichiarazioni facilone di Negrin, ap· poggiav,.1no ciecamente il governo. Solo i libertari ed il gru·ppo poliUco - militare che faceva capo alla rivi-sta: "Espafia en armat3", manif.eatavano la loro opp-0-sizion-e. Da qualche tempo il P. c'omuni13ta 4.veva iniziata una campagna perico!oBi.Esima: "Unione di tutti gli spagnoli contro· l'invasione fascista". La corn~-egna •Jra "La ·Spagna agli 13P•1gno1i,a tutti gli i3pagnoli". .J. Her.nàndez ·Commi,saario Generale a.egli eser,:::iti · de,lla zona celltro • -sud, riuni i commise.ari ed ordin6 loro di moderare la propaganda da trincea a. trin– o~a, p•~rlan<lo <!ella fraternità, non solo dei soldati, 1ria anche dei capi dell'uno e dell'altro campo. Nel· la riviGta " 1 Comi,3aria'', soggetta al suo controHo, si pubbli~6 uri di-segno ·in •cui dite capi, l'uno fasci,3ta e l'altro repuhQlicano, nello stringerai la mano, ,3troz– z,J..vano fra d i {1JH}U n invasore straniero. (G. Pra– da). Questa propa.ga, nda sconcertante contribuiva a demoralizza.r!l la retrOguardia. Ma. ancor pili in.fluiva in •questo BeI!,30 l'incredibile negligenza del governo nelle coGe più urgenti . Otto m e!3i prima dell'offen• .aiva di C.atalogna, un grup.po di militari di· carri1:ra (fra cui Pére,z Farraz e Asencio) aveva elaborato un piano di fortificazioni per Ja dife13a di Barcei· lona, a 50 ,km. dalla citta. La mano d'oper,a l'offriva volontaria1nente il popolo'. Il governo doveva fornir!) · 11010 i ma ha-rial i. La. Generalita approvava il proget– to.' Ma questo fu vetato dai rus,si ed il governo cen– tr-:i le non n·e fe.. :::e nulla. Un me1norandum fu inviato a Azafia ,chi-ed-endo che si modifica13se ,queato ,stato di coae. Si parl6 an– che per.sonahnente con il Prei1idente della Repub– hlica. Qu€13ti riconobbe la verità di quanto gli Gi din~·va, ma aff-erm6 che costituziona'lm·ente non po– te-va intervenire, perché il iHrlainento appoggiava Ne.2Tin.. Quando ,il governo ebbe con-oacenza d·eHe 1·eclamazioni dia-I moVimè'.nto liOerfario, preae varie mitSure, tra le altre la nomina 1ct'A3encio, il cui prestigi-o cre Gcev a 11empre più, a "attaché" militare. di?'lllnmbaGci, 3.ta spagnola a WaGhington. · Un'a1trn, ·misura •;:;,::.snrdafu il richiamo di a'1tre dne c:ar:oi, quando una gran partB• di qu,elle gii mohi:.itate ,e i,:,truite 11011 erano an•::!-oraGlia.te armate e in,corporate all'•e,:;ercito, ,quando ,si aveva110 gi:i 60. 0·00 uomini nell'aviazione p1-a-rdie·ci aeroplani di h:rn1bardamento e 5-0 o· 6·0 caccia, ,quando il nunrnro •::'r~•i 01rabini·eri sonp,a;-:,~ava i l·OO.00·0 e le f,qrze di uo•Jizia au,.nentavan.•o smi11uratamente. Nell'atmosfe-– ;.a di malcontEnto provo·::!ata da {JU·€t3t'ultima mbura ,Ji mobi:ita_ziòne, cominci6 l'offen13iva franchista. I

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