Studi Sociali - X - n. 14 serie II - 29 luglio 1939

4 iì-dni che eelltono <iualche· aspiraziOne aÙperiore,• da t1itti coloro· -ahe amano la vita -e la libertà, da tutti ,coloro che aoguano un'etica fmperiore come legge di. ·i3Ulll'ei;na armonia fra gli uo1Ìl.ini, da tutti coloro c_he -<;e•nza !armarsi all'orpello delle apparenze, del– le fal1.:1a-iunov-3:zioni, d·elle mode letterarie, degli in• ganil-evoli miraggi d'una 13cienza .bastarda che •C□m• 1>1ica il senso e l'esprer~Gione •delle cose e i fqn,d·a• mentali J)ro·b~·emi deJl'u-omo 1e, 1 ,,della iSocietà-:- sanno tl•,ovar,e 'Una retta ori-éntazione per il ··pr,o,prio 13pirito nella. r,e,1le, -aemplice; m:ofonda .sapienza che nasce d.aJ · t::,~nt'im·enti pili alti e si traduce in ·un'opera chiara, t3□Ji.cta· limpida, ,come •quella dell'uomo il cui 1 ·icordo oggi 'ci entuGiaama 0 ci emoziona. ·E' facile parlare d'ideali e propugnare la libertà com1a- aspirazione. individuale e coli.ettiva; ed é an– che facile essere iscritto a qualsiasi scuola, ten– ·denza, selta o partito che aventoli com-e una ban– diera i.e formule e i ·principi più avanz•::tti .ecJ. audaci. Quel ch'é •(lifll-cilc, q'llel ch'é privilegio di pochi, é .condurre una vita parallela alle id-ee pill generose ·e più gluiite; é conformare la condotta individuale ·-ne·na frammentarieta d·egli atti importanti e mi– nimi delk1. no!3tra vita- a una linea c'l1e si trovi in 11erf.etta armonia con l'ideale. -Et::aere libertario in tepria -ed autoritario in pratica •é cosa disgrazia– taii:t,mte tro1ipo frequente. ,comJ.deransi araldi della verita e ·vivere nè[o, menzogna_ id-elle menzogne é cosa banale- e comune. Tener catte-dr::i. di moralia- ,e nascond-ere, fom-entare. tollerare le pili .a-Bsurde de– formaz ioni ed i vizi -phi ripud·iabili, é ,ci6 che f.3.nno qua.si tutti gli uomini, i sapienti e gli• ignoranti, i ric chi e i Poveri, 1181-iGando,<1uando ne h,an ,CO· scienza., che l'altrui .giudizio non potrà eGsere molto ,:rnvero. Vivere Jibi~ro anche nella schiavitll., crearsi un ·abito, aaper emanciparai -dal1e aecluzioni dell'andaz· zo quotidiano, ,della tolleranz•~, della complicità con molte o oon tutte Ie aberrazioni ·sociali, qui 13ta il merito.- Arrivare a ~entirsi ad un tempo uguali e superiori agli altri uomini, allontanandoGi dalie va• nità e d-:1.llefacili con{luiGte ch·e ubbidit3•Cono ad un jn tereeae materiale liberan-d-0si dall'oculto -egoismo che · ci Ii3ga ad, unà condizi-one inferiore, -<ruista il difficile; -e ci arriva Gola chi mantiene un sev-ero contr,oll-o Gui propri hnnulsi, sulla nropria. tSalute morale .. Fabbri c''.era riuGcito. Per ,questo era per noi. o!lre che un compo.gno, 'anchie- ui1 ec3G-ereecce• zionaI2. ·Per6 non é lutto qui. Una: biografia di Fabbri non sar€:bùe fedele né veridica se dimentica,3ae uno dei tre .aapetti .i::<.::'3enziali della Gua pers6nalité.: fu intelletl•uale, propagandista, uomo. Vale >1 dir.e nn t;avio, mi maestro, un fratello. ,L'opera m1a é i3tru– ment.o di ~.avaro ed é luce 13Ulla atrada 5coscesa del• J,3 lotte sociali. Pochi com-e lui han mantenuto incolume l'3. serena maNtft del pen,3iero e la radiosa clÌiarezza delle idee -di fronte .al)13'brusche c,3cillazioni della -c-0,3cien• za. univer.sal-e. Anarchico fin dal1a ,3ua gioventll, Gi mantenne fedele ,3.gJi insegnamenti <lei migliori e– r·;po~itori e cn?atori del .pem3iero libertario, tra i rjuali conqui.st6 un pesto J}ri vilegia to per la forza, :•orlg·inalita. e l'nmste rita deH a t.ma mente•. FonnatoGi , 'lell.a vecchia ,st:uola libera.le H alk:rna, che ebbe una ttoria cnsi hl·illante nel secolo pa~.sat.o, entr6 pr-esto nelle file libertarie, completando la ,3ua ·peraonalitA , 1101 fortunato e fraterno ·ambiente di Mak1.te,3ta, Go– d, Galleani, Moiinari ed altri l13oriCi che gli· furono c;ìmullaneamente ma-estri 1 e 'dil3cepoli. Ne'.Ie idee era lontano ben lontano dall'aseoluti– r;mo ca v-ernicola che moli13-volte corrode -come leb• br,:i il vita!,e si.gnificato dei principi pili ,seri e pili puri. <la ,quell'a,3so1utism-0 che converte 1-eGcuoie fi• lcG-ofiche in i3ette e f,!~l' -di,3grazia é perfino capace di Gu.scitare --con tragico paradoeso- un dittatore in un libertario. Severo nell'oneata interpretazione d·ei fatti, era r,":'mico ,dichiarato di ogni devi,;1zi-one e cli ogni con· f;3inne che ··pOte:Sse im pLccoli re o G naturare· l'ihte· gdt.à della dottrina. Né'f 1con! ònde.va le appar-enze con le• necessita rea,li dr?l 1 lo ,3viluppo ,3ociale. -nel loro ,doppio aGpetto d.i r,tnomeni ,d,eterminati e. fat– tori d-eterminanti-, né é:ra estraneo alle esigenze <i'ogni or,:i e d'ogni avv-~nimento .... imp.ortante. Com· prendeva la vita' e corm~l·end~va' gli uomini Aveva 13off1;rto molto e seppe eGaer-e indulgente e fraterno ·come pochi. C:om, propa·gandista sr pu6 dire che fu ,3uperiore .ad o.gni pi-li alto •elogio. La sua viti fu un · autehtiCo e- ·u·rhario apoSt:olato.· Sono ·1nn-um1:frevoli le ,.ihiziaÙve che gérmog'lia:r-0110·g1. 1 a' Zie' alla i3Ua tenacia •-e. a_r 6UÒ ·ta1~1 1 1itf ·com·e uonio' • 3.rt :i'ya al punto cuI• ' miil.ante 'dEtil:a 1 ··~Uà ai1tg -01a' fe·ed·· inconfondibile per· G-OrialitA. · sr lfr·a·... rèaltz'Z' ii.ta · in lui· la •sinteai quasi · perletla ùéi. ,aù])r'emì ··valori umani con la ·fMione de:Ia ,3u,i''bonta; d·e1 · ,3uo sap,ere, della t3fll.a di1?11iti s-Einzà.macchia. Era -l'€1!sere ·liberato ch•a-Bi agita e lotta per la liberazione dei fratelli.' Tale -era, ami-ci e cmnp.agni, Genza iperboli3', l'uo• mo eh-e ricordiamo, il m,1,estro di cui a;1cora abbia– mo biGogn,o, il compagno la cui per·dita ci lui addo– lorati in mod-o profoùdo e since,ro. PAROLE DI VICENTE BASSO MAGLIO La ,3era ùel 24 giugno lo Gcrittore. e p oeta uru– guay,o Vice-nte Bar:Go Maglio pronuncii3.va al mtcro• f.ono de,lla radio "El Esr.ncta 1dor." le parole, di cui– diamo q:ui 1:mtto Ia tr-a,juzi,one. Domani. a!le 10 e mezza i3i rendera omaggio, nel cimitero del Bue.e-o, ara memoria di Luir;:i Fa•bbri. Non l'a-nnunciam•o· oer gli amici, i:,;w auegli amici uniti a lui <laWa111icizia migliore e l)iù pura, che z'idenllfica e-on la totaìe solidarietà umana; ché essi _già·coi1cr3•C•ono la :.strada 1uminc:3a. ·nercori3·a da que– .sto creat,ore di vit 1 3. ii,o ,diciamo, l'a·nnunciamo, pe,r STUDJ' SOCIALI ·qmagli altri che, vllr non ers'tSendo ..stati suoi amic1, p,>2aono, · neH'intimita di tutti i gimni, ,s~tirai u– niti a,d, u,na vita m01:ale come quella di. Luigi Fab– bri che, d! fronte ·a tante .parole· d'ordine contro· 18. 1iberta, che oggi vogiliono imporsi versando quel ,:;angue umano che b,1s'terebbe da so1o à,d essere la nuova aurora del -mondo, eep·pe Bopravvivere alla sua fede tragica,. quella fede che si abbraccia con 1·,an~gria d'1.;1,."Ver 1 t,rovato l'unica sii'curezza veramente 11mana. . ·Luigi Fa,bllri, inca,mazione d 1 ella pur-ezza dellluo– mo (giacché e~sern libero ·significa essene qua.t coaa •di piU. di u_na carne che si perd-e nella notte in.fi. nita d·elle idee che arma i popoli p,e,r combatt<>re una .battaglia -per-duta 'Contro la vita ed é un in-fi– nito sonno mortale delh ,storia), U:.,nigi Fabbri é profondamente vivo nella noGtra coGicienza di lotta– tori •che s-olo c-Onfi,da1~0nella Gtruùura univemale che edifichi la Creazione eterna d·ella terra come un mondo pe1·ma:i1ente di ·essei-i nuovi, eem1>Uci, fre• Bchi ,che sappiano rfu:pond-er·e -cias·cuuo per sé– de-1 -tesoro ina,pprezzabi·l1?, del tesoro che, non a– Vendo ,prezzo, non Gi ,compra né 13-i vende e ci fa uguali di quell'uguaglianza morale GoonoGciuta an– cora alla maggior parte degli abitanti della terra. Luigi Fabbri, che, .fi11 dal tempo deJ.1.aBua 0,1,dente gioventu, lott6 nella sua patria per il bene di tutte ie patrie, per l'umanita futura, nel ten•,eno luminocrn della vita e r.,a:,la forgia apir!tuale della cattedra, fu .s,pinto verao -l'esilio per non av-er voluto vro• nuuciar·e in noine del duce quel -giuramento che gl'hnponevan·o, come ,:e quel nome fo-EG-e lo scon• giuro della verità, -la -formula d·ella giustizia, la Bua adesione come mae:3tro al carattere im-perialiata del- . l'epo,ca nostra. Questo g12sto basterebbe a definire Lui_gi Fabbri, se gia non si ,sa-pes:3e ch'egli aYeva .superato le dottrine d'un faL3o ri·formia·mo, a -cui si da tanto valorn nella filoso.fia po·litica perché é uno degli Mai intorno· a oui gira k:i vita dell'Europa, ma chte si basa 13,u un'€:3perienza parziale che, attra– verso le di-fferenti interpretazioni del ·materialismo ,storko, non tien conto del concetto mora-le del mon• d•o,.del concetto mora:t3' dell'uomo, che 13 l'afferma– zione viva del113.coscienza ed é quindi l'ordine vero delle ·cose. Lu·igi Fabbri é .stato, anzi é, 11,.1n 1na·eist-r-o di questa Gcuola di creazione propria ie- di volontà; e ai Ga gift che :3UCrHi·ci-o 013·til'arrivare fino a qu-esta sco• nosciuta prnf.ondita de-i. nostri cuori, tutto li dolore che Bignifica l' esaer-e m aestro <lella veritli ,che Gola alcuni v1adono, par-la.no e palpano, e votarai a lei interamente, pe r tutti , Genza nee-Guna s-peranza, ln un destino ,qua13i-Et3traneo alla· terra quasi perduta., in un coraggi,oso apor3tolato d'amore, di quell'amor·e p3r cui valia·m-0 -e per cui -:t.b-biam tutti lo st~Go valor-e. Luigi Fabbr( a-lfronW neHa Gua totalità la lotta contro il male, per-correndo una Btrada in cui le ·battaglie non Gi -vin.e-anocoGi facilmente da perderle poi H giorn-o clo,po, 'l)ercorrendo una Gtr,1da che Gi Gta -a-}}l!~-ndo davanti agli :3l)iriti come un gran oe– gre-to, una strada che r1i aprirà sempre più, una Gtra– da di-fticile che cond-urra gli t o•mini alla -più pura vitt-oria uman13., Per noi la Gantita di Luigi Fabbri, kt eanUtA H– beTa -e a·ppaaGi•onata di Luigi Fabbri é ·indiG•::mtibile .e, piti ancora ci illumina profondamente la cot3cienza G-3.Cra d-el i.w'atro 12GGere,la aa-ntitA di Luigi Fabbri ci paré tanto indiscutibile c01ne t3·e fosse la provi deUa resurr-ezione .del -Cristo, cioé la reGurrezione .del.J'uomo, li, ootto quella terra che domani ci vedrà riuniti a tri-bntaTg!i il -noi3tro omaggio. Non ·ci diri– giamo i3. •coloro che furono a·mici del maestro du· rante la aua ·e'3ic3tenza coaf puramente immortale (com'é, l'esi-s.tenza di coloro che ,amano la vita e a!) la creano con tanta fede in Ge Gtessi d.a farne una cr-ei1.zione ,quaai mira=coloaamente identificat,a con la liberta). ,Cnsd!amo nell'incr-edi·bile e perd6 ci redi– miamo v-eramente; amiamo l'•amore e perci6 amiamo veram-ente. Tutti noi che Gentiamo ,questo -e non eolo gli amici di 1Luigi Fabbri- ci tr-0v-eremo do-mani alle 10 e mezza al Cimitero d-el Bnceo, ,con le anime 1-nal– za.nteG i co·m e f.l•a,mm,eintorno a questa vita C013i a• mata, ca.si creata, coGi capace di i8BBere tutto, ootSf pura, co a! santa. A d-omani, Luigi Fabbri!. E il 111<:!.:Eatro 1 3a ci6 c·he vuol dire questo "A domani" d·e1 tìcatro cuore! L'.-Q,RGANIZZAZIONE; III ci resta da parla.re dell'organizzazione delle mas– se operaie per la r-eGi·stenza colltro i1 governo e contro i padroni. Lo abbi,1111,0gia ripetuto: senza organizzazione, libera o imposta non pu6 eeaervi Go-cieta; senza or· ganizzazione c-oG,ciente e, voluta non pu6 eac:;erci né " !ibertll., né' garanzia che gl'Ìn·teressi di coloro che sente societa, e· forniscono easi ·stessi la.':rorza ,(sol– dati e oo.pitale) eh-e ,serve a· .tener!,i soggetti. Né potranno mai· emanciparsi, .fino a che non troveran– no uell'unione la forza morale, la forza economi·oo. e la: forza fisica che occorre per debellare la forza org,a.nizzata degli op-precaori. . Vi sono st~ti degli anarchici, e ve n':é ~ncora un re,sto, i \IU!itli pur -riconosc.endo la ni,cee?ité.. dell'o,,– ganizzaz!one neHa epcieta fut'llra e la necessita di or,ganizzarsi oggi .per. la propaganda e p~r: l'azione, sono os·tili a tutte le Òrganizzazioni che non hanno a scopo <liretta l'anarchi1a e noll seguono metodi anarchici. Ed al'cuni ai eon tenuti lontani da tutte le a.GSO"Ciazionioperaie che si propongono la r.ooi• stenza ed H miglioramento di condizioni nell'attuale ordine di cose, o· vi si sono miacihia:ti col prO-posito confea-sato di di.sorg;anizz,3.rle; mentre altri han -con– reSilo che e! poteva far parte delle associazioni di reshstenza esistenti, ma han considerato ,qnMi come una defez.ione il tentare di organizzarne delle nuove. .Sembrava a ·quei compagni che tutte re forze or– g.:1nizzate· per uno s·copo men c-he raò.kalmente ri• volnzionario;· ,fo&ero forze sottratte alla rivoluzione. A noi sembra invece, ·e l'-es,perienza ci ha pur trop– po gia dato ragione, ch·e qu-el .loro metodo conduu– nerebbe il movimento anarc·hico ,1d una perpetua sterilita. Per .fm· la propaganlle. bisogna trovarsi in mezzo alla gente, e.d é neHe a·ssociazioni operaie che l'o– p.eraio trova i Buoi -compagni ed -in ispecie quelli che piii. ~ano dI_s·por3tia comprendere ed a-ccettare le nostre idee. Ma quand'anche si pot03'3e lare .fuori deHe a&3ociazioni tant<!, . pro.pa· gari-d.aquanto. Gi vuo– le, questa non potrebbe avere el-fet·to ,seneibile sulla ma-ma operaia. A parte un picco-lo numero d'indivi– dui, più iatruiti e ca·paci di rifletSsione a.:3t'ratta e di entusiasmi te01,,ici, l'operaio non pu6 arrivare di botto all'anarchia. Per diventare anarchico i:ml 11e– ri<?, e non solamente di no1ne, bisogna. -ch'egli in– cominci a sentire la s-0lidarieta •che Io lega ai ;1uoi compagni, che impari a cooperare cogli altri nelia dife..,a àegl'interessi comuni e che, lottando contro i padroni e contro il governo che ,sostiene i .padroni, con1oprenda oh-e patdroni e governi sono par11,3siti i• nutili e che i lavoratol'i potrebbero condurre da loro stestSi l'azienda sociale. E quando ha compr~o QU&3to, egli é anar·chico, anche ee non ne porta il no111e. D'altTonQe, il fa•vorire le u:-p;anizza.zio.J.l..ii.._nou.o di tUbte le specie è conseguenza logica ti.elle noiltre i-d.ee londamenta·li, e dovrebbe perci6 c,sser 11arlo integrante del· no;stro programma . Un.· PaI'tito autoritario, che mira ad im.pos13eGsan;i <lel pote-re per i-tnporre le proprie idee, ha intere-soe 13. che il popolo r-esti una maaaa amorfa, incapace di far d-a. !3é e .quindi sempre facile a dominare. E perci6 logicamente e·sso non deve desiderare che quel tantO òi orgainizzazione .e di 1quel genere che g1i occorre per arrivare al potere: organizzazione elettorale, se spera -d'arrivarvi coi mezzi legali; or· ganizzazione militare se conta invece aopra un'a• ~ione violenta. Ma noi anarchki non vogliamo e.manci,pare il ~o– polo; n,oi vog.!htmo che U po.polo si emancipi. Noi non cr~'<Ji!amo nel bene (at-to· dall'alto ed imposto .per for2·a; noi vog_liamo che il Il uovo. modo di vitu. i:iOC~:: t.le · lS orga dalle viacere' del popolo -e Gia corri• spondente al grado di sviluppo raggiunto dagli no– mini e l\013aa p~gredire a ·seconda che gli uomini progred!-seono. A noi importa dunque -che tutti -gl'in– teressi e tutte le op~nioni. trovino in~un'organizza. zione co~·ciente la post3ibilité. di farsi va:lere e ·di influire sulla vita •colletti-va in •pro-porzione d·ella loro imp01·tanza. Noi ci slamo dati il compito di. •lottare contro la pre-sente organizzazione ~oc!ale e di abbattere gli ostacoli che si oppongono all'e.vvenimen-to di una r~uova società in cui Uberta .-e ·beneeBere. sieno a,=mi· curati a tutti.. Per_ conseguire· queGto acopo noi ci u·niamo in partito e cerchiamo• di diventare il più numeroGi ed il più !orti- chè sia ·poasibil~. Ma oe \'ivonç in soci eta saranno ri,spettati. E c.~i non si non vi fosse (.U orgariizz,ato .-che il nostro partito; or-ganizza, chi non ricerca la cooperazione d,egli al· tri --ed off~e la propria in com:liziont" di reciprocanza e di a·olidarieta, si mette necesGariamente in iatato di inferioritti., e fa la parte di ruota incos·ci-ente nel meccanis~0 GOciale che altri muovon~ a 1rt-0<lo loro - e,d· a loro vantaggio. I 18.voratori sono Gfruttati ed cppressi, •perché, .eG– semd-o disorganizz, 3.ti per tutto ci6 che riguar,da Ia protezione dei proprii inter~ai, Gono cos-tretti dalla fam_~ o ùalia violenza brutale a fare cm~~ VOgliono i -jominatori, a -cui profitto é orgi:inizzata Ia pre- se i lavoratori re-sta1!aero isolati come tante uniU .. . !nd!.fferenti l'uno •1H'altro e solo legati dalla co– mune ca-tena.; be noi stessi, oltre di easere orga– nizzati in partito in quanto siamo· anarchici,· non .fossimo orgù.nizzati coi lavoratori in quanto ,'3iamo lavoratori, non potremmo 1·iuscire a nulla, o, ne-1 pili favorevole dei caai, non potremmo che impor- . ci. ..· ed allora non ,3arebbe ·pi'll il trionfo dell'anar– chia, ma il trionfo no-stra. Allora · ben 11ot1·e-nrn10 • chiamarci anarchici, ma in realtA non ~:·,3.remmoche, dei semplici governanti, e 1!a.rem1no imp-:>tenti per

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