Studi Sociali - VIII - n. 7 serie II - 31 ottobre 1937

2 ,·oluzione francese. E' la forz:t d'inerzia che la storia deve vincere ad ogni suv passo. Ma questa forza d'inerzia. cioé ùi conservazione de,ll'ingiuslizia, ha a sna -disposizione l'oro e i cannoni, ed é material– mente attivissima per salvare quella sua immobi– lit::\ spirituale. Il popolo, anche il meno colto e il più primitivo, sente istintivamente qual'é il centro vitale del c•.:>m– plesso di forze nemiche. Il malcontento degli italiani si traduce (malgrado l'educazione fascista, o piut– tosto proprio per ,quella) in odio verso il regime, verso le sue parole d'ordine, verso i su.Ji simboli. Niente é più pericoloso, in llalia, adesso, della riva– lorizzazione <le11a camicia nera, che é la prima cosa che i fascisti sinceri. cioé giovanissimi. cominciano a odiare. quando si svegliano. Il nostrJ lavoro di propaganda in Italia deve quin– di tener conto di questo doppio carattere delle ten– denze rinnovatrici nel nostro paese: carattere ele– mentare. ma non confusionario, nello masse; carat– tere cli reazione originale all'ambiente nelle élites. Quest'ultimo é un fatto mo,lto interessante. L'idea di liberla, che per il falsJ uso che tli queste parole faceva una democrazia burocratica e decadente, sem– brava aver sofferto un'eclissi, é stata rivalorizzata dal fa-sci·.smo, che, rendendo angoscioso il problema della J)ersonalitA umana, l'ha posto nei suoi veri ter– mini. L'idea d'un qualsiasi stato totalitario e cen– tl'aliz~mto, che abbia nelle sue mani, c,:rntemporanea– mente. la vita politica, economica e culturale dei Fit– tadini. riesce ormai intollerabile agli italiani p011- santi. Già dal 1932 un giovane scriveva dall'Italia a Giu– stizia e Liberta una lettera mo'1to significativa. Ec– cone alcuni passi: "In verità, una sola pmsizione é p-ossibile. come assolutamente rivoluzionaria e ant~– fas.cista: un integrale liberalismo. Riv.:>1uzionG in. Ita– lia significa liberta, capacita di libertà; autono,'mia, nella più larga espressione del termine: nei 1·iguardi dello Stato: autogoverno. La critica alla democra– zia dei vecchi partiti non é che un'accusa cl'insufri– cente democrazia .. " (Quaderni di G. e L. 11. 2, p. 12). E più avanti lo stesso conispondente nota che accanto a questa tendenza, ma in ambienti di– versi, sopratutt.J piccolo-borghesi, esisteva allora una simpatia per il partito comunista, il cui programma si ac_ce_tta va....aupllllto_lIB,tChLditialo.tl " .ella loro simpatia per il comunismo ci sono, di nuovo, i mo– tivi de11'adesione degli italiani a.1 fnscisma. Il co– munismo é c0rnsiderato come il liberatore - il sal– vatore della patria - ed essi provano il piacert=s: di darsi. mani e piedi legati, a qualcuno che li shlvi" (p. 13). " .. Gli operai non sono ge11ei-almente at– tratti al comunismo sa non per n suo caratlere radi– cale e rivoluzionario: l)er questo soltanto affrvntano in suo no.me la galera.. Lo accettan.o come la. I)iù semplice parola d',ordine di lolla, CGnsapev-o·li {{pjù o meno esplicitamente) che l'importanza nJn é la parola. d'ordin~. ma la lotta stessa·• (P J3). Ho citato a lungo perché il va.lor.e di questo qna– (h-0 .non ha nulla perduto con il tam po, come dimo– sitra. in tmrte il raccontJ che ta Ilnrnett ·del suo "\ ~iag.gi ~ in Italia in G. e L. selLiJnanale. La nuova linea del P. C. é certamente meny ~lit– tatoriale della precedente nelle ap1)arenze. ma n.:on pu6 accontentare l'anima italiana. assetatq di pa- 1·ole chiare e di sincerità. che sente la nece3silU I della rivoluzione purificatrice e d'un prof-0ndo cam- j lJiamento .sociale. La famosa "nacificazione'' "é. · in I quell'atmosfera. più che una bestemmia, un suicidio per l'antifa•3cismv. I mezzi cli cui il P. C. dispone e ransia d'agire degli clementi rivoluzionari migliori, accanto alla pro1lagancla gratuita che il fascismo fa ai sistemi russi, rimang.ono ancora per il comunismo i princi– pali fattori di potenza in Ilalia. Pure il fatto che osso abbia abbandonala la propaganda e.spropriatri– cc e sI)ec_ificamente anUfascisla c-ontribuir.i - anche se non iSubilo - a semplificare il problema dell'a– :done in Ilalia. rendendo chiara agli occhi dei più l'in$cindil;,ililà fra la rivoluzione, la libertà e il so– cialismo. JiJ questo é il nostro terreno, in cui 1e pos– sibilit{t .aumentano continuamenle. Sono di ieri le par..)Je d'un operaio milanese, pub– !>licale nell"'Ilalia del Popo-lo" di Buenos Aires del 25 luglio u. s.: "La classe operaia in Ttalia va riac– quistando coscienz;! politica e classista attraverso 1111arivalutazione profonda tlell'importanza della Ji– be1·tà, come ·rivendicazione fondamentale, che s.Jla 1rn6 consentire la realizzazione d'ogni benes,sere so– ciale. In questo senso é sentita la lotla de1la Spa– gna come difesa della liberl~t contro il tentativo .di asservimento dei fascismi pei quali liberta signi– fica morte. Lotta rivoluzionaria .significa l10tta ·per la liberti ed insieme lotta per un nuovo assetto so- STUDI SOCIALI --------------------------------- eia.le che non pu6 essere né frutto d'un compromesso con la borghesia, né nna restaurazione dello slalo liberale, ,ma che sarà mm. creazi..)ne originale del prolclarialo. In Italia queste idee sono giunte a chia- 1'11coscienza in alcuni strali delle masse lavoratrici, sono anc-0ra confnsc o latenti in strati meno evo- luli .. Gli italiani ri.SCOl)l'OllO cosi il socialismo. E la ],JrO riscoperta, che si nu6 chiamare originale per i mo– tivi affatto nuovi che vi si ri,sconlrano, ha un valoro umano e sociale che non I)u6 sfuggire ad alcuno. Non é pili una d..1tlrina ch'essi assorbono dall'ester– no, é la lragica esperienza d'un popolo che diventa dottrina. Più impo1'lanle, per il suo car.attere. sia pur assai Iirnitatamenle, collettivo, é la relazione del "Centro interno" del Partito Socialista. commentato da Lom– bardi nel "Nu..JVQ Avanti" dei 29 maggio del 1037, che afferma, insieme al desiderio dell'unila, una vo– lontà rivoluzionaria e l'innovatric-3 intran1.sigente di fronte ai compromessi ora di moda nell'alta l)0litica. dell'emigrazione. Su q11e3l'ansia di libertà, su quest,o bisogno pro– fondamente senlit.1 cl'nn c~mbiamento ra{licale nel– l'ol'ganizzazione della societa si basano tulle le pos– &ibilitèl future del movimento anarchico in Italia. Certamente, il giorno che il fa.scisrno cadeisse. il pericolo principale per l'avvenire della rivoluzione rr,r.:letai·ia (lo si vede '..Jl'rnai chiaro da quel che suc– c::-~lP i:1 Spagna) consisterebbe nell'influenza elle é ancù1t8. :1cquistando il P. Comunista. Pericolo dop– pio; infatti due ipotesi fra le altre sono possibiJi. Il partilo di Stalin, con l'abile sfruttamento del– l'esigenia unitaria, pu6 trascinare le ma~~:;severso uno sialalismJ che, dop-0 l'ultima svolta. non sarebbe ncJ}l)tffe accomJ)agnato dalla socializzazione e quindi non cambierebbe gran che alla realta attuale, ren– dendo cosi vano il sacrificio rivoluzionario. Oppure - e questo é più probabile - il cm1lrasto fra tuttQ.. ci6 che si é a lungJ sognato e la reaJta che i diri– genti vol'l'anno imporre. come la vogliono imporre ora in Spagna l)er conto del triangolo Londra-Parigi– Mosca. originera una delusione che pu6 far ricadere i lavorat.Jri itaHani nell'indifferenza. Il noatro lavoro contro il fascismo deve quindi es– sere orientato in modo da prevenire questi due peri- i] nrohlema é delical'i.ssimo,~ché ..ranilla.sci– smo, che in Italia non é mai mort..) ed ora più che rnai dà segno di sé, é pieuo non solo di spirito di sacrificio, ma anche di genera.se quanto ingenue il– lusi.:rni. · Non 1.s'é ancora cance,llato il ricordo della lettera mandata ùa un grUPl)O d'operai italiani d'una citt.i della costa al "I 1 ~ronte Popolare francese" chiedendo rinvio d'un idroplano che li andasse a pren~lere se– gretamente per portarli in Spagna a combattere per la liberta. Non si pu6 non ricordare la ~'toria di Cappuccetto rossd e del lupo. Questa candida fiducia in tutto ci6 che il fasci– smo vitupera. frutto deJ.l'isolamento e dell'odio sin– cero all'onpressioue. é unita alla sensazione precisa dell'impossibilità di riuscire senza ac~umunare gli sforzi di tutli. Quest.J bisogno d'unità proletaria forma parte del clima italiano. Ed é naturale: dove c'é tutto da perdere e niente da guadagnare dal punto di vista personale, .}'intrigo p,o'litico, che di– vide, é assente. m niente avvicina di più del peri– colo volontariamente affrontato. In quest'ambiente ogni parola settaria suona Ga– crilegi.J. I comunisti salino quel che sia loro costato portare l'antitroskismo dentro le frontiere d'Italh. Il nostro compito. quindi, é di comunicare ai no– stri fratelli italiani il frutto delle uostre esperienze d'esiliati. che hanno maturato il nostro senso· critico a spese della n.Jstra fiducia negli uomini e nei par– titi. Per6 la nostra voce dev'essel'e serena; e pu6 es– serlo, perché le parole che abbiamo da dire rispon– d·ono alle più naturali e spontanee esigenze delle mas,5e italiane, e perci6 non han ,bisogno d'essere riaffermate nella polemica. Le espressioni: rivoluzione espropriatrice, liberta, diffidenza verso i messia d'ogni e0lore e verso i partiti che tendono a fare clel proletariato una piat– tafonna politica, sono attualissime -e facilmente com– prensibili. La nostra parola é quella di Cristo ri– presa da To1stoi: "La salute é in voi". Questa 1rn– rola, che n-on pr.Jmette facile riposo a chi ascolta, né soddisfazione di vanitli a chi la dice. distinguo l'apostolo dal demagogo. A ricevere questa parola, le masse sono preparate dalle delusioni del 1919-22; Il progressivo fallimento della rivoluzione russa non pu6 che far rii.saltare anc.:>ra di pi·ù il valore della liberta e il dovere che ha il proletariato di fare da sé. Dell'epopea spagnola. il popolo italiano sa poco, per quanto molto intuisca. E' necessario che si rie– sca a rive.1arne ai suoi occhi un aspetto di cui nes– suno parla, neppure i giJrnali che si cliGono comu– nisti e socialisti, perché é consideralo un fenomeno vergognoso e sopratutto peric:aloso: la capacita che i lavoratori han dimostrato nell'organizzare, sen– za coazione, il lavoro e tutta la vita pubblica. Il proletariato come tale ha provato la sua immensa superiorità sulla burocrazia del governo e dei par– titi. Non ha bis·.Jgno di guide. Questa verità, nel pic– colo grande mondo che vive sotto il tallone cli Mus– solini, vale più di molte mitragliatrici. E noi soli vogliamo e possiamo dirla. Una volta abbattuto il fascismo. la vilt,..Jria non sarà nostra che in parte; non sappiarno in che mi– sura. perché non conosciamo ancora bene le nostre forze. E' il nostro destino questo: avere una vitto– ria parziale in ogni passo avanti che dà. l'umanità e non raggiungere mai quella vitto-ria completa a cui crede d'essere arrivato un partilo autoritario quando riesce ad afferrare il governo. Particolar.mente difficili sono Je condizioni dell'I– talia per un lavoro ricostrutliV•.J nel noslro senso, in quanto esso presuppone un periodo previo di li– berta 1·elativa durante H quale le masse possano prepararsi tecnicamente alla gesti-one diretta della vita pubblica. La ginnastica rivoluzionaria e la pre– parazione culturale che c'é stata in Spagna é man– cata in Italia. Creare o sviluppare questo desiderio d'indipendenza, di capacitazione, di cultura, e tra– sformarl,.J in bisogno; incoraggiare le tendenze ri– voluzionarie delle masse e la loro naturale avve1·– sione alla democrazia borghese: ecco il nostro com– pito. Se 1J rivoluzione italiana sarà espropriatrice e non sani dittatoriale, vorrà dire che il n•..Jstro con– tributo rnon sani slato inefficace. PAOLO BIANCHI. ~fRAl\1MtNJI Una rivoluzfone sconfitta, comunque o da chiunque iniziata, si risolve sempre in una. sconfitta ·deH'ana:rch:ismtr, ·11011· :;u!u v,rr le conseguenze pratiche disastrose per tut– ti, ma ·'anche in un senso politico e morale. Il cdìnpito degli anarchici é cli difendere a qualtinque costo, dovunque é a 1 ssalita, la c·ausa della rivoluzione e della· li berta, che s'identifica con la causa del proletariato. Le stesse considerazioni cli partito, gl'inte- 1·essi di orga1iizzazione o di gruppo, i torti o le insidie avversarie, le questioni cli pre– stigio ,e cli amor proprio e tanle altre che in tempi normali non si possono trascura– re, nei momenti risolutivi, in cui si deci– <lono, con le sorti cli tutli, anche quella del– la prnpria csistenz.a come ooJJe-ttivita cli lotta e di idee, passano assolutamente in seconda linea. La ragion di vivere, che per gli anarchici é la lotta per la Jiberta, pren– de il sopravvento. Tutt,i i sacrifici si rendono allora necPs– sari, a~1che quello delle proprie ragioni iJUr– t:colari, anche il rischio cli soccomberr alla ronco\Tenza di altre forze converge11ti con– lro il comune nemico. Ché in realta in que– sta concorrenza, che altro non puo essere fuorché l'emulazione nel rendersi piu bene– meriti cleJJa causa cleJJa Jiberta e della giu– stizia, vince chi si sacrifica cli più e più disinteressatamente degli altri, non solo personalmente, del che non si cli,scute, ma anche come partito e come movimento. E' i; dovere. Dovere verso se stessi, che nel caso nostro, come anarchici, s'identifica col dovere verso l'umanita. Mancare a questo ciovere, restare as:;;enti, - gli assenti han-· no sempre torto, - qt 1 ella é la vera e peg– giore sconfitta. Era (1) una specie d'indiretto autorita– rismo ideologrco, comune del resto in molti ambienti anarchici anche fuori deJJa Spa– gna, l'orientazione data alla propaganda ed alla preparazione psicologica della rivolu– zione nel senso di un totalitarismo assoluto cli fini e cli mezzi, messo come condizione aJJa rivoluzbne stessa. O tutto o niente! O comunismo libertario, o repubblica bor– ghese; tutto per quello, niente per questa. Tutto per la C. N. T. e per mezzo _della C.

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