Studi Sociali - anno VI - n. 40 - 15 maggio 1935

l'ùg. -J. Lo stos:;o fc•1'1•1·ll, secondo i lavori pubblic:ati ;u questa l'ivists ,,i :--iettlau (n. 26 ~ 27) J<:liseo Roclu,. 1\fnla.testa. Cafiero, Andrea Coola e tutta la sezioué italiana della Prirua Internazionale: da collettivisti chrennero comunisti. ma non amrncltcvano i dnc r, rincip ii al lo stesso tompo (:J). Lo stesso fece Kro– J) nlk.in nell' attacca.re vigorosamouto il collettivh;mo. L1-• d iscussioni tra anarchici collettivisti o anarcbi::1 comunisti provano tale esclu:aivismo . .Esse durarono l1ugo tempo, clivi<lendo il nostro movimento in duo l<'ndenzc irreconciliabili, cho durarono in Spagna più c·l!r- altrove. .H·ino a ta.l punto Ja dollrina ocouomica. col 8\10 pi 1ncipio di rela1.ionc sociale, si era radicala 111?lle z...(>uti, che- si arriv6 a credere rhP il collettivi~mo era solo proprio ai socialisti sl.llali. E opponendolo nl coruuuismo, tanto il militante di poca collura come l'h1tellettuale opponeva la branca autoritaria. a. quella anarchica del socialismo. ma mai vi vedero lit)c- tendenze clel noslro movimeulo ( tJ. RAGIONI ATTUAU Tali sono gli antecedenti. Ma <'-ii:~tono ragioni nuo– YP. situazioni che possono rafl'orz11r,, o inclebolire 1H1t~ 11osizione. Di esse mi oc:cuprr6 e::;1:1111i11anllo per o:dine i clne punti segnalali. Da che parte sla la m,aggior <tuantiti"L di ragiouc·t jn chi sostiene, come Fabbrj, che, essendo utopico sperare il trionfo delle idee anarelliche allo scoppio {~una rivoluzione, dobbiamo p1·epararci. auche, ,per incporre con la f.orza. (-.se sar{1 uecessario) il nostro ,llritto cli minoranze a sperimentare i nostri propri cri1 eri, o in chi, come me, ::;ostiene che dobbiamo prepararci. anticipatamente, pel' trascinare decisa– m11nte le masse verso le nostre soluzioni? (5). Esposi gi(t la mia opinione, basata sull'esperimento 1·n-..~so,basata sull'equivoca predisposizione psicolo– gica. che socialisti e comunisti mostrano in forma in1pressiouante, basata sulla fatalità ·della statizza– ;t,ione universale derivala ,dal marxismo e clai •Pl'O· ::,-rammi ad esso ispirati, che é un sogno lo sperare eh~ ai ris,petti tale dil'itto delle minoranze. ~é la predisposizione alla lotta armata, né la ferma. decisione di lottare potranno impedire l'urto e la :;c.-onfitta dei piu deboli. 'Trenta, quaranta 1 cinquanta mila anarchici disposti a dif~ndersi, - sperare di p1(1 sarebbe errore perché il contagio psicologico del nwmento spinge sempre le ·moltitudini verso i vinci– tori, - saranno rapidamente schiacciati dalla forza 11tanerica e la. tecnica superioTe dello Stato, uniti al concorso aperto o passivamente benevolo dell'am– biente. Questo schiacciamento, e la difficoltà di "speri– m.entare'' altri principii saranno J)iti probabili. Cin• quanta mila anarchici iu una. nazione come l'Italia o :a Francia - poco 1>iù dell'un per mille della popo– lazione - sarebbero disseminati in tutto il terri– TG!"ru:--Biod qu:, {):ttttta-tttft: • dt-1-00-e.11.t.G-P.i-llont..'\no, ~u un punto cinque, in un altro cento ... ; quanto ~:n-ebbe facile disfarsi cli loro! Quei di Mosca erano mclti e uon mancavan loro armi, quando Trotsky ue attaccò i centri, li arrestò e fuci16. Dopo in EielY, poi a Karkow, in seguito a Ocles-sa ... Fu un g1ùco da ragazzi. E lo sarà ,sem•pre (6). La sperimentazione correrebbe la stessa sorte. Un g1•uppo anarchico cli duecento o cinquoccnto in-divi– clu:. che necessariamente dovranno tron,rsi in una gi· 1JJde città. non avrebbero materie .prime, clementi di lavoro, né tutte le Tisorse indispe-uspbili per la vita, la produzione, gli spostamenti. ecc. Fatalmente dovrebbe trattars-ene -con 'le istituzioni che le poo· siederanno. Per ottenerle, queste imporrebbero la SPttomissione alle proprie norme. In forza di queste (:rrcostanze. le minoranze fallirc-hboro irremissibil– mente. Cosi succederebbe con tutti i nuclei. Tall sono le mie obiezioni fondamentali alhi spo– )1a.uza di praticare le nostre idee in forma minori– t1ria. Possiamo reclamare ·questo diritto, opponendo sl'-\mpre, com'é n3turale per dei lollatori, la maggior rehistenza all'oppressione, autoritaria. come reclamia– mr. •di fronte allo Stato 111oderno il diritto di non n.udare alla guerra. o di 11011 fare il servizio militare. o di non· pagare le imposte per quelli che non lo vc,gliono. J\1a di qui al riuscirci. anche con la forza, e! corre ... LE DIVERSE TEN,DENZE DELL'AN1ARCHISMO Vediamo orn l'altro aspetto: quello <lella libera pru– tit;a. delle diverse tendenze dell'anarchismo in una società dove gli anarchici siano l'elemento ideologica· llte.nte if-tpiratore, o prati-ca mente orien,batore. (3) Naturalmcnle. ).[ep1rn1·11 io ammetto due o pi'U priu– cìpii "allo stesso Lcmpo"; difenclo ~olo il prìneipì◊ <•r,- 1nunista anarchico, ,:, prc·fc>rir~i c·IH• lulti l"adotta~!-:r•n,. 1\fn riconoscerci a quelli eh" non l'ac'.cetl{tSscro il diritto d\ sperimentare altri principii, m·ll'ambito della comunP libcrta. Se Bakunln, Kropotkin, N'I'. nou si po:-;el'o il 11roblema del possibile diss.-,.nso,qualora se lo _fossero pn. sto non pote,·ano risolverlo che nc-1 :-:cmsodella libera sperimentazione, date le toro premesse libertarie. - L. F. (4) F.ppure J.-,. cluo tcncl(!n'l.e vl furono, fino al 1900; " nessuno si é sognato cli sostenere- che Balnmin, Mella, ('C'C, collettivisti, non fossero anarC'hicì. Non bisoi;na con– fondere il C'ollctlivismo e comunismo autoritari, con c1uE'lli anarchici. Proudhon (' Bakunin combattevano il c-omu– nismo statale (e non qu ello anarchico che a lorn tempo non c'era) cosi ,·ome 10 combi:t.ttiamo oggi noi. - L. F. (5) Rispost:i: ambedue lC' cose,, - Yisto <•h(l non vor– remmo "tra.scinarn le mass('·· per forza \'iolenta, ma solo per forza di \Jersuasione: e dobbiamo quindi anche pre- 1 pararci all'ev entualita, molto più probabile cl'ogni altra. dl riuscire a persua.df' l'P solo una minoranza delle mas~e stesse. - L. F . (6) Se saremo tr0Pl>0 pochi (' sproYvisti d'una su_ffi– ciento tecnica rwslrn, (· lapali:-;:-:inun c·hc· F:tl'emo ~<·h1a\'– ciati. :\la se "sperare di pi (t s arebbe errore". tliU lo sn– rcbbe di sperare cl'n.1·1·in\.rC ' a.rl e.sserc- magg-ioranzn.. Rem,;a escludere né ritener.() utopi sli c& c1ut'sl"ultlnw caso, ('l"t!dn ~emplicemente pi(t sperabi-le il primo: cli rìuRC'il'e cioé. n.d e~serc almeno una. minoranza cosf fori<' e c:ap:1'_'e, rt::i- _tm· porre a.Ila maggiol'anza il ri~pC'lto fl(•l pro11no d1r1tto. - L. B. STUDI SOCIALI Anarchicamente nulJa si oppone a .questa tesi. Al cuntrario. L'anarchismo é un princiipio politico in cui son com1H·ese le diHenmli scuole- economiche. 'l'ala é l'inter1>retazione {on-damentale che io ho di• reso per molto tempo, contro il fanatismo -settario t!i e:oloro ·che, -per spirito religioso o .uuilateraln, non ammettevano allra tendenza che la propria. }_; con– t iuuo ancora ad esse-re della stessa opinione. Anche- nel prologo del mio libro "J?roblemas c.co- 11(,micùfi de la revoluci6n espaiiola" difeGi la pratica si111ulta.nea delle diverso tendenze. iPer6 all'inoltrar– mi cii più nello studio della realt{L economica. e so• ciale, dovetti arrivare a condnsioui molto clivHr,:;e . 1,; le sostengo oggi, 11011 con soddisfa.zio1w. bensi per :a. ·costatazione •elci fat I i dominanti della , 1 ita. oi qw1li non pu6 sottrarci 11iumL dialettica. ne libri in• te-ri di buono ragioni (7). Continuo a credere, come Kropotkin, che .all'Inizio h• rivoluziono pratichPr{1. i più diversi priucipii o (:he le cose si faranno conw ~i potrù . .1\1'a non appena ~~i articolino le regioni. k ~pec:ialilà di produzione, e ciò dovrei. far!--i fin clal primo momento perché in– d!!~pensahile, Rarù. ine, 1 itab1ll' 1a pratica di un solo principìo. ll}d ecco le ragioni. Lr- nec.:essilà dell'esistenza c'impougono la vita di relazione. Non v'é, non pu6 esservi una nazione, e neppure una regione, una. provincia, una citla. un q,rnrtiere. un villaggio, un gruppo o un iuclhridno h:dil>enclenlo •dagli altri. T nostri vestili. la nostra a;imentazione, il materialo ùa •costnt'l.ione. il mobilio, g~;_ strumenti, le macchine, il •petrolio, l'elettricil:"1. i vari mezzi di trasporto, i combustibili o tutto l'in• dif-ipensabile alla vita moclPrna, si -proclure isolatH• monte in tutti i punti di un territorio. Questo non ò. come si prete-ude da chi non ha studiato •la qur-~ st;one, un risultato del capitalismo, bensi della loca• li:zzazione produttiva fiµ;lia della m·a.ggiore o minorf' r: 1 C'ilità che o[fre la natura - caratteristiche del s:1010 e del sottosuolo. pl'CS:t. .cJ.i,energia elettrica.. clima/ ecc. - per produrre -que-ste o ,quelle merci o heni. Tutti i nuclei ·collettivi occonono gli uni agli al• tri. Niuno pu6 prescindere dagli altri. Ci6 che v'é tE-lla mia casa, ci6 che vi sani domani in casa cli n~ni anarchico. proverr,i dai quattro punti cardinali. G!i abitanti di un territol'io sono quindi, e dovranno es~;ere forzosamente legati da relazioni economicho 1:t::rmanenti, in circolaziono ininterrotta, nel recipro·c:o renclersi scrvi~i. nolla creazione generale di tutto rr-c- tutti. Insisto, perché -é .fondameutale. La tal regione é vinicola pel suo clima o la qualità òel suo terreno. AJtra, ,per le stesse ragioni, é ce,rc.alista. Tal'altr:i., p(•.schereccia. Altra. ancora, pastorile per l'abbondan• z~ dei pascoli. Altra, mineraria. Altra, fabbricante per l'agglomerazione della popolazione, la prossimita di forza motrice, la facili- t{L dei m ezzi di comunica- zlo eh.e ·. >JillJla...dall'ru: cuo:a.fia ._a..daJfid,:o.gra.fia. No. La specializzazione eco nomica pu6 essere P'ft.l"· zialmente corretta, ma in generale é inevitabile. }=:.' la. 1·ealt.à sintetica e inelntta.bile della ,rita materia• :0 (8). Dato c:i6, ed essendo suo corollario l'interdipen– denza cli tutti. é imprescindibile che le relazioni tra. regioni, gruppi, entit~i. siano fattibili. E solo possono euerlo se tutte pratichino nella loro •vita di reln· zioue. 1111 medesimo principio economico. :"J'on si possono concepire seria.mente relazioui per– n:nnenli fra centinaia di organismi cbe impieghino norme opposte (9). Fra associazioni collettiviste ed aare comuniste. ci6 non sarebbe posei,bile. Le une dn~·ehbero o vorrebbero danaro o un qualsiasi segno 111011elario. che le alti-e respingerebbero, accettando in cambio .&oltanto mercanzie contro ,nercanzie. Im• pc:.sr:iibile l'accordo. O danaro per tutti. o comunismo per tutti. Non v·é altra alternativa. Lo stesso suc– cederebbe con associaz•ioni individualiste, se si pu6 razionalmente concepirle. La pratica cli principii differenti solo sarebbe pos– sibile se i nuclei potes-sero vivere isolatamente e bastare integralmente a. se stessi. Per6 nes:mno potrft. riuscirvi, neppure alla lontana. E sostengo clie 1:oli é desiclerab!le. Sostengo che é utile, per la f.vrmazione di un'etica in-dividuale e sociale -elevata. questo reciproco e cosciente servirsi <li milioni e :uilioni -di esseri. Cosi ci eleveremo alla morale so– lirìaria, al concetto universale dell1umanità, alla sti– ma generale di tutti gli esseri umani. In ogni caso, ci si riuscira sempre più col comune sforzo soliclale dw con le prediche della morale astratta. In consonanza con cio che é tradizionale nell1a– nal'chismo, - meno le opinioni di Malatesta, Net• Uau. 1\riella, dei compagno Fabbri e, certo, cli qualche a~tro. opinioni cbe non eb11ero la minima eco nei r.ostro ambiente che fu sempre unilaterale, - so– stengo anche una tesi unilaterale perché il contrario fia~·ebbe teorizzare con le n1igliori intenzioni, con uno epirito ampio e profondamente libertario, ma fuori clP.-llarealUt. Non reputo cattiva la pratica dei piti cli.Yersi principii di relazioni anarchi·che sul terreno economico. Dico semplicemente che é impossibile. Or bene. io temo tanto profondamente come Fab– l•ri l'unilateralismo, ma credo che anche sulla ba.:;e di un solo principio economico possiamo evitarlo. g· per que:,to che grido, da quindid anni, eontro (7) (ìitu;;tissirno. Ma se le ''buone ragioni" sono In con– tr:tS't() '"''i "fatti dominanti della vita·•, ciV signlficft.. 1'ht.1 non sono buone a[fatto; e bisogna rìnunciarvl. Oppnro ~ono cattivi i fatti, e allora. bisogna c·aml>iarne ;i cor:-:o. per determinare f~tti diversi. - cho é appunto il com– pito della l'ivolu:lionc. - L. F. (S) C"hl ha mai TH'~atò la Yita c li rcla?.ione e l'infinita va1·iet;\ delle sue specia. liz:r.azioni? Non lo, di cerlo. Ma C'nm" non Vf'der<:: che pr oprio c1ucs la varlet:i, e-on la va– ric-t:"1. di tf'1Hlenz<' che determina fra gli uomini, rcnder{1. Ll'"\lllO diffi<'ile (rLlmeno per un periodo sufficiente a che 1'r•~perienza pnsunda tutti) l'adozione di un solo princi– pio economiC'o pc-1· l'intera. so<'iet:i? Difficile, s'Intende. i:ic,1rna c-oerC'iziqnL cioé in mm. ·'vìt!'l cli relazione" anai·• 0.hka. - L. F. l unilateralismo funzionale del sindacalismo, dell'a~ nm co•sindacalismo, e anche degli anarchici teorica– mente pili ampli, ma che nelle loro norme rico– 'titruttive non vauno .più in l:i del :;indacalisrno. Re– clamo la n,o!Lepiicita degli organi, la loro libert{t cl'organizzaziolle interna, e la loro .assoluta ugua• i;Iianza cli diritti nelle mutue relazioni. 8iudacati. cooperative, munidpii, comitati cl'ofti. c:na e cli fabhrica, colonie agricole, federati e con– teéerati, stabile ndo insie me il loro ritmo cli attivit.i e dirigendosi interna.me- nt.e come vogliono. sempro che corrispondano a gli impegni presi nell'a.pporto g .. merale alla produzioue ... J!J' ci6 antianarchico? Ct·edo cli no. Non può socldis[are la necessita di [onne multiple? Credo di ,si. Fabbri vede •in questa moHeplidti:'i. funzionale qual– co~a che collima con la libera sperimenuzione. Non cohfondiamo i principii economici e cli relazioni t..ntane con le forme <li organizzazione. Fondamen– tale per il libero speri,mentalismo € la liberta di praticare le diverse teorie anarchiche, non la mol– teplicitfl. o uuilateralità funzionale che sta al secondo piano. Fondamentale in ci6 che io sostengo, é la possibilità cli convivenza che non !--iraggiungerà con orientazioni opposte (10) in una societ,·1 <'he é ine– sorabilmente una unita. economica. Si JHIO difendere dunque l'unilateraliLU o la moltf'– pì.~rità organica senza che le ùue posizioni si amai· gamino. Ma, indubbia.mente, in ambo 1 casi, sani 1;iù vicino all'anarchia chi difenda la molteplicitù. E l::iani molto vicino a negarla dii affermi l'unila– teralità (11). Questi concet.li. può osservare qualcuno. ci co11- d11cono a creat·P. malgrado i suoi molti aspotli in– h.•rni. un organismo economico unico, con cliretlivr-, r,tmerali, con una ·certa centralh:zazione tecnica. Si. e sfido chicchessia a dimostrarmi la possibilità della v:ta ·sociale •senza ·questa unificazione. Saremo allora. hf:hia.vizzati dall'organismo economico. como c1·ecle l!--.abbri'! Analizziamo i fatti. !Si osservi in primo luogo che io non mi a1)parto dai federalismo. ll--.ederarsi ,é unirsi per anuoni:umre l'azione comune. Unirsi dal bas-::o in :.1lto. ma unirsi. Disunirsi, i.solarsi, non é fed(•nili;,;1110: f! individua• lismo. ,lll og11i organizzazione- feùeralisla v'é un co– mitato centrale, con direttive im1>oste dai congressi. Que6to comitato ha per missione di coordinare le at– Uvità generali e mantenere- il necessario contatto t'r::, tutte le parti. Non é nulla. di nuovo, e- mai si consi-derU ...i6 <;ome autoritarismo (12). Inoltre, un fatto riduce con:;idcrevolmentc il ti– nt0re cli molti anarchici per la maggiore o minor discitllina interna o collettiva degli organismi di lavoro. Oggi, non é un'iperbole- il dire che con <1uat– tro o cinque ore di lavoro i proclutlori potranno baE-tare alla socìeta. La tecnica ci aiuta. E quatti-o o ....cin.q__ue or sulle ve_ntiQtrnl:..t..ro ciel g.i.9rno po~rnono sopportarsi, anche se non si impieghino esattamente– secondo il capriccio di cia8cuno. capriccio sul quale dovrebbe sempre prevalere il dovere sociale, per c– l0mentarf' princi1lio cli mora1it{1. La minaccia contro la libert;.i non sta tanto nel– l'unificazione della norma di produzione- quanto nella forma di distribuzione. Secondo come riceveremo i viveri, secondo i principii che reggeranno la loro rit,arlizione, saremo ]iberi o no. saremo incatenali o 11(1. cioé ci si condannerà o no :·, morire cli fame o a dipendere gu uni dagli a·ltrì. dn. questo o da qu:ell'orgauismo. Quooto é molto più importante elle lq preferenze in quattro o cinque ore idi officina. o di faibbrica. fuori delle quali la libertà pu6 essere 1 molto più completa. E in questa [orma. cli -clistri– h:tzioue il collettivismo 1 la cu'i rivendicazione si deve fatalmente i>revedere nel difendere il libero speri- 1r..entalismo, giacché esso costituisce col comunis,mo le due tendenze sociali dell'anarchismo, é un peri· colo molto maggion• dol comunismo. li principio "a cia'3cuno secondo il suo lavoro" fJOl'ra sempre il cinquanta por cento de-ll'umanit8., inaclaLto a produne, sotto la dominazione dell'altro c!nqnanta ·per cento. J>rouclhon, che col suo -cliritto el'onomico considerava giusta la. dipendenza asso· bra della donna rispetto all'uomo, era. ,conseguente. 11 collettivismo conduce a ci6 . Del r esto, ,é di certo i111possibile, eon la te cnica attua.le del lavoro cui Hùn si pu6 rinuncia.re- senza to rnare a uno stato di primitivismo che l'umauita. civile non accette– rebbe. determinare la 1>artecipazioue di -ciascuno nPlla produzione che é e snrft. ·sempre J)ìù collet– t1Ya. per i benefici e comocliti"t che se ne ottengono. Di qui I.a clif[icoltù che "ciascuno goda l'iulero frutto d(:,.lproprio la-voro". li c'Ollettivismo porterebbe anchf"\ a tutto un Si• sterna bancario che -dovrebbe- essere ccntni.lizzato, setto pena di emettersi tante specio cli moneta per quanti nuclei esistessero, e dovrebbe determinare 11 valore dei prodotti, il corso della moneta e molte altre cose che, insieme alla dipendenza dei non pro– duttori, - donne, vecchi, bambini, ecc. - lascereb– bero in piedi molto poca anarchia. (~I) f' (10) Xeppur<' io ilico eh(' possano !Hl!-$Sister" "1101·– me opposte" o "orientazioni opposte". p('r In meno fino al punto di nuocer~! frn. IOl'O. Dico norm<" di,•erse, rhP 1wll:-1. eomunt" lihert(l organizzino fl'a lol'o mutue r('la– ztoni di scambio, di aiuto, ecl'. - L. F. (11) .Ancho in ei6, d'n.cçordo. Senza. ess(•1·~1 la stcs~~ cosa c-h,~ Ia libera sperimentazione, la mollcplicita or– ganica per6 f.: ne<'essarh ad essa: e quindi le due sonn ugualmente fondamentali da.i mio 1rnnto cli Yista. - L. F. (12) NeI llnguag-,i:rio politico-!-:ociak. •·<1 anchC' fr::t. gli anan·hici da Bakunin in poi, si usa la parola "federa– lismo" in opposizionf'. n. ''ccntrnlismo": e s'Intende org:1.– nizza.7.ione discentrata, in cui le Y:triC' autonomie siano sah·a_e-uarclate, ma non ccl'to individualismo nl! dlsorga– nizzazion('. La questione dell'accentramento tecnico, ne– cPssario in cNli rami della procluzion<', f> altra: <' non ha a. che Jarc con rutopia preislorka ti.i un org-anismo Pconomko unlCC'I e C('ntralizzato. - L. F.

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