Studi Sociali - anno VI - n. 39 - 8 aprile 1935

.\HHOX.DlEX'J'l: Per H•nti11u11ttro IIUlll('l'Ì l'l'r dollil'i 11umni $ :?.– .. 1.:?:; (Art'estero lo stesso µrezzo, equivalente in mone– ta degli Stati Uniti a due dollari per 24 numeri ed un dollaro e 25 cent. per 12 numeri.) SOMMARIO La 11uo,·,1 uit1·r,·a d'.lj",·ica (lx1r.r P,\BB111). " llu.go Tn11i'' al co11fi110. Hifiess1-011-i sulla Cl'i.,·i 111nndùtll (.\J.Do Au17z1). L ·orgcwizza-z ione CE1rn1co :\[AL.\Tl-:ST.I). Svu,nti cn:1i:c.-,: e polemiÌà (CA'l'!Ltx.,). f,'a-gila.zùmc- per Alfonso f'etri11-i (P1n:.\10). Tl 1nu.luo a.ppnggio pn -/o llico/11zio11r (T,1·1G1 PAmau). Dc /,e,ioni de/. P1·1'.1no Jff'-(/[IÌ-O ( ERRtC'o ;\]AT,A'rt:– STA). Il ibhr>fjl'Clf Ì<t (BI BI,fOFI LO). Libi• rlce-1, 11.ti in clo11-0. Questo 11umero (li "Studi Sot'iali" llSC(' (•on cruusi un mese ili ritnrdo per causn di ìorim mag·gior<', lJend1é g·.ili. romJ)letnto fin dalla prima met:i tli m11rzo. la Nuova Guerra d'Af rie a }[entre tutta Europa é percorsa cla bri– !_id_i convulsi di Yiolenza e di paura. l'I– t.alla, sotto la spinta criminale dell'impe– ria-Jtsmo ìnterno ed esterno, si aYYia alla guerra contro l'Abissinia. Come gia. con la guena libica nel ·1911-1~ l'Ttalia pseudo-democratica di Giolitti ac– cese nei Balcani il primo foco che doveva cominciare l'incendio della guerra mondia– le. non sara. ora la guerra, che l'Italia fa– scista di Mussolini sta accendendo dall'Eri– trea e dalla Somalia. quella che occasioned. lo scatenamento della nuova catastrofe europea? Vero é che. an-:!he fuori d'Italia, i motivi di un immane conflitto si fanno sempn• piu gravi senza bisogno elle ne ve11gano fil ville clall' Africa. ,\la la responsabilitii, del– l'It2 lia In camicia nera di fronte al mondo non ressa dall'essere evidente:· é lei che ha cominciato la mobilitazione militare, C'he ;; minaccia diretta per l'Abissinia, ma indi-– retta anche per l'Europa. La guerra all'Abissinia non é stata di– chiarata; il governo italiano prosegue· 1e trattative diplomatiche e si limita pe1· ora ai preparativi. al di qua dei confini colo– niali. :\fa sono preparativi che gia equi– valgono ad un inizio cli ost.ilita. l cosidetti incidenti cli frontiern, certo provocati ad arte o forse ciel tutto invenlati, si ripetono ogni tanto nei comunicati ufficiali. Avre– mo dunque davvero una nuova gnena clel– l'Ital ia in Africa? Malgrado tutto, non man('ano elcrnenli per far pensare il contrario. U11a gnerra. anche solo rolonia le. naRconde incogn il.P assai nere per lo stesso µ;overno fascista. TI ricordo cleli'altra gnerra italo-abissina della fine del secolo scorso. e più ancora della sorte miseranda di tante caste mo– narchiche e imperiali con la guerrat mon– diale, deve ben mettere qual<-he pnlce nel– "orecchio tle!!;li attnali tlominatol"i d'Halia.: Sui quali inflnira cli certo la paura cli quel r-he pu6 avvenire ai confini della penisola. mentre Ri trovino impigliati in un conti– nente Ioni ,no. La smargiassata di poter bastare a tutto va bene per gli altri, ma non per tranquillizzare se stessi. Eppure. le cose sono arrivate ad 1m punto che l,' :VIOè-JTE\"lDEO. 8 APRlLZ. 1 H:Jii P~r la redazione e l'Amministrazione ri- I yoJgersi a: Ll.JGl V.\BUfU. rh·ista "Studi Sodali"' ('nsilln ile l'orreo Hl JIO:'\TEYlllJW probabilila rii una 6 uerra per l'Italia. sia pure sullant.o coloniale, hanno ormai tnU-i i carat.le1•i dell'inevitabile. Le clne colonie, confinanti con lo Slato abissino sono gia ])iene di trnppe italiane. indigene e rne1·cen~uie, di materiale bellico, aeroplani, pernonaie ausiliario, ecc. per ima c·ampagna bellica di lunga durata. Si clice che i mesi prossimi nmt siano propizi ad una guen-a in azione, a cansa della stagione delle piogge in quel seltore africano. Ma questo coinciclerebbe col preannuncio dato in Niontevideo cl:i un giornalista uff,icioso fascista in viaggio per Hnenos Aires più di nn mese fa, che in Ttalia, quando egli 11,3 pa1tiva, si stava preparando la guerr:t "per il prossimo autunno" europeo. . Intanto le trattative diplomatiche, sn ctii le notizie di fonte italiana sono scarse e sibilline, appaiono chiaramente la l'ipeti– zione del classico gioco simbolico del lupo con l'agnello. Mentre scriviamo esse sem– bl"ano fenne a un punto morto. Vi sarebb'J un acro1·do per lo 8tabilimento di zone neu– tre fra il territorio abissino e quello colo– niale italiano; ma il governo italiano non vi annelte importanza. mentre quello abis– sino si mostra. fino ad oggi, deciso a non ceclere, trincerandosi dietro vecchi trattai i ecl uno sperato intei·vent.o della Societa delle Nazioni. Quanto poco valgano gli "stracci di car– ta" in e-asi simili, e quanto ancor meno valga la Sorieta delle Nazioni. pur prescin– dendo clalla sua mala volonta. tutti sanno. Solo se sorgesse alle spalle dell' Abissini.i qllakhe altra potenza disposta a prenclernA le parti. o nna reale opposizione attiva all'interno. il governo di Roma virerebbe cli IJorclo. magari a <'osto della più ridicoh figura. ;vra non si ha, per ora almeno. alcun indizio serio dell'una o dell'altra event ua-– lità. pur non potendosi escluderle con sicu-– rezza. Per ora ci6 che si vede (, questo: - al– l'esterno, le potenze cli grosso calibro. come la Francia e l'Jughilterra. dopo i colloqui ''pacifisti" di Lavai e Mussolini a Roma, sembrano pi(1 che sodisfatte che l'Ttali:t s'inipi/di nel ginepraio africano. senza con-– tare gl'imhrogli .-uropei. in mezzo ai quali se ne servono come della zampa del gatto. A]l'interno il faRcismo puo essere spinto alla gueITa. anche suo malgrado, dall'ur-– genza cli deviare verso passioni e attivita belligere una irrequietezza crescente delle nuove generazioni. che dal di dentro dello stesso partito dominante accenna a passar!' inconsciamenle i limiti conciliabili con le franquille digestioni dei t'livoratori al po– tere. Senza ri-eclere c. una r~ale volonta di guena degli oppressori d'Italia. cui solo interessa la più comoda guerra interna co11- tro un popolo inerme, che credono di poter calpestare P depredare sempre più impune– mente, i loro stessi intrighi diplomatici al cli fuori e fa duplice demagogia imperia– lista e corporazionista al cli dentro possono averli cacciati in un vicolo chiuso, eia cui non vi sia altra via d'uscita .che la guerra. E allora una guerra coloniale pu6 eisere loro sembrata la 1neno peggio, la più eco- nomica e meno rischiosa. RlYJ~:\"lll'l'A: l'f'r 01,rni coJJia $ o.o;; • (Negli altri paesi lo stesso prezzo, equivalente a cent. 5 di d:)lfaro. - Sconto d'uso ai rivenditori.) ltuesta guerra appare fol"se ad essi come una ea,·ata cli_sangue per abbassar la pres– ,,none, a.ppalfnerebbe nella gioventu più c.1ecamente smce,·a la megalomania nazio– !1sta coltivatavi ad arte, soffocherebbe in benne le vaghe velleita novatrici ciel cosi– d_etto fascismo di sinistra, e coprirebbe in– fm~ ?~I pretesto della forza maggiore una clef11ut1va nt1rata del nullismo corporazio– n 1~ta, che da tanti anni inganna l'Italia e 11 mondo con le sue ciarle e menzoo-ne dietro le quali altro fallo concrelo non° v'é fuori_ dell'o1·ganizzazione stalale, puramente pol1z1esca. della schiavitù proletaria. A.nche noi non siamo lungi eia! pensare che, se nna guerra ha eia esservi, quella colonrnle, s·ia pure infame come lutte le a_ltre,_ si pre~e1~ta con nn bilancio preven– tivo fra prof1tt1 e perdite meno sfavorevole ai tiranni d'Italia. d'una guerra ai confini. ?ar?bbe, fra l'altro, più difficile pel popolo italiano sbarazzai-si cli loro ne.J caso d'una sconfitt~ militare. perché il popolo reste– rebbe disarmato in palria, mentre i suoi figli armati, divi3i e l011tani da lui sareb– bero più t'acilmente lasciai i perire ~ inuti– lizzali nelle inospiti ambe africane. Anche in tal caso uua. rivoluzione italiana sarebbe lostesso desiderabile e possibile; e, mall-(rado tutto, i rivoluzionari dovrebbero lostesso cercare di prepararvisi e prepa– rarla pc,· trarre da 1111 male 11011 voluto -) deprecato tutto quel p6 cli meno peo-.rio che la nuova situazione permetlesse. Fr:/\ tanli svanta 6 gi, in caso di sconfitta in Africa vi sarebbe pure il vantaggio notevole di no 1{ aver ria temere l'intervenlo in. tenitorio italiano cli un'A.bissinia vit·toriosa, come dei tedeschi in Russia nel Hn 8. a soffocarvi, frenare o deviare la l'ivoluzione. Ma 11011 hisogna poi farsi troppe illusioni. La guena é sempre l'occasione meno au– gurabile al vero tr·ionfo d'una rivoluzione liberatrice. Nella migliore ipotesi facilita il . trionfo materiale, - e puo facilitarlo, sia dopo una sconfitta militare, sia. benché rH meno. in r:aso contrario; -- ma lo guasta. in gernw e ·lo vuota della maggior parte dei risultati poRiti vi cli b enessere e di li– berta <'ile se ne spera.no. Noi vorreninw anche t'osi, non p,1tentlo altrimenti la rivo– luzione; e non meno anlent.emente: '.Vfanon dobhia1110 nasconderci, anche per essere preparati a vincere le relaJive dil'firolla. che la sua origin ~ bellica crePrà altre con– clizio11i psicologiche e <li l'alt.o prnpizie al risorgere prima o poi delle tirannie abbat– tute. le mPclesimP od :tllre. che sara pure doveroso ma. assai più falicoHo scongiurar<'. Orbene. una gue1Ta coloniale presenta sn per giù gli stessi inconvenienti rii ogni al-– tra guena. dal punto di vista rivoluziona– rio, mentre offrirebbe meno orcasiou i n mezzi maleriali cli i11sorgere Yittoriosa– mente contro il governo responsabile. Prr ci6 non condividiamo 1rnnt.o certa inconsci:i. compiacenza clrn na.J)ela in questo momen– to dal 1ingnaggio parlato, scritto e slam– pato di molti antifascisti_ che fidano troppo sui grattacapi e pericoli mi il govcmo di Mussolini va incontro con la nuova guerra africana. Inutile clirc che non sono certo i gratta– capi c pericoli rlel faf\cismo che ci preor-

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