Lo Stato Moderno - anno VI - n.3 - 5 febbraio 1949

LO STATO MODERNO RASSEGNA DELLA STAMPA Stranezze di un Cong_resso Non molta gloria ci sembra abbia raccolto, nella stampa. italiana, il Con– gresso socialdemocraltco del Dal Ver– me. Cerio non gli sono mancati alcu– ni peana, provenienti, com'era !]ell_a logica delle cose, dalla sta_mpa I!]dI– pendente ma in realtà m1111steriale, la quale salutava con gioia il < nu_ov<_> corso nazionale > che Saragal s1 e sforzato d'imprimere al Congres~o. Ma quella stessa stampa, a cose ult1male, si è. trovata nella necessità di regi– strare che Saragat si era gmocato trop-po a buon merca lo i I suo ruolo di leader morale del Partito, passa~– do, armi ideologiche e ~agagho tatt1- co. alla destra andreomana. Le_ co~e tendono ad andar meglio, t1;11t_av1a, !11 questi ultimi giorni, se _la s1111stra_. 111 Direzione lamenta che 11centro s1 la– sci. a R~ma, rimorchiare da quella destra dalla quale fieramente aveva voluto distinguersi a Milan_o, non ap– pena si seppe che A~dreon1_ av~va da– to jJ suo consenso e 11non 111d1ffere~– te peso della sua prestigiosa e preci– sa eloquenza alla mozione Saragat– D'Aragona. Ma se_ cosi le ~ose vanno ora procedendo, s1 è perchc quel Con– gresso fu uno stranissimo Congresso, dove tutti (salva ci sembra la presen– za di Calosso alla tribuna) erano rela– tori ed illustratori di mozioni, ma nessuno, delle varie lende!17:e, venne su con argomenti po)em1c1 contro quella o questa relazione! nessuu;o ùisse fino in fondo dove 1 _democrt– stiani al governo e~an~ st_al1. 1:oppo placidi collaboralor1 dt g1usltzta so– ciale, nè come si potesse pretend~re la federazione europea ora e subilo da De Gasperi, e via dicendo. I SODDISFATTI Cosi, passate le prime perplessità, sorsero le voci di profondo malcon– tento da tutte le parti. E pochi die– dero a quel Congresso un c_onsi:ns? pieno e indiscusso. Tra qu~sl! u!t1m1, vorremo re"istrare due voci socialde– mocratiche O non perchè sia del tutto pacifico che i socialdemocratici sia– no soddisfatti del loro Cong:e~so, _m~ proprio al contrario, perche 1 prunt insoddisfatti sono loro. . . Il primo articolo che r_eg1str!amo è del noto socialdemocraltco ltgure Betti notti (e Il co~re so del meno peggio >, Secolo XIX, Genova, 29. ge~– naio). Il titolo di.ce abbastanza 1! s!– gniflcato della tesi; che ~ que_sta: 1! Congresso si è conchiuso. 111chiave d1 e possibilismo>. A molli questa po– trebbe sembrare una qualifica di ~e– mer.ito: non al Bettinotti, il quale !"– tende che l'azione politica del Parhto sia regolata sulla relatività delle cir– costanze anzichè sulla r!g_idezz~ de~lt: ideologie. A segreta dehz1a dei sol_111 intellettualoidi della politca, regal1~– mo anzi questa citazione del Beth– notti: e E come, senzç cadere nell'in– genuità, e peggio, nella. c_i urmeria, vo– lere che la realtà ubbidisca alle pre– concette ideologie e non, com'~ la– palissiano, che siano le ideologie ad ubbidire alla realtà>? Bravo Betti– notti: intanto l'Azione CattoHca, che in fallo di ideologie sa quello che vuole. lavorerà a rimuovere gli osta– coli indiretti che la realtà italiana an– cora frappone alla instaurazione di una società cattolica: e lui, Bettinol– li alacre e fermo ad adattare l'ideo– Jdgia alla realtà: lapalissiano, cbe diamine! . Un altro entusiasta è il Cafiero, d1 Napoli (e Dopo _il Congre~so >, Roma, Napoli 2 febbraio). Il C?flero ~a. cer– to un motivo di rammarico, e c10e che a i\lilano i problemi mcridiol!ali non siano stati peranco acccnnalt:. come se n.e fosse stato minimamente accen– nato un qualsiasi altro di quell\ che ogni partito socialista, che faccia al– tro che sollevar questioni di collabo– razionismo o anlicollaborazionismo, dovrebbe a"ilare: precise questioni di riforme, va°gliamo dire, delle quali a l\lilano solo il titolo di continuo e– cheggiò, ma non ci fu una minima relazione di studio, diretta a propo– ste parlamentari alle quali il Congres– so impegnasse il Partito _ed i_lgr~1ppo parlamentare. Anche qm! prn1:crn o nbn piaccia il suo umorismo, 11 solo ad accennarvi fu il Calosso, nè rela– tore nè presentatore di mozioni. Tut– tavia a questo il Cafiero in certo mo– do accenna, quando indi~a ai ministri del Partito di occuparsi, senza ulte– riori bizantinismi, delle enormi diffi– coltà inerenti alla disoccupazione e alla mancata politica di emigrazione. CONSIGLI INTERESSA TI E passiamo alle voci dei ~al~on– ten ti. Per un fenomeno comumssimo! malcontenta è l'opinione italiana d1 destra, la quale av,·ebbe visto con oc– chio carico di commossa benevolenza il passaggio dei piselli, tout courl, all'opposizione. Ne nasce la grottesca conseguenza che questa _stampa. di de– stra 11·ibuti i suoi elogi propri!? all_a sinistra del partito, quella mass1malI– sta che sa almeno quello che vuole. Nei e Socialguazzabuglio > del Con; gresso (tale il titolo di U!1 foi:tdo d1 Alberto Consiglio nel R1sorg1menlo del 28 gennaio) questo scrittore rileva che stando al Governo, i socialdemo– cratici avallano la e reazione> demo– cristiana come nella C.G.I.L. avallano quella cbmunista. e Più seria la lesi della minoranza del Congresso. La d~– mocrazia del nostro Paese non ha bi– sogno di un partilo socialista, vellei– tario, vacuo, vanitoso e presunllfoso_, che stia al governo per pavoneggiarsi, e che discrediti, innanzi ai lavorato– ri i principii della socialdemocrazia. Q~esto inconsistente riformismo ltt1; portalo i comunisti al controllo quas\ totale delle maestranze delle grandi fabbriche. La democrazia del nostro Paese aveva bisogno, specia_lm_enle con una maggioranza democrzsl1ana, di un partilo socialista vivo, che a– vesse combattuto all'opposizione, eh!! avesse conquistalo, con la lolla assi– dua un'aliquota della massa lavora– lric~. Noi democratici non vogliamo che i lavoratori perdano la loro bat– taglia. -Voi vogliamo solo che essi la 71 JTALIANA vincano senza legare il loro destino a quello ,:/ella burocrazia sovietica>. Il suggerimento, altamente di_sint_e– ressato trova il coronamento logico 111 un ediÌoriale del destrissimo Giornale della sera e Marx e S. Tommaso>, del 26 ge~naio: qui l'argomentazione diventa diabolica, e suona così. Come potete iJludervi, voi socialisti_. eh~ il partito di San Tommaso ?Peri mai lt: riforme di strullura predicale da voi marxisti? Se voi non bluffate, quello che volete è la nazionalizzazione dei mezzi di produzione; ma, in parole povere. questo significa soppressione quasi totale della propriet_à privala; ed è notissimo che la Chiesa tutela il concetto della proprietà. E allora? O restare al governo rinunziando al socialismo, o restare social!sti ma u– scire dal Governo. Il rag10namento è un po' grosso: collima ad ogni mo– do perfettamente con le tesi comuni– ste contro la socialdemocrazia. Ma gli alleati, infine, che cosa di– cono gli alleati democristiani? Non ~on.o entusiasti, naturalmente. Ecco due esemplari. I/articolo di Alessan– drini « La crisi del socialismo >, nel Quoddiano del 29 gennaio, dove i sa– ragatiani sono individuati come e pro– testanti> del socialismo, in una im– postazione che evidentemente 1:on_s!– clera il comunismo come una m1slth– cazione della coralità collettiva pro– pria del cattolicesimo; e l'art. dell'on_ Quarello (< Contraddizione perma– nente) nel Popolo nuovo del 5 feb– braio. Dice il Quarello che i socialde– mocratici, se vogliono camminare coi democristiani, debbono tenere la testa e il corpo esattamente <!alla parte da cui sono volti i democristiani: non la testa di qua e il corpo stravolto di là. Discorso sigificalivo, dopo che De Ga– speri avrebbe dello che, se sta .a qu~l posto, ci sta perchè è ce_rto. d~ tesh– moniare per il Regno dei C1eh. Benissimo per De Gasperi: ma è u– na s.ingolare funzione per un goyer– no di uno Stato moderno, postrma– scimentale, postilluministico, po~tro– mantico, postliberale, postcomumsta. Noi ci spieghiamo che il corpo social– democratico sia riottoso. E che non sia sempre entusiasta di farsi rimor– chiare dal e possibilismo> celebrato dal ligure Bettinotti. Del nuovo ad Ovest Il sopraricordato Giornale della Se– ra ha, sotto questo titolo, l!-Pe~~ouna libera tribuna sui problemi pm scot– tanti della politica internazionale. Segnaliamo la tesi fondamentale del– l'ex ambasciatore fascista Cantalupo, dimessosi a suo vanto nel 1937, che è la classica tesi nazionalistica: nessun patto militare senza gli elementi_ J?O– sitivi del riarmo; nessuna. pol(hC~ e nazionale> che non coaguli tutll gh elementi e nazionali >. E chi son de~– si? Ma diamine, i <fascisti>: ai quali, secondo il Cantalupo, il Governo del– la Repubblica continua a far torto. Ma dove, come, quando? u. s.

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