Lo Stato Moderno - anno VI - n.3 - 5 febbraio 1949

62 LO STATO MODERNO l • •· IL CASO DELLA "WALDEVIT" DI MODENA Dai primi di dicembre, in tutte le aziende indu– striali metalmeccaniche della provincia di Modena è in atto la « non collaborazione». Siamo ormai al ter– mine di questo lungo esperimento di una nuova forma di azione sindacale. E' stata una audace prova di forza da parte della Camera del Lavoro locale che si conclu– de _conun completo fallimento. Il bilancio negativo di questa esperienza anzitutto dimostra che. anche in un ambiente politico favorevole, vi sono dei limiti per l'azione sindacale che non si possono superare se non si passa all'azione diretta: sconfinando "cioè sul terreno pr·opriamcnte rivoluziona rio. Inoltre, ciò che più con– t11,questa esperienza ha posto in essere un precedente nuovissimo, per il nostro dopoguerra, di resistenza pa. dronale. Ed è certamente significativo il fatto che la rrazione padronale ad un ìnconsulto atteggiamento del- 1.r organizzazione sindacale dei lavoratori abbia potuto n f"rermarsi, in una forma così risoh1ta, proprio nell 'epi– tentro modenese dell'« Emilia rossa». C'è veramente qualche cosa di nuoYo, nell'evolver– si della situazione. Il caso della« Waldevit » è un primo sintomo. che sarebbe errore trascurare. E' un ammoni– mento per tutti. Dopo che lii sua azienda, da oltre un 111Pse, era sottoposta ad una forma feroce cli « non col- 1:lhornzione » (la produzione era scaclutn a circa un 1t•rzo). il Waldevit ha licenziato tutta la sua maestran– z I ed ha quindi ripreso una lavorazione ridotta eon personale di nuova assunzione SYincolato da ogni re– golamento sindacale. La Cllmcra del LavorQ ha accu– sato il colpo: anzichè inasprire ed estendere, l'agitazio– n(' come aveva min 1cciato di fare, virne via via rinun– ziando alla « non collaborazione> nelle altre r.zi< 'nde dove ~ra stata attuata. in forma pii'1 blanda, per soli– darietà. Premesso che le fonclerir vV alclevit di Modena sono di recente costituzione (non hanno neppure 15 anni di Yitn); che. dopo la guena. gli impianti sono stati ri– rnod<\mati e fig-urnno fra i più perfezionati oggi in uso in Italia. è interessante conoscere i precedenti della ,·ertenza: perehè ci offrono il quadro clinico· di una situazione sindacale, che si è venuta acuendo con aper– k fo1·me cli sopraffazione, finchè ad 1111 certo rnom<'nto l' Roi-ta, risoluta e puntnale, la r<'azione pnclronale. Occorre snperc che, nella provincia di Moclena. è in vigore un accordo che prevede, a favore delle mae– stranze delle Hziendc industriali metalmeccaniche, un sistema di cottimo collettivo con premi di produzione 1·he possono anche ragguagliare e supcrnre la paga ba– se. rel novembre scorso. la direzione della «Waldevit», alle cui dipendenze •lavorano circa 300 operai, propose una revisione in termini contrattuali cli questo cottimo. allo scopo cli eoncorclare un sistema misto capace di nssicueare per tutti i dipendenti un minimo cli cottimo ed, inoltre. un soprnpremio individuale. La proposta r1·a stata motivata con la considernzione della ma1?giorc irnportnnza che assume, nrlla lavorazione delle fonde– rie. la capacità individu11lc dei singoli operai, che Yen– gono di Tegola impiegati a coppia. Alla richiesta della « Waldevit > rispose llll vio– lento attacco personale contro il titolare dell'azienda. pubblicato sull'organo della federazione provinciale co– munista con la firma del segretario locale della F.l.0.M. Il Wnldevit si considerò offeso e, tenuto conto che è ancora in discussione davanti alle organizzazioni sin– dacali centrali la questione sul libero accesso dei d,ele– gati sindacali nelle fabbriche, diffidò pubblicamente, davanti ai suoi operai, l'autore dell'articolo ingiurioso a non rimettere più piede nella sua fabbrica. Qualche giorno dopo, mentre il W aldevit ed il di– rettore dell'officina erano assenti, il segretario provin– ciale della J<.,_l.Q.M. si introdusse nello stabilimento e vi tenne un comizio. Allo scopo d'impedire un inter– vento della direzione, cinque o sei operai presidiarono la portineria ed il telefono per tutta la dhrata della manifestazione. Costoro furono poi aenunziati per vio– lenza privata ed insieme licenziati in attesa del giudi– zio. Non solo, ma poichè alcuni di essi facevano parte della commissione interna nominata di recente con ele– zioni irregolarmente tenute (per alzata di mimo. su li– sta unirn: anzirhè su liste proporzionali e con voto se– greto, come prescritto), la direzione della « Walclevit » eontestò la validità del mandato, negando a Ila O.I. qualsiasi potere di rappresentanza sindaca le. Ci fu inol– tre quest'altra complicazione: uno degli operai licenzia– ti, iscritto al P.C.l., fu delegato da (JUesto partito per tenere un comizio politico entro lo stnbilimento. Il Wal– devit negò ·l'autorizzazione e, questa volta, la «Celere» fece rispettare il divieto; così come, qualche giorno pri– ma, aveva cos1retto i licrnziati a restare fuori dalla fonderia dove essi avevano tentato di tornare a lavo- rare. Ehbc così inizio uno sciopero ad intermittenza e fu posta in atto la « non collaborazione >i; la quale fu poi estesa, per solidarietà. a tutte le aziende similari della provincia. ma in una fot·ma, come si è drtto. assai più attenuata. Nella fonderia Waldevit la « non colla– borazione» aveva portato ad una caduta della produzione del 60 per cento. Inoltre, alcune consegne fatte ai clicn- ti, in qnel periodo, furono contestate, perchè i prodot- ti non superavano le prove di collaudo. Dopo tre settimane, la « vValdevit » chiuse i can- celli . .Ma poi, per l'intervento delle autorità locali, si riuscì a stabilire un accordo per la nomina cli una com- 1 missione arbitrale che doveva giudicare sulla liceità del licenziamento dei 6 operai denunziati all'autorità giudiziaria. La commissione aveva avuto tre giorni cli tempo: tenne una prima riunione, ma non riuscì a por- tare a termine il suo lavoro nel breve tempo assegna– tole. Perciò la Camer:i del -Lavoro denunziò l'accordo. A llorn la d"irczione dell'azienda decise il licenziamento J in blorco cli tutta la maestranza e fece conoscere al- J l'Ufficio del Lavoro il suo proposito di assumere, eon un nuovo contratto, degli operai allo scopo di riprcn- clerc subito una lavol'azione 11 ritmo ridotto. Con questo contratto il Walclevit, che è fuori dalla assocjazione in- dustriali, non riconosce alcun diritto cli rappresentan– za alle associazioni sindacali dei lavoratori ed impcgnn J i suoi nuovi dipendenti a non praticare nè la « 11011 col– laborazione>, nè lo sciopero intermittente. Pieno ri- I spetto però delle condizioni salariali in vigore. Dei vecchi operai, solo il 10 per cento è ritornato I per ora al lavoro . .Molte sono state però le t·ichiestc cli assunzione da parte cli elementi disoccupati (special- J mente fra profughi giuliani) : ne sono state accolte più di un centinaio. I licenziati tentarono, in un primo mo-1 mentoJ un'azione cli forza contro lo stabilimento che aveva ripreso a lavorare-; ma ne furono dissuasi dalla J I

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