Lo Stato Moderno - anno V - n.15-16 - 5-20 agosto 1948

LO STATO M·ODERNO 355 Finanziamento del mercato e disponibilità bancarie 1. - Alla fin.e del 1938, i mezzi propri \JJatrimonio) delle aziende di credito (Istituti di diritto pubblico, Ban– che di interesse nazionale, di Credito ordinario e Popo– l~ri cooperative, Casse di Risparmio e Monti di Pegno) erano valutati a 6,7 miliardi (d.educendo dal loro ammon– tare la voce e immobili > dell'attivo di bilancio e impu– tandola come contropartita attiva di una quota del patri– monio. L'imputazione e la deduzione si giustificano per il carattere di immobilizzo di tale voce, e più ancora per il fallo che gli immobili, nei bilanci bancari, non sono stati rivalutali nel dopoguerra). Alla fin -del 1947 questi mezzi ammontavano, con corrispondente deduzione, a 14,8miliardi, con un aumento "da 1 a 2,2. I mezzi posti dal pubblico a disposizione delle azien• de di credito (depositi fiduciari, .con li correnti di corri– spondenza con clienti e assegni in circolazione) ammon– tavano a 58,9 miliardi alla fine del 1938, e a à.117 miliardi alla fine del 1947, con un aumento da 1 a 19. A fine giu– gno di quest'anno, l'aumento si può calcolare a 24 volle. Sommando i mezzi propri coi mezzi del pubblico, si ha fra il 1938 e oggi un aumento da 1 a 22. Poichè il livello dei prezzi all'ingrosso è aumentato all'incirca da 1 a 52 e quello dei prezzi al minuto da 1 a 50 (in base agli in– dici dell'Istituto Centrale di Statistica), ne viene che il patrimonio bancario non coperto da immobili si può con– siderare quasi volatilizzalo, e che la complessiva capacità di finanziamento del nostro sistema bancario è attual– mente inferiore alla metà di quella di anteguerra. Per giudicare però della misura in cui oggi il sistema bancario può provvedere alle esigenze di flnanziamen lo <lei mercato nazionale, bisogna tener presente che il nostro mercato attuale è, in' volume reale, pari a circa 1'80% di quello di anteguerra (1938); e che perciò il volume mone– tario degli scambi cui le banche sono chiamate a presta– re il loro sostegno è pari a circa 41 volle quello di allo– ra (50/52 per 0,80). La capacità di finanziamento del si– stema bancario, riferita al mercato in cui si esplica, i.· quindi poco meno che dimezzata. Questa diminutio capilis del sistema bancario si ma– nifesta non solo considerando questo dal punto di vista della sua funzione creditizia attiva, di finanziamento cioè dell'allività produttiva, ma anche <lai punto di vista del– la sua funzione monetaria, ossia di centralizzazione dei fondi e delle riserve liquide della collettività. Alla fine del 1938 ogni lira in circolazione alimentava lire 2,55 ,li depositi bancari; cosichè questi rappresentavano una mas– sa di fondi e riserve liquide pari a due volte e mezzo la massa consentita dalla moneta legale trattenuta presso <li sè dalla collettività. A fine giugno di quest'anno, il rap– porto è solo (circa) da 1,55 a 1. 2. - Questi rilievi sembrerebbero in aperto con tra– stocon la constatazione che - eccezion fatta per l'ultimo quadrimestre dello scorso anno - nel dopoguerra, e an– che ora, la liquidità bancaria eccede i complessivi limiti lècnici di gestione del nostro sistema bancario. In. altre Parole, le disponibilità bancarie eccedono le esigenze di finanziamento del mercato. In realtà, -un mercato povero ha esigenze di finan– ziamento bancario inferiori più che proporzionalmente a quelle di un mercato ricco. Correlatamente, l'esperienza di questi anni conferma che all'impoverimento del mer– cato si accompagna - specie •in una economia a larga baseagricola come la nostra - una relativa estromissione dei sistema bancario dal mercato stesso; e, viceversa, al– l'arril'chimenlo del mercato si accompagn.a una intromis– sione relativamente crescente della banche nel mercato. Un'economia impoverita non è ·una semplice riduzione, suscala minore, dalla più ricca economia da cui provie– ne; è un'economia nella quale l'utilità del sistema ban– cario,sia attiva che passiva, è decresciuta più che propor- zion.almente al grado di impoverimento. Il contrario av– viene in un'economia in fase di arricchimento. A fine guerra, con un volume reale del mlrcato ri– dotto alla metà, i mezzi bancari non solo si erano ridotti in misura doppia, ma erano pure utilizzati (crediti :i.i clienti) per poco più di un quinto soltanto, soddisfacen– do con tale minimo volume di impieghi alle esigenze del mercato stesso; e i depositi bancari non rappresentavano più che gli otto decimi della circolazione. Da allora, man man.o che ha proceduto la ricostruzione economica e il vo– lume reale del mercato è salilo progressivamente all'80% dell'anrnguerra (estate 1947), anche il rapporto d'impiego nel mercato dei mezzi bancari si è incremen lato, rapida– mente giungendo all'incirca al limite prudenziale di ante– guerra, e il rapporto dei depositi bancari alla circolazio– ne monetaria è salito a 1,50 (giugno 1947). L'arricchimen lo del mercato ha portato con sè un più che proporzionale reinserimento delle banche nel mercato. 3. - Questa constatazione però lascia egualmente senza risposta la nostra domanda: perchè il reinserimen– to bancario non è andato oltre il limite che si è visto, e nel contempo la produzione, ali' attuale livello, può consentire un largo margine di liquidità bancaria (non prendendo in considerazione l'indisponibilità dei fondi tenuti dalle banche presso la Banca d'Ita1Ìa in ot– temperanza alle norme di e disciplina del credito>). Per rendersi conio di questa realtà ed evitare di ca– dere in errori, bisogna avvertire che l'attività economica comporta tutta una superstrutlura di rapporti creditizi ~ell'ambilo del mercato, rapporti che possono essere più o meno complessi data una determinata e base> reale - un dato volume produttivo - e che possono aumentare più o meno che proporzionalmente al mutare della base. L'inserimento bancario (attivo e passivo) si attua nel– l'ambito• della superstruttura e non della base; e quindi il legame fra risparmio (reale) e deposito, fra capitale d'esercizio (reale) e conto corrente è mediato e mutevole. Quanto abbiamo ora detto in merito all'economia impo• verita e al procedere dell'inserimento postbellico, n.on si– gnifica solamente una estromissione e reimmissione riel sistema bancario legate ad esigenze reali -dell'attività eco– nomica, al volume della produzione reale; significa aHre– sì un mutamento di superstruttura creditizia del merca– to, e e quindi > di superstruttura bancaria (attiva e pas– siva). La diminutio capitis del sistema bancario è bensì legata al fatto che l'impoverimento causalo dai bisogni di guerra, e quindi dal drenaggio delle risorse disponibili attuato con l'inflazione (bellica), si è risolto nel dissolvi– mento delle scorie e in una minorazione del capitale d'e– sercizio (reale) della collettività, assai maggiore della mi– norazione accusata dal capitale fisso, dal fattore terra e dalle risorse lavorative, e quindi anche dal volume della produzione; e ciò perchè i depositi bancari (che costi– tuiscono oltre i n.ove decimi dei mezzi bancari) sono' ap– punto legati ai risparmi reali e al capitale circolante rea– le della collettività. Ma in grado molto maggiore guerra e inflazione bellica hanno distrullo la superstruttura credi– tizia dell'attività economica, e la riçostruzione di questa è, per sua natura, ancor più delicata della ricostruzione materiale. Dalla fine della guerra al settembre scorso, la ricostruzione del capitale d'esercizio è proceduta in mi– sura sufficiente a ricostituire scorte e consentire l'attuale volume produttivo (l'inflazione postbellica ha consen\ito, non solo in Italia, l'autofinanziamento delle imprese e la ricostruzione del capitale d'esercizio); mentre l'aumento dei depositi bancari in tetmini di potere d'acquisto è rima– sto mollo indietro. Dai settembre ad oggi il capitale d'e– sercizio della nazione non dovrebbe essere sensibilmentii aumentato;' invece i depositi bancari si sono largamente incrementali in termini monetari e ancor più in termini reali. •

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