Lo Stato Moderno - anno IV - n.3 - 5 febbraio 1947

LO STATO MODERNO 137 RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA Il dibattito sulla ~risi Alla insistente domanda, se la crisi fos– se O no evitabile, e cioè se, in base ai dati di fatto (dimissioni Nanni, conclusioni del Congresso Repubbl:cano, scissione socialista) De Gasperi avrebbe potuto appagarsi del tradizionale rimpasto, la risposta non potrà darla che il nuovo Governo, nel prossimo avvenire. Se do– vesse essere .un governo più efficiente, su un piano ben determinato di rior– gan:zzazione irruned.iata dell'economia, della produzione, de1la burocrazia, ri– sponderetno che la crisi non doveva essere evitata. Se neanche qu~to go– verno funzJionerà, comprenderemo al– lora che non poteva essere evitata, per– chè dovremo interpreota:rla come un so– prassalto vistoso di una p:ù larga cri– si su cui oolo forse le future elezioni potranno <bre una parola decisiva. Certo si è che a'.la sua radice stanno due fatti più importanti che non le oc– casioni politiche su ricordate: e cioè, per un lato, una impotenza universal– mente riconosciuta del precedente go– verno; d'altro lato, l'intu:zione che era lecito prestare a De Gasperi, che fosse possibile, e perciò obbligatorio, tenta– re un governo fuori della formula tri– partita. Ma questa intuiz:one compor– tava una s~ie di vasti problemi po– litici, ben più vasti che non appaia dal'.e mal r:uscite dosature tattiche della composizione governativa, e dal– le più o meno rumorose scaramuccie della crisi. FUNZIONE DEL TRIPARTITISMO De,}tripartitismo, ai:cuni mesi fa 1·on. Togliatti, in una intervista al Tempo, aveva abbozzato una interpretazione critica, designandolo come un momen– to del processo storico del popolo nel– la sua disposizione ad una guida socia– lista. Ancora in piena crisi, Umb~rto Terracini ribadisce aH'ingrosso questa interpretazione, quando scrive (« Signi– (icato del tripart:tismo •, Unità, Roma 28, !): « H tripartitismo ha costituito "ante 1litteram" il midollo idea.le e com– battivo tdei Comitati di liberazione e quindi della Resistenza: il tripartitismo tenne a battesmo l'unità ,sindacale; es– so fu che spinse decisamente sul pia– no repubblicano ,la ruota della nostra storia. E basta rileggere i progmmmi elettorali dei tre partiti tper ,convincersi che - ammessa ,a buona fede di cia– scuno di essi - il governo tripartito non era .sorto che .a riconferma di un processo politico di lunga portata, nel cui corso il nostro Paese va respingen– do nel retroscena, t<1 grande fatica, la sua vecchia e deteriore classe diri– gente•. Ora Terracini acousa la Democrazia Cristiana di non avere compreso que– sta funzione storica del tripartitismo, che per i comunisti è tutt'altro che ter– minata; i democristiani interpretereb– bero il tripartitismo come un pis aUer dovuto a:la configurazione dell'Assem– blea, ma da dissolvere al più presto. Ed è taci:e a T~raclni ironizzare su Questa dissoluzione, col domandare ai democristiani se pensano di poter rea- Hz.zare con le destre quelle riforme di struttura economico-sociale che non so– no finora riusciti al governo tripartito. Ma il fatto è che il tripartitismo si era ridotto ormai ad un bipartitismo, cioè ad un dualismo e ad una opposizione neK'ambito d~'i governo stesso. Ciò ap– patre evidente nella problemat:ca stt>s– sa della crisi, e bene ha colto il fatto Luigi Salvatorelli (• Scilla e Cariddi •l su:la Nuova Stampa del 24 gennaio. H Sa'.vatorelli spinge la diaenosi di que– sto dual:smo ad una formulazione tan– to più chiarificatrice in quanto senza dubbio razionalisticamente esasoerata. Ma daBa sua analdsi dell'antitesi co– munista-democristiana, esce anche esplicitamente la necessità di risolvere ne'1l'opposizione o nel compromesso an- 1ichè nera lotta civ:le l'antitesi stes– sa: giacchè l'esclusione da un governo puramente democristiano dei comuni– sti • sarebbe intesa, da queUa parte dell.a classe operaia ch€ milita nel co– munismo come un proprio ostracismo, come la costituzione di un governo e di un regime antiproletario, e quindi come la vrova definitiva che i! meto– ,1,, legalitario per le aspirazioni ope- raie non serve». - INCERTEZZE DEL CENTRISMO La formula di un governo di centro sinistro era stata enunciata or non è molto, prima della cris:, da De Gaspe– ri stesso. Se J'esc:usione dei comunisti, come ha ben vjsto Salvatore:li, è im– possibile, è vero d'a,ltra parte che la paraUsi governativa (che non è sdlo dovuta ad incompatibilità politica, ma ben anche com'è noto, a paralisi del– l'apparato statale: c!ir. • Governo ef– ficiente• dell"on. G. Canepa, Corriere del Popolo, Genova 25, I) doveva aver tzrrnine. I democristiani si dicevano pronti ad assumere da soli la respon– sabilità del governo, e la chiedevano ora nettamente e apertamente (ad es. don Ernesto Pisoni, sull'Italia del 23 gennaio: • Il Governo che il Paese at– tende •l, ora in forma più circostanzia– ta (« Vogliono i comunisti dimostrare anche ai ciechi la !ero buona fede? Se il Paese si avvierà verso un governo di centro, accettino la loro .parte e la loro funzion di minoranza, nel rispetto più scrupoloso del metodo democrati– co». E Malvestiti: « Governare da so– li », Democrazia del 26 gennaio), ora non senza più vasti acc~nni alle condizioni di una s:mile opera2lione (• Il Governo tanto meglio governerà quanto più trar– rà forza da larghe rappresentanze del popolo attorno al Partito della D. C.•, editorale del Popolo, Roma 24. 1). Que– ste progressive attenuazioni di un'esclu– sività democristiana al governo recano il segno della mente po:itica piuttosto manowatrice di De Gasperi. Al quale un geniale suggerimento ad un signi– fkativo •trasformismo• veniva da F1i– liimo Bur2lio (• Verso il quarto trasfor– mismo?• La Nuova Stampa, 22 gen– naio). Significativo nel senso che il centrismo di De Gasperi, se conseguen– temente svil,uppalo, av.rebbe dovuto im– pegnare su problemi urgenti e concre- ti tanto le destre quanto le sinistre, di– sincagliando:e per il momento dalle pungen li estremità ideo:og:che. RIGORE DELLE DESTRE Naturalmente I comunisti hanno resl– stlto - ma non troppo, date le loro lar– ghe riserve tattiche - a lasciarsi as– sorbLre e ridurre dal centrismo di De Gasperi: massima testimonianza, Il no– to art:co:o di Togliatti (« Il tamburino e il tamburo •, Unità del 28, 1) che po– neva, come condizioni alla col'.abora- 2lione, l'immissione dei comunisti nei più segreti congegni governativi (sotto– segretariati alla Presidenza e agli In– terni), ma ripresentava in forma estre– mamente diluita e quasi dd sfugg:ta le richieste dei programma massimalisti– co del suo partilo. Ma se Togliatti ha giocato con dtign:tà remissiva e con mo– bile fermezza, b<ai più inabile è stata l'opinione pubblica della destra. Que– sta non ha inteso che il centrismo di De Gasperi era di per s'è già troppo travag,liato e che non era utL:e ulte– riormente intralciarlo con una asper– rima polemica contro le sinistre; ed è usci,ta in invoca2lioni di esclus:one e di •fin de non recevoir • che 9i leggono esplicitamente neg:.i editor:a•li dell'Ita– lia Nuova del! 24, I, o del Mattino d'Ita– Ua del 26; e implicitamente nel:a pro– sa dei liberali, quale quel:a non ecces– sivamente felice di Panfilo Gentile: • Non sono il Paese•, sul Corriere Lombardo del 29, I. La conolusione è stata un rinvigorimento delle posizio– ni dehla sinistra e in.fine il governo gravemente equiV'OCo in cui è sboccato l'intrepido ma non abbastani;a provvi– do centrismo di De Gasperi. UN COMMENTO EQUILIBRATO Equivoca appare per molti rispetti la formazione ministeriale, nel senso che U De Gasperi non ha ottenuto lo ~pe– rato a:largamento del governo, in vista del quale aveva indubbiamente provo– cato, con tanta risolutezza, la crisi. Ma è molto, per De Gasperi, aver consegui– to un governo nel quale il suo prestigio è più alto e che g'.i permette quindi maggiore scioltezza d'a2lione. E natural– mente un.a più spiccata responsapilità personale. In questo senso conclude l'e– ditorialista del Messaggero (« La solu– zione •, 2 febbraio): • La jforza vera de!!'on. De Gasperi non proviene dai partiti, nemmeno dal suo ,partito, ma tda1l Pa.ese, che vede in lui un is!ncero, wn fedele 1Servitore tde.Ua cosa pubblica, untcamente preoccupato di superare -nel modo migliore la od.iffi– cilissim.a congiuntura pollitica ed econo– mica. Egli h.a dato -prova di grande saggezza resistendo aUe =ggestionl de• gti amici, che lo sollecitavano a formare un.,ministero di colore . .Sarebbe ~tato un grave errore. Da!Ua formu,la del tripa,r– tlto non è rpossibile ,prescindere e meno che ma; n.e può iprescindere la Demo– crazia cristiana. E ,non occorre spieg,ar– n.e le ragioni. Un ,targo margine resba all'azione 11>ersonale,che ,l'uomo di Stato deve sapere utiltua,-e ai fini onazion.aU. E' qui che il Paese l'aspetta •· u. s.

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