Lo Stato Moderno - anno IV - n.3 - 5 febbraio 1947

LO STATO MODERNO 65 LE1TERE A "LO STA1O MODERNO,, Natura dell'ideologia Caro Direttore, nel riferire e commentare acutamente la sostanza di un mio artico:o su La Nuova Stampa, dedicato a Un conoetto di Pareto (« Rassegna del:a Stampa lta:iana », ne Lo Stato Mo– demo del 20 dicembre u. s.), Umberto Segre mi muove due cortesi obbiezioni: 1) « Le kleologie, ritiene il Burzio, sono complessi pseudologici che soddisfano un sentimento politico: lo soddisfano in quanto lo ,afforzano, Jo diffondono, e intimidiscono i sentimenti opposti. In aie spiegazione permane qualche punto oscuro. E preci~amente: perchè il sentimento si rivolge a metodi pseudologici anzichè a metodi razionali? E perchè si lascia sedurre da ciò che ha tutta– via l'apparenza della logica?•· Rispondo: Il sentimento si rivolge a metodi (dirò meglio, ~ sviluppi) pseudologici anzichè a metodi razionali - cioè a ormulazioni equivoche, a confusione di termini, a deduzioni 1:egi_tti~e,ecc. -: tutte le vo(te che g'.i sviluppi rigorosament~ Jog1c1d1 determinate asserz1oru porterebbero a conclusio01 eontradditorie con le premesse, o comunque rion gradite. L'a:ta e bassa po'.emica politica di tutti i tempi ribocca di queste storture logiche più o meno coscienti. Il materialismo storico di Carlo Marx respinge sdegnosamente, e deride, le pretese de:Ja « morale eterna » ( che esso deve infatti logica– mente considerare come una soprastruttura o superfetazione contingente delle variabù condizioni economiche): eppure - e lo riconosce anche l'apologeta marxista Karl Vorliinder - gli scritti di Marx contengono « una intera •serie di espressioni, che hanno senso soltanto se considerate eticamente, come: oppres– sori e oppressi, sfacciato sfruttamento, dignità personale, cal– colo egoistico » (*). Non solo, ma l'intera opera di Marx si spie– ga e giustifica solo come •violenta esplosione di questo senti– mento etico di « giustizia » che eg:i nega teoricamente (a parte i: fatto che possa poi trattarsi di sentimenH meno nobili, quali l'odio, l'invidia o 'la vendetta). A'.tro esempio. Il sentimento comunista dell'on. Togliatti trova comodo equivocare sull'ambiguità del termine « demo– crazia»: e sorvola, e gira al largo, e fa finta di niente quando g:i si chiede in termini perentori: ma insomma, la vostra « de– mocrazia » ammette o non ammette la p:ura:ità dei partiti, la libera propaganda del!e idee diverse dalle vostre, cioè le li– bertà di opinione, di associazione e di stampa? E se le am– mette, come mai fate l'apologia dei regimi russo e balcanici, in cui queste libertà sono negate? La Sociologia di Pareto è piena di una documentazione impressionante e formidabi'.e di queste storture logiche del!e ìdeo:ogie, le qua!i sono ta:ora ingenue, ma più spesso cap– ziose. G!i uomini (va'.e a dire, l'immensa maggioranza degli uomini) sono di buona bocca, e cioè - come dice Segre, il quale ha l'aria di stupirsi di questa constatazione palmare dell'esperienza giornaliera - « si lasciano sedurre facilmente da ciò che ha l'apparenza de!:a logica». Le ideologie, che per :•appunto ·io chiamo «spurie», puntano su questa dispo– sizione umana, e mirano con i loro svi:uppi artificiosi, cioè pseudo:ogici, a rafforzare, o a rendere esp!iciti, sentimenti latenti nel cuore umano, orientandoli in una ceFta direzione pratica: mirano, ad esempio, a persuadere che si tratta del– l'a'.ta giustizia, laddove la più modesta realtà è invece odw 0 invidia. Per questo, precisamente, ho proposto la distinzione, non fatta da Pareto, fra ideologie spurie e ideo'.oiie proprie (oppure valide, come preferisce chiamar!e il Segrel: nelle qua:i u'.time le interessate storture pseudologiche non dovreb– bero aver luogo. 2) A proposito di quest'u!tima mia distinzione, Segre mi obbietta ancora: « Burzio distingue tra ideologie spurie (in quanto sofistiche attrezzature di sentimenti bruti) e ideologie valide in quanto at– trezzature « limpide e senza trucchi», di « grandi sentimenti e aspirazioni». La distinzione però, quale il Burzio qui accenna, rimane ancora sospesa nell'imprecisione della psicologia empirica. E' infatti lecito domandarsi se l'ideologia è più o meno valida a seconda del suo grado di logici!A(o pseudologicità), o a seconda del valore dei sentimenti che la suscitano». Non mi sembra affatto che si tratti, nella mia distinzione, di imprecisione di psicologia empirica. Una ideo'.ogia propria, o valida, quale io la intendo, deve essere costituita eia dedu– zioni logicamente corrette di sentimellfi e>sattamente dichia– rati: e non vedo proprio che cosa ci sia in questa formula di impreciso o di empirico. Dall'importanza dei sentimenti espressi, e dei loro sviluppi logici, dipenderà poi l'importanza del!e ideologie valicle. Mi creda, caro Direttore, cordia'.mente suo Filippo Burzlo Ringrazio Filippo Burzio. <!el!a sua pronta e gentile ri– S"posta aa alcune mie osservazioni marginali. Non mi creda però il Burzio tanto ingenuo àa meravigliarmi della facile contentatura logica dei po:itici. Que:lo che io gli rivolgevo non era una interrogazione retorica, ma un qu~ito scientifico. li Burzio mi risponde con una esem.plificazione perfettamente calzante; ml!l a me sembra di trovarmi ancora in sospeoo in– torn-0al rapporto tra sentiment-0 e ragione ne.l.b strutturvi del– l' ideo:Ogia. Infatti il Burzio ammette come proprie le icl,eo– logi.e libere da interessate storture P!JBudologiche. Devo in– tendere che l'ideologia è sempre di natura pseudologica, sia che si tratti di ideO:ogia spuria o propria; ovvero che l'ideo– logia wopria è priva di tali storture e non ha quindi natura pseudologica? Dire infatti che nelle ideologie proprie « non dovrebbero aver luogp interessate storture pseudologiche » si– gnifica che cosi si auspica, o che così, di fatto, avviene? Ma a noi interessa appunto sapere questa seconda cosa soltanto: perchè l'analisi deJl'iLleologia deve mirare a stabilire: a) l'ine– vitabilità di uno sforzo di giustificazione logica di un senti– mento; b) l'inanità di questo sforzo; c) la funzione, per l'azione, di questa stessa inanità. Il vroblema va dunque, a mio avviso, ripreso cla/1.a base. S'inflende che, nelle conolusioni pratiche, io sono d'accordo col Burzio; che condivido le sue osservazioni sulle interferenze di temi morali nel marxismo, e sui silenzi ideologici clell'on. Togliatti. Ma quello che importa non è la coincidenza delle opinioni, ma il criterio delle opinioni. E an– cora: non mi persuade la validità logica di un concetto come quello di « deduzione » dal sentimento: per auesto avevo rile– vato il carattere empirico delle proposizioni del Burzio. Ma la r~osta del Burzio mi sollecita ad un'ana!.isi più compiuta clei suoi concetti di teoria della pol.itica. Spero di potere, in un tem1JO re.htivamente breve, sottomettere alla sua considerazione i risultati di un tale esame, al qude la presente risposta deU'iZ:mtre scrittore e pubblicista mi offre un'occasione di cui gli sono ,sinceramente grato. u. s. (') Karl Vorllnder: Kart MGr.r, Ed1Z. Leo,ru,rdo. PI&, 128,

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