Lo Stato Moderno - anno IV - n.1 - 5 gennaio 1947

2 J,U STATO MODERNO cui la «sinistra», abbandonando agli altri i lumi del•· la ribalta per perseguire un grigio e continuo lavoro alla base, si è trovata improvvisamente con il parti– to in pugno; e dove non l'aveva l'ha preso. Ma in realtà mentre Nenni sembra veramente pun– tualizzare tutta la posizione di « sinistra » con il suo accentuato appoggio (subordinazione) ai comunisti, con la sua verbale intransigenza classista (frutto in parte di temperamento, in parte di calcolo, e in par– te di ,effettiva inscienza di ogni diverso sviluppo po– litico nei suoi aspetti sia intellettuali che storici), con la sua dichiarata ortodossia marxista (per cui si po– trebbero ripetere le osservazioni precedenti, solo va– riandone l'ordine di importanza), non si può dire che Saragat esaurisca tutte le ragioni di opposizione che fermentano in seno al partito socialistll. « Critica Sociale » dall'ardentissimo Faravelli al più cauto Mondolfo, « Iniziativa Socialista » che pare stia seriamente rivedendo é abbandonando alcune delle sue più vacue posizioni « sinistrorse » per tenta– re di ancorarsi più saldamente a posizioni più con– crete e moderne della lotta politica e dei suoi svi– luppi in Italia, rappresentano sfumature diverse, ap– prezzamen"ti, giudizi e possibilità di sviluppi non in tutto conformi alla tesi saragatiana. E poi forse con– viene dire che, magari per motivi di opportunità congressuale, non è parso che la realtà del dramma socialista sia stato formul1:1to in termini abbastanza netti ed espliciti da nessuno dei suoi v.ari interpreti. Come Nenni infatti (per quanto si sentisse assai scarsamente vincolato dalla sua responsabilità per– sonale di Ministro degli Esteri) non ha osato svolgere politicamente il suo tema più ossessionante e dema– gogicamente. ripetut_o - come un leit-motif musica– le - del contrasto irriducibile tra borghesia e prole– ta•riato per predicare un ritorno schietto a quelle po– sizioni massimalistiche che sono il logico corollario di una simile proposizione, così i suoi avversari non har,mo avuto il coraggio di essere conseguenti sino Jn fondo e riconoscere francamente che la loro posi– zione ha un nome: « social-democrazia ». E se a qual– cuno questo nome dà noia perchè troppo tedesco o perchè pieno ancora di antichi echi barricadieri, si volga d'altra parte e lo chiami « laburismo». E se poi non vuol prendere a prestito parole o locuzioni straniere, lo chiami· democrazia tout court, e avrà contribuito a riportare i problemi sui binari dell'o– nestà lessicale. Ma questo signi'fica avere idee chiare -anche su una infinità 'ai altre questioni intellettuali e politiche. Significa riconoscere che il marxismo è superato (e perchè poi subire il ricatto del ricordo di De Man? E perchè poi doveva esser lecito a Bombac– ci ·di tradire senza coinvolger.e il comunismo, mentre • -il tradimento di De Man ·dovrebbe condannare ogni •revisionismo critico?), significa ·aver chiaro che il concetto di classl! e la stessa sua forza rivoluziona– ria, è gravement~ e fieraménte limitato dalla circo.:. larità tra le classi stesse e dalla pratica formazione · interclassista di tutti i partiti (comunista compreso), •per ?ui è anche marxisticamente corretto ritenere che l'azione politica di tutti i partiti risenta di influenze e di interessi di varia origine, significa essersi resi conto che in Italia non si tratta tanto di « fare,. una rivoluzione, quanto d" « sistemare » quelle molte che già ci sono state (il suffragio universale, la guerra '14-'18, il -fascismo, la guerra '39-'45, non furono che le più vistose tra tali rivoluzioni, mentre altre non meno operanti furono le svalutazioni monetarie, la borsa nera, il divieto di emigrazione, e via dicendo). Chi arriva a veder chiaro in tutto ciò, capisce anche che il solo· àtteggiamento veramente e concretamente rivoluzionario di oggi consiste proprio nel far « dige– rire» alla Nazione tutta questa mole di sommovi– menti che si sono determinati nel suo corpo, nt!l da– re ordine e forma agli istituti che sono richiesti dal– la novità che si è venuta creando nel paese. Novità che si è venuta èreando purtroppo nel fragore delle armi e delle rovine, ma, si direbbe, nel silenzio degli spiriti, nella indifferenza delle intelligenze. Ora è pro– babile che una simile impostazione del problema ven– ga respinta da tutti i socialisti. Eppure anche l'espe– rienza delle cose di Francia dice che questa è la im– postazione, se pure non fosse facile avvertire anche logi'camente che al di là di questa ha ragione Nenni e anzi, al di là di Nenni, e molto più efficacente di lui, ha ragione Togliatti. Proprio partendo da una in– tuizione di questo genere, che cioè il partito sociali– sta era battuto a sinistra dal partito comunista, e do– veva quindi storicamente ripiegare su posizioni ap– parentemente più a destra (ma che, come abbiamo avvertito, sono le sole effettivamente rivoluzionarie), con· una piena presa di coscienza della realtà morale del governo, « Iniziativa Socialista ,. tentò la- sua in– genua manovra di superare a sua volta a sinistra il partito comunista. Fallita, com'era inevitabile, que– sta manovra, non resta che, o trarne rapidamente e coraggiosamente tutte le conseguenze, o correre il rischio di farsi frantumare. Ma, e tale è il punto fondamentale che dovrà. esse– re chiarito al prossimo Congresso, sono i leaders so- cialisti di opposizione convinti di ~utto ciò? · Questo ci pare assai più importante che prevf dere o favorire una scissione socialista. Se la scissione dovesse dar~i due partiti in coi.' correnza massimalistica fra loro, l'operazione sare~– be .stata di puro danno per la democrazia italiana. Se invece essa si opererà con chiarezza, con vigore, e con totale visione morale di un paese in rovina che ehie– de di essere salvato, allora le troppo abili allusioni di Togliatti alle inevitabili crisi parlamentari, e l'eve1:– tuale momentaneo cedimento del fronte democrati– co, impallidiranno di fronte al grande evento di -µna democrazia che trova il suo organo, di una rivolu– zione che trova il suo strumento, di un governo clu· trova i suoi. uomini. Bisogna dunque guardare !il di là del Congresso a quello che nasce piuttosto che a quello che mùore Potrebbe poi darsi che nulla nascesse e. che nul- la morisse, al Congresso socialista. ' E allora converrà veramente atte_ndere che ~e :;tell1me .i pensi lui a salvare la democrazia italiana MARIO PAOOJ

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