Lo Stato Moderno - anno III - n.8 - 20 aprile 1946

192 --LO STATO MODERNO / far aru>arire. Non vi è dubbio che il co– mando britannico si è valso della mor– te di Mallaby per giustificare il proprio Intervento a Soerabaja; nel corso del quale, tra l'aliTo, tante centinaia di in– donesiani, di arabi e di cinesi sono sta– ti ucci&l. Il governo della repubblica, si afferma, proporrà alle Nazioni Unite un'Inchiesta precisa sulle circostanze che hanno condotto alla morte del gene– rale, come pure sulle responsabilità per gli avvenimen.ti di Soerabaja. INDIA Le trattative della delegazione invia– ta dal Gabinetto britannico in India, ed alle quali partecipa anche il vlcerè Lord Wavell, sono entra\.'e nella loro fa– se decisiva. Anche i co~tori ingle– si hanno compresa la necessità di ta– gliare il nodo gordiano, e i capi del Par– tito del Congresso hanno lasciato in– tendere che non dubitano più oramai della loro buona fede e sono convinti che presto si addiverrà ad uno stato indiano indi/pendente. Azad, il ,presiden– te del Congresso, ha <ra.pidamente e lu– cidamente chiarito il punto di vista del suo partli'O. La linea di condotta poli– tica che questo in tende seguire si pro– fila sempre più chiaramente, e pare corrispondere ampiamente a quella del governo Inglese. Un solo elemento po– trebbe al momento profilarsi quale pro– blema grave, e cioè la costituzione del governo Indiano provvisorio, dopo il quale la Gran Bretagna si ritirerebbe dal paese. E' qui che sfocieranno i con– trasti tra il Partito del Congresso e la Lega Musulmana, per quanto il primo si sia sin d'ora dichiarato pronto alle più ampie concessioni nel caso che quest'ultima si dichiari -disposta a par– tecipare alla formazione del governo p,rovvisorio. SI dice che il Congresso pensi di superare le riserve dei mu– sulmani emanando una dichiarazione di principio colla quale si impegna a ren– dere possibile il vagheggiato stato indi– pendente musulmano, il Pakistan, nel caso c.-hesi ott~nga una maggioranza as– soluta a favore di una tale idea; ma il Partito insiste sul fatto che una tale consultazione popolare ipotrà avere luo– go nelle provincie contestate solo dopo che il governo provvisorio sarà solida– menl'e in.slamato, e quando saranno chiaramente fissate le garanzie costi tu– zlonali che saranno in futuro concesse al popolo indiano. E' chiaro che Pandit Nehru, Azad, e naturalmente anche Gandhi, sono in fondo convinti che le ampie garanzie costituzionali e politi– che che il governo pr-0vvisorio concede– rà, finiranno col decidere definitiva– mente a !avore dell'uhltà indiana l'opi– nione pubblica sin'ora oscillante delle provincie musulmane. Non ci si attende che Jinnah ritiri, nel suol prossimi colloqui colla dele– gazione inglese, le proprie pretese iper una Immediata ed assoluta Indipenden– za statale delle provincie maomettane, per quanto si dubita sempre di più che egli possa serlamen te sostenere tutto ciò, e se sia convinto veramente che la opinione pubblica lo seguirebbe per questa via. La Moslem Liga di Jinnah comincia a intravedere che essa non potrà contare più a lungo sulle baionet– te inglesi: la Gran Bretagna gli ha già fatto comprendere chiaramente che non intende sostenerla più a lungo contro la volontà della maggioranza, cioè degli Indù e dei Siks. L'idea del Pakistan ha perduto in questi ultimi te :m.pi conside– revolmente terreno; attualmente vi sa– rebbe una sola provincia nella quale la Lega sarebbe in grado di poter costi– tuire un governo, il Sind, e anche là solo perchè s091.enuta dagli europei. Nell'Assam essa ,non è riuscita a por– tarsi al pol-ere, e il Punjab e la Pro– vincia del Nord-Ovest si sono già in precedenza pronunciate contro una maggioranza della Lega stessa. Proprio in quest'ultima regione, centro strate– gico essenziale, e chiave della sicurezza dell'India del Nord, il Partito del Con– gresso ha riportato una maggioranza assoluta. Altrettanto è avvenuto per il Bengala. C'è per questo da credere che il capo, tanto dotato, dei maomettani, insista solo per cedere al maggior prez– zo possibile la ipropria partecipazione. Si stanno preparando anche i piani per una unificazione ed una semplifi– cazione dei principati dell'India. At– tualmente vi sono pur sempre più di duecento cosiddetti stalii indipendenti, che se in parte sono più vasti di alcuni stati europei, in parte non sono che dei regni in diciotl'esimo, senza alcuna vitalità. E' previsto di riunire i princi– pati, e di ridurne Jl numero a venti o trenta grandi stati. Ad essi verrebbe concesso lo stesso g.rado di autonomia delle provincie maomettane, cosi che l'India diverrebbe una federazione, nel– la quale il Partito del Congresso so– sterrebbe pur sempre uno dei ruoli principali; e nella sua cerchia si incon– tra infatti una grande comprensione per un tale plano. Nehru ha dichi•arato però, in un'al– tra occasione, come gli indiani non sa– ranno disposti ad inserirsi fra ,i Domi– nions britannici, anche se fosse loro concessa la massima libertà di azione. Ed ha prodotto, per sostenere una tale presa di posizione, un argomento con– tro il quale, proprio nel momento in cui nel Sud Africa viene varata una legge razzista antindiana, non _rimane molto da obbiettare. Nehru ha affermato in– fatti che egli rifiuta uno status che porrebbe l'India nella posizione giuri– dica· di altri stati che non Ja ricono– scono quale loro eguale. Pur CQil que– sto ha lascial'O però intendere che si sentirebbe pronto a negoziare ampi trattaU per una difesa comune, per le questioni commerciai! ed economiche e per tutti gli altri problemi essenziali comuni ai due paesi. SAVANNAH Le notizie che arrivano da Londra sull'atmosfera e sul corso delle tratta– tive che si svolgono attualinente alla Conlerenza di Savannah, nel corso del– la quale si dovrebbe giungere alla de– finitiva istituzione della Banca interna– zionale per la ricostruzione e del Fon– do internazionale monetario, ne ripor– tano un'immagine invero assai impre– cisa, ma nel complesso ben ,poco in– coraggiante. Il Ma=hester Guardian $i fa comunicare da un suo corrispon– dente di fiducia che questa solenne in– troduzione ad una collaborazione fi– nanziaria internazionale si è presentata sin'ora come assai poco promettente. L'Ufficio del Tesoro americano ha impiegato, attraverso la sua Delegazio– ne, pressochè in tutte le questioni la i-attica del « rullo compressore • del– l'impiego a massa del preponderante num&o di voti degli Stati Uniti e de– gli altri stati americani messi insieme, senza mostrare di preoccuparsi In al– cun modo di cercar di comprendere an– che il punto di vrsta delle altre dele– gazioni. La delega~one americana ha lasciato molto chiaramente comprende– re che essa considera come più che giu– sto che quello che dà 1Piùsoldi è anche quello che ha da dire l'ultima parola. I peggiori timori su ciò che gli ame– ricani intendono come collaborazione economica Internazionale si sono av– verati. La fissazione degli stipendi dei direttori generali della istituzione a 17.000 dollari ald'anno, franchi di impo– ste, fa parte di questo capitolo. Essa è stata definita dal Lord Keynes, che pur ne profitta, come una delle esperienze più penose della ,propria esistenza. La Banca mondiaJe prenderà in esa– me le richieste per concessioni di cre– diti solo nella prossima estate, se tutto va bene. I mezzi per i crediti stessi li metterebbe a di.s;poslzione nel p,rossimo autunno. L. M. LOSTATO MODER edito dalla CASA EDITRICE GENTILE MILANO - Foro Buonaparie D. '8 Telefono 84.811 Direttori: Mario Paggi e Gaetano Baldacci Vice Direttore: Antonio Dasio Redattori: V. Albasinl Scrosatl, Ma• rio Boneschi, Enrico Bonoml, LI· bero Lenti, Giuliano Pischel, Um– berto Segre, Sergio Solmi, Cesare Spellanzon. I manoscritti non al reJtitutscono Reapo,uablle: GAETANO BALDACCI Stabilimento Ttpoçaflco: Via Senato, Il Autorlzza:tlone N. 2S • P.W.B.

RkJQdWJsaXNoZXIy