Lo Stato Moderno - anno II - n.13 - 5 agosto 1945

138 • LO STATO MODERNO siglio ma anche per quelle dell'Assemblea, salvo che per le questioni di procedura con qualche caso eccezionale. Fra il 1919 e il 1945 c'è st~to quindi un progresso - se pure assai minore di quello che avremmo desiderato - nel senso della limitazione di sovranità, per gli Stati che non sono membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. La regola della unani– mità è caduta per tutti gli organi delle • Nazioni Unite>, re– stando riservata al nucleo dei membri permanenti in seno al Consiglio; e per le decisioni meno importanti dell'Assemblea Generale nonohè per tulle le decisioni del Consiglio Econo– mico e Sociale e del Consiglio di Tutela, si è addirittura san– cita la semplice maggioranza dei voti. La questione dei privilegi delle Grandi Potenze è stata al centro delle discussioni di San Francisco. Già nelle «proposte» di Dumbarton Oaks era stato stabilito che il Consiglio di Si– curezza1 l'organo senza dubbio più importante delle « Nazioni Unite>, sarebbe stato composto di sei membri elettivi e di cin– que permanenti, Stati Uniti, Regno Unito, U.R.S.S., Cina, e, a suo tempo, Francia, istituendo così un privilegio a favore de1lc cinque Grandi Potenze che aveva avuto un precedente neBa disposizione sancita dall'art. 4 del patto della Società delle Nazioni a favore di Stati Uniti (che poi non ne fecero uso), Regno Unito, Francia, Italia e Giappone, esteso più tardi alla Germania e all'U.R.S.S. (in seguito erano stati creati anche dei seggi detti semi-permanenti, che erano permanenti di fatto, a favore di Spagna, Polonia, e da ultimo Cina). Nulla invece si era stabilito a Dumbarton Oaks circa la procedura di votazio– ne in seno al Consiglio. Fu il convegno cli Crimea dei « tre Grandi• che stabilì il così detto diritto di veto dei membri permanenti, cioè la necessità dell'accordo di ciascuno di essi per qualsiasi decisione del Consiglio. Alla conferenza di San Francisco la formula di Jalta urtò contro l'opposizione di molte Potenze minori capeggiate dal ministro australiano degli Esteri dottor Evatt, e la sua interpretazione fu oggetto di discussioni fra i suoi stessi formulatori, sostenendosi dalla delegazione so– vietica che anche lo studio e la discussione di una controversia da parte del Consiglio dovesse esigere l'unanimità delle cin– que Nazioni, fin a che il 7 giugno l'accorcio fu raggiunto sul– l'interpretazione più liberale, secondo cui solo gli eventuali provvedimenti potranno essere oggetto di veto, ma nessun esa– me di situ~zione potrà essere impedito. li ministro greco degli Esteri Sofianopulos, pre&idente del Comitato per lo studio della struttura e della proç:edura del ConsigHo di"Sicurezza, giusti– ficava 1'8 giugno la formula di Jalta con le seguenti conside– razioni: «Datele grandi responsabilità dei membri permanenti, non ci si deve attendere che essi, nelle attuali condizioni del mondo, assumano l'obbligo di agire Ùl una questione così grave come il mantenimento deUa pace e della sicurezza in– ternazionale, in seguito ad una decisione alla quale essi non hanno aderito, e perciò, se deve essere resa possibile la mag– gioranza di voto nel Consiglio di Sicurezza, l'unico metodo praticabile è di richiedere (per ciò che riguarda le decisioni non procedurali) l'unanimità dei membri permanenti più i voti favorevoli di almeno due dei membri non permanenti». Dopo di che il 13 giugno la formula fu approvata dall'apposito Co– mitato con 30 voti favorevoli di fronte a 2 contrari (Colombia e Cuba), 15 astenuti, in maggioranza del!'America Latina, e 3 assenti, intendendo gli astenuti subordinare la loro e,·en– tuale accettazione alla certezza di un riesame dello statuto fra non più di dieci anni. La questione fu definitivamente risolta il 20 giugno, accontentandosi gli oppositori di esprimere la fiducia che i membri permanenti non faranno cattivo uso di tale potere, opinione ribadita dal citato dott. Evatt con l'af– fermazione che i membri permanenti « debbono usare i loro poteri· con discrezione e nell'interesse delle Nazioni Unite prese nel loro insieme»: il che è manifestamente utopistico. Altro privilegio dei «cinque> consiste nella clausola degli artt. 108 e lOH secondo cui la ratifica di ciascuno di essi è ne. cessaria per l"entrata in vigore di emendamenti allo Statuto. li Consiglio cli Sicurezza, che riproduce il • Consiglio> della Società delle Nazioni, si compone dunque di undici membri (5 permanenti e 6 elettivi) in luogo dei nove (5 permanenti e 4 no) del Consiglio della Società delle Nazioni originario e dei 15 (4 permanenti e 11 elettivi, di cui 3 semipermanenti) del 1936-37, e vota sempre a maggioranza di sette contro quat– tro, con la clausola, per la maggior parte dei casi, che tra i sette debbono essere i voli concordi dei membri permanenti. Interessante, ai fini di una maggiore concretezza e rapidità d'azione del nuovo organismo internazionale, è pure il fatto che, a differenza del Consiglio della Società delle Nazioni che doveva riunirsi « almeno una volta all'anno» (di fatto non tenne mai meno di quattro sessioni annue), il Consiglio di Si. curezza per l'articolo 28 « sarà organizzato in modo da poter funzionare in continuità». Di fronte ad esso, l'Assemblea Generalr 1 che ha sostituito la Assemblea della Società delle Nazioni e di cui fanno parte con un voto per ciascuno tutti i membri del!e Nazioni Unite, si trova in una assoluta condizione di inferiorità. L'Assemblea della Società delle Nazioni poteva trattare (art. 3, par. 3) « ogni questione che rientri nella sfera dell'attività della So– cietà o che interessi la pace del m01tdo », e poteri di grande autorità e portata le erano attribuiti, per non dir altro, dagli arti. 15 e 19 del Patto. Le proposte di Dumbarton Oaks. for– mulate da solo quattro « grandi », contemplano poteri assai limitati per la nuova Assemblea, che le Nazioni minori tenta– rono a San Francisco di ampliare. Ma già il 17 maggio il Co– mitato della Conferenza che si occupava deile funzioni politi– che e di sicurezza dell'Assemblea escludeva ogni mutamento radicale, respingendo in particolare la proposta di riconoscerle poteri concorrenti con quelli del Consiglio nella risoluzione pa· cifica de11e controversie, confermando in sostanza la linea di Dumbarton Oaks. li 28 il Comitato tecnico decideva, col volo contrario delle tre delegazioni sovietiche, cli dare ali' Assem– blea il potere di approvare o disapprovare i provvedimenti presi dal Consiglio di Sicurezza, ma il Comitato Esecutivo della Conferenza, ritenendo che ciò avrebbe potuto portare al con– flitto tra i due organi, dnviava la questione per un nuovo esa– me al Comitato, che il 13 giugno decideva alla quasi unani– mità che la Assemblea dovesse solo ricevere ed esaminare le relazioni ciel Consiglio, secondo la formula di Dumbarton Oaks. u· Consiglio di Sicurezza restava così sovrano assoluto, senza controllo. Analogamente, mentre il 29 maggio il Comitato aveva ap· provato, col voto contrario dei cinque membri permanenti, il diritto per l'Assemblea di discutere qualsiasi argomento che interessi le relazioni internazionali, il 16 giugno la delegazione dell'U.R.S.S., ritenendo tale formula pericolosa per la sovra· nità dei membri, risollevava la questione proponendo di lasciare all'Assemblea la possibilità di fare raccomandazioni solo su:Ie questioni inerenti al mantenimento della pnce e àella sicu– rezza internazionale, come a Dumbarton Onks. Finalmente il 20 anche la ve.mia quaeslio det:·estensione del potere cli discussione e raccomandazione delrAssemblea era r!i_clta d:11 Comitato tecnico con l'appro,·azionc all'unanim)tà di~n nuo– ,·o articolo accordante il diritto di discutere e fare racco· manclazioni su qualsiasi questione < entro gli scopi della Carta o relativa ai poteri e a.llc funzioni di uno qualsiasi degli or– ganismi previsti nella Carta». Così l'azione de:le cinque Po· lenze, e in particolare clell'U.H.S.S., spalleggiata dalle ùue delegazioni vassalle, m·eva impedito di allargare sensibilmente i poteri dell'Assemblea. La quale, per rari. 10, può discu· tere nei 1 imiti di cuj sopra e ,fare in proposito raccomanda– zioni a membri delle Nazioni Unite o c.l ConsigUo clclla Si-

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