Lo Stato Moderno - anno II - n.12 - 20 luglio 1945

LO STATO MODERNO - 20 LUGLIO 1945 117 marlo nella forma di cui al punto n. 8, con quali criteri si attuerà l'espropriazione delle azioni circolanti o la loro conversione in ob– bligazioni o quasi obbligazioni? 10) Problema del controllo, che si presenta qualunque sia il sistema di nomina degli amministratori e che, a seconda dei casi e delle varie soluzioni dei problemi su accennati, si può pre– sentare come controllo statale o di organi pubblici regionali, come controllo dei lavoratori, o come controllo dell'azionariato (se questo renga conservato). In che modo nominare i controllori, donde sce– glierli, con quali garanzie? 11) Problema dell'accertamento degli utili di esercizio; chè qualora gli utili non debbano passare tutti a riserva ma in parte essere distribuiti (v. punti n. 8, 12 e 15), si complica nel pro?lema di determinare quanta parte di tali utili debba passare a riserva per future perdite e soprattutto per l'autofinanziamento, l'amplia– mento e rinnovamento degli impianti. Qui è un evidente punto di attrito, poichè gli aventi diritto agli utili di esercizio preme– ranno per pompare ntili e limitare la quota di riserva con evi– dente danno per lo sviluppo dell'impresa e per l'economia sociale. E il passaggio di parte degli utili a riserva ne produce la in– disponibilità o, in alcuni casi, l'accantonamento che può essere solo provvisorio, per far luogo alla distribuzione quando siano cessale le ragioni che l'hanno determinato. Si tratta, in sostanza, del problema della formazione del bi– lancio, problema che si concreta nei seguenti punti: premessa l'ov- 1,iaconsiderazione che occorre una legge di contabilità, la quale detti norme sulla formazione del bilancio, non potendo questa la– sciarsi in toto all'arbitrio degli amministratori e controllori, con– l'iei1euna legge generale di contabilità uniforme per tutte le aziende riformate, o una legge speciale per ciascun caso o gruppi di casi? w,a legge rigida, o una legge elastica, che lasci un certo potere discrezionale agli amministratori e ai controllori? 12) Problema della destinazione e distribuzione degli utili (a parte le riserve), i quali potrebbero essere destinati, in tutto o in parte, allo Stato, ad altri enti pubblici, a fondi speciali per scopi di produzione o di provvidenze sociali, ai lavoratori, all'aziona– riato o quasi azionariato. Il che, se più siano gli aventi diritto, fa sorgere anche il problema delle proporzioni nella distribuzione. 13) Problema dello scioglimento dell'ente autonomo (qua– lora si voglia adottare la soluzione dell'ente autonomo: v. punto numero 1). E cioè: - scioglimento sempre e solo in base a una legge od un atto che decida caso per caso di fronte a singole opportunità e garanzie relative; oppure predeterminazione di alcune cause di scioglimento operanti automaticamente, - nonne di liquidazione e garanzie relative - sorte del patrimonio in caso di scioglimento (v. punti Il. 8 e 12). 14) Problema della disgregazione di alcuni grandi com– plessi monopolistici, per affidarli all'iniziativ)I privata della piccola e media industria. E, in certo senso, il problema inverso di quello esaminato nei punti precedenti. E' noto che alcuni gruppi o grandi complessi si sono formati per interessi esclusivamente privati di monopolio, favoriti dal potere politico, e non per lo scopo naturale di riduzione dei costi e dei prezzi. Occorrerà dunque sceverare, fra i grandi complessi industriali, quelli che rispondono all'esigenza collettiva della riduzione dei co– sti e dei prezzi, e quelli che non vi corrispondono in tutto o in parte. Poichè, se non vi corrispondono, in un paese come il nostro in cui in certi rami di produzione, la piccola e la media industria producono a costi e prezzi inferiori, è pure esigenza collettiva quella di seguire il sistema che può offrire ai consumatori prodotti a costi e prezzi più bassi. Fare diversamente significherebbe adot– tare soluzioni astratte, senza tener conto delle condizioni storiche concrete di un paese, che sono condizioni economico-politiche im• prescindibili, almeno nel dato momento storico in cui si vuol at– tuare la riforma. Il futuro dirà la sua parola, ma il presente è quello che è. Ciò posto sorgono i_ seguenti problemì: - da chi e con quali garan,zie verranno sceverati fra i grandi complessi quelli economici e quelli antieconomici, o stabilito fino a qual punto le dimensioni del grande complesso sono antiecono– miche o quali rami di produzione debbano essere staccati da tale complesso, che, come è noto, abbraccia spesso vari rami di pro– duzione? - come, in quali forme, tecnicamente, attuare la disgrega– zinm· o separazione? e a favore di chi? dei vecchi imprenditori ,•ittime dell'assalto del monopolio? Come garantirsi che tutto ciò, e nella valutazione, nella ricostituzione della piccola e media im• presa, nella scelta dell'imprenditore, avvenga_ veramente nell'in– teresse collettivo della riduzione dei costi e dei prezzi, e non per· interessi egoistici, facilmente mascherabili? poichè non basta es– sere stati ed atteggiarsi vittime dell'assalto del monopolio, per po– ter affermare che oggi, se non allora, la ricostituzione della pic– cola e media impresa favorisce la riduzione dei costi e dei prezzi, in tal misura da giustificare la disgregazione e la separazione dal monopolio con tutti gli inconvenienti che queste operazioni natu– ralmente comportano. Se violenza vi fu, illecita, immorale, allora, e allora giustifi– cante una reazione, ora, se dal fatto compiuto derivano benefici alle economia collettiva, la storia economica non ha che da voltar pagina (salvi, s'intende, i rimedi di stretto diritto, di cui qui non si discute). 15) Posizione, diritti, trattamento dei lavoratori. Non ci si · scandalizzi, se questo problema viene presentato per ultimo; ciò non si è fatto per postergare l'interesse del lavoro; ma perchè que– sto problema riassume in sè, in una visione e per una soluzione unitaria, come in un vasto orizzonte, molti dei problemi p 0 iù im– portanti suaccennati che interessano il lavoro e che, come tali, ab– bisognano appunto di una visione unitaria e riassuntiva (v. sopra punti n. 1, 2, 6, 7, 8, 10, 11, 12, 13); sicchè, può dirsi che è l'ul– timo in quanto è in realtà il primo. Ai singoli cennati problemi, interessanti il lavoro, va aggiunto quello se il rapporto di lavoro dovrà essere disciplinato nella legge generale o speciale di riforma dell'impresa (v. punti n. 3 e 4), oppure altrove e in modo conforme a quello del rapporto di la– voro in rami simili di industria privata (piccola o media). Cosi chi scrive spera di aver offerto un quadro schematico dei vari problemi in cui si concreta la riforma, per passare poi ad uno sviluppo e illustrazione particolare dei singoli problemi. Intanto il lettore volonteroso mediti su questi problemi e sulla loro impostazione e ne faccia parte viva della sua coscienza po– litica. Dico: « il lettore volenteroso»; ma bisogna confidare che tutti siano volenterosi, e sentano, nell'ora che volge, l'imperativo politico, anzi morale, di questa volonterosità di interessamento e partecipazione ai problemi della cosa pubblica che è la condizione imprescindibile pel rinnovamento della via politica italiana. ••• È IN CORSO DI STAMPAPRESSO L'EDITOREGENTILE ANTOLOCIA lll CRITIC~ SOCIAll a cura di C.PISCUll Luci ed ombre di trentacinqueanni di soc10lismo (1891-1926) nelle pagine dei suo, 01ù intelligentiapostolied interpreti.

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