Lo Stato Moderno - anno II - n.5-6 - marzo-aprile 1945

né la delusione e· lo scoramçnto -dell'opinione pubblica potrebbero sor– prendere. La macchina in parola è pur sempre quella del vecchio Stato accentratore e burocratizzato, debitamente peggiorata nelle funzioni e nei sistemi da vent'anni di assolutismo, sicC\hé anche la più radicale epu– razione del pubblico impiego sarebbe un rimedio illusorio ; perché essa possa cominciare a funzionare a dovere occorrerà quella profonda riforma in tutta la struttura dell'amministrazione che esigerà studi, espe1·ienze, adattamenti e rifacimenti in numero infinito : riforma che non potrà es– sere concepita come cosa a sé stante-, ma nel quadro generale di tutto il nuovo assetto sociale, politico, costituzionale e morale del paese. Sono da rifare gli istituti e gli uomini che in essi dovranno servire : finché una nuova generazione non sarà in grado di fornirci una nuova burocrazia, sar.emo costretti ad accontentarci di quella attuale, sia pure epurata (però, chi fajrà l'epurazione delle coscienze e delle volontà 7); e, nella mancanza di controlli popolari e di guarentige politiche, nella prov– visorietà di tutto l'organismo dello Stato, non dovremo meravigliarci del suo spirito arretrato e della sua mancanza di dinamismo .. Quanto, infine, ai partiti dell'Italia liberata, essi operano in ambienti politici nei quali il senso e il valore dell'iniziativa popolare - ossigeno della società demo– cratica - sono ancora sconosciuti e la politica è affare di persone e di gruppi ristretti ; mentre a Roma - la città che attende la sua bonifica morale per non essere più la capitale della falsa moneta e ritornare la divina Urbe dello spirito, patria dei cittadini del mondo - essa nasce pur sempre delle ambigue e laboriose combinazioni di conventicole o di corridoi anziché salire dalla schietta ed unanime coscienza delle classi politiche. E poi vecchia e semplicistiça illusione quella di immaginare che ad un regime di autocrazia possa succedere senz'altro un regime di libertà e democrazia, recante con sé i benefici dell'ordine materiale e morale e della risorta prosperità. Al crollo del regime nella voragine della guerra divoratrice da esso scatenata, non può succedere che una rivoluzione: ed oggi è appunto in atto una rivoluzione, lenta forse in apparenza, ma continua ed inesorabile. Finché essa è in corso sarà sempre assai arduo, se non impossibile, lo stabilire un ordine e il ricreare una prosperità anche momentanea e fittizia. Vero è poi che il mito della libertà è sempre cosi potente e prepotente, quando dopo lunghi anni di annebbiamento spirituale risorge dalle proprie ceneri e rifiorisce negli animi e nei cuori degli uomini, collegandosi a varie e variopinte immagini e rappresenta– zioni, da,. provocare spesso, in menti sémpre facili alle illusioni e mal disposte al pensiero e alle riflessioni chiarificatrici, un vivace contrasto fra la sua solenne e religiosa immagine e la contingente realtà. ,,1 Nessuna meraviglia, dunque, della situazione delle cose' e:,-degli. spi- riti. Nessuna meraviglia se, laggiù, gli animi non solo degli spettatori ingenui, ma anche di quelli più politicamente preparati, attendano. ed in– vochino con impazienza ed ansia crescenti la liberazione dell'Alta Italia: -4-

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