Lo Stato Moderno - anno II - n.5-6 - marzo-aprile 1945

Possiamo cosi, sintetizzarle: Nel campo politico le riforme (diremo meglio, forse, le innovazioni poiché non si tratta di riformare ma di creare èx novo), dovranno riguardare l'eser– cizio della sovranità, l'esercizio della libertà, l'esercizio del potere. Il primo comprende: il suffragio universale politico e amministrativo, il referendum politico e amministra;tivo, il diritto di revoca e di iniziativa. Il secondo: le libertà di stampa, di riunione, di associazione, l'autonomia ammi– nistrativa del Comune, l'autonomia amministrativa e politica della Regione, l'autonomia di ogni altro ufficio e corpo elettivo. Il terzo: la Nazione Armata e il giudice elettivo. · Nel .campo economico si dovrà assicurare l'indipendenza degli uffici politici e amministrativi, assicurare la rimunerazione del lavoro, trasformare il get– f:ito tributario. Nella prima categoria va compresa l'indennità a tutte le cariche elettive. Nella seconda: la determinazione dei contratti di lavoro, la garanzia del lavoro a tutti, la concessione dei lavori pubblici ad associazioni cooperative di lavora– tori, l'espropriazione del latifondo e delle terre incolte affidandone la coltiva– zione e la gestione ad associazioni di lavoratori, il riscatto dei servizi pubblici e delle industrie chiave affidandone la gestione ad associazioni di lavoratori con il controllo di speciali commissioni nominate dallo Stato, dagli enti locali e dai lavoratori. Nella terza: la tassa unica progressiva sui redditi e le successioni, esclusi da ogni imposta i redditi minimi ed abolito il dazio consumo come qaalunque aftra imposta indiretta. Ne derivano tutti quegli altri provvedimenti che aiutano e proteggono il lavoro e la produzione, e colpiscono l'ozio. Il principio etico dei repubblicani è questo: chi non lavora non mangia! Sono tutte riforme che devono essere consitlerate non come soluzione bensl cr>me avviamento alla soluzione del problema politico e sociale, ed intorno alle quali possono schierarsi quanti auspicano l'avvento di una sincera democrazia. Quali oppositori di tali riforme noi sin d'ora individuiamo il trasformismo monarchico, co!.tituito dalla coalizione di quei gruppi dinastici che, camuffatisi di democrazia, si propongono in realtà di fermare il moto ascendente della democrazia perpetuando antichi privilegi; e l'opportunismo repubblicano, coa– lizione di interessi borghesi, che nella prospettiva di non poter opporsi al dila– gare del movimento repubblicano, si propone di corromperne l'intima natura con l'instaurazione di una repubblica cesarea e accentratrice allo scopo di fru– strare l'attuazione di radicali trasformazioni che segnino l'avvento delle forze del lavoro nella direzione della vita pubblica. Contro la duplice minaccia i repubblicani sostengono la necessità di una stretta collaborazione tra i partiti e i raggruppamenti sinceramente repubbli• cani e socialisti. Circa la via da seguire è da ricordare che la democrazia, dove trova intatte le forze morali procede per evoluzione, dove le trova corrotte procede per rivoluzione. Questo è il programma di attuazione immediata propugnato dai repubbli– cani. E poi? Si può rispondere che il progresso è indefinito e ch'esso tende alla valorizzazione della personalità umana; e perciò per quanto questa si sviluppa ed acquista in autonomia per tanto diminuisce l'intervento dello Stato, al quale rimarrà come unica funzione storica quella di medio equilibratore della lotta tra i partiti, che il tempo trasforma ma non estingue mai. E nel campo econo– mico, pur ritenendo che la soluzione del problema sociale non possa balzare tutta compiuta dal cervello di un uomo o da una scuola di teorici, è preco– nizzato l'avvento di una società in cui capitale e lavoro saranno riuniti nelle stesse mani e il prodotto distribuito secondo i bisogni, i meriti e il lavoro. UN REPUBBLICANO -37-

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