Lo Stato Moderno - anno II - n.5-6 - marzo-aprile 1945

siano ammesse a decidere del loro destino attraverso un plebiscito condotto con tutte le garanzie, e che se in taluni casi, tipico quello di Zara, criteri geo~ grafici dovranno prevalere su quelli di nazionalità, questo elemento debba. essere p,reso in considerazione anche quand'esso giuoca a favore dell'Italia. In un articolo comparso nella rivista « Nuova Jugoslavia» (N. 7-10 del giugno-luglio 1944), diffuso dalla sezione italiana del Comitato croato per l'.Istria, il dott. Smodlaka espone le ragioni che militano a favore dell'an- 1,essione della Giulia alla Jugoslavia._ I fatti e gli argomenti d'indole· etnica, economica e geopolitica addotti dall'articolista per -suffragare la sua tesi pec– cano di tanta parzialità e di tante inesattezze da far sorgere il dubbio che !"i tratti di un lavoro apocrifo messo in giro da elementi ultranazionalisti per scopi inconfessabili. Comunque sia, la confutazione riguarda talune affermazioni che non tro– vano conferma nella realtà dei fatti. Innanzitutto l'articolista asserisce senza dimostrarlo che la popolazione slava della Giulia ascende a 650 ooo abitanti e più avanti ammette, polemizzando col Salvemini, che gl'Italiani sono circa 400 ooo. Orbene, la popolazione del cosiddetto Litorale austriaco (Contea di Go– rizia e Gradisca, Trieste e Istria.) ascendeva nel 1910 a quasi 900 ooo abi– tanti. Secondo il censimento di quell'anno gl'Italiani erano 450 ooo (com– presi i regnicoli) e gli Slavi circa 410 ooo. Il rimanente era costituito· da Te– deschi, Cici ed altre minoranze. A Fiume la popolazione era cosi formata: 27 ooo Italiani, 13 ooo Croati e 7000 Ungheresi, poi Tedeschi, ecc. Nelle elezioni politiche immediatamente · successive, avvenute' con suffragio uni– versale, personale, diretto e segreto, gl'Italiani conseguirono 10 mandati e gli Slavi 7, cioè tre deputati italiani e tre slavi in Istria, 3 italiani e I slavo a Trieste, 3 italiani e 3 slavi nella Contea di' Gorizia e Gradisca e I italiano a Fiume. Le elezioni amministrative furono ancora più favorevoli agl'Ita- liani. Il che dimostra che essi allora non erano una minoranza. · All'atto dell'annessione, avvenuta il 6 febbraio 1921, dell'antico Lito– rale al Regno d'Italia, i distretti di Idria e di Postumia, appartenenti sino a!lora alla Carniola, venivano uniti alla Giulia, mentre la zona di Castua e l'isola di Veglia venivano annesse alla Jugoslavia; pertanto la popolazione della Giulia rimaneva pressochè invariata, cioè circa goo ooo abitanti. Secondo il censimento del 1921 (l'ultimo che contenga i dati concer– nenti la nazionalità degli abitanti della Giulia) gli Slavi ascendevano a 350 ooo abitanti circa, di cui 250 ooo Sloveni e 100 ooo Crea.ti; per esempio, le cir– coscrizioni amministrative di Trieste e · dell'Istria contavano 582 056 abi– tanti di cui 394 879 Italiani (68 %), 75 446 Sloveni (13 %) e 91 974 Croati (15 per cento). Ora se si toglie il Friuli goriziano (che il dott. Smodlaka non reclama), la Giulia, comprendente le province di Gorizia, Trieste, Pola e Fiume, conta al massimo 800_ ooo abitanti. Se da questi 800 ooo abitanti si detraggono i 650 ooo Slavi 'di Smodlaka, rimangono circa 150 ooo abitanti compresi i Tedeschi e le altre frazioni straniere, cioè soltanto una parte della popola– zione italiana di Trieste. Dunque nell'agro monfalconese, nell'Istria, a Fiume, a Gorizia, a Pola, per citare soltantò i centri italiani maggiori, non esiste- -11-

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