Lo Stato Moderno - anno II - n.3-4 - 1-16 febbraio 1945

ciali. La difesa del consumatore contro i monopoli, la difesa dei lavoratori contro chi per avidità di maggiore profitto vuole gettarli sul lastrico o ridurli a· salari di fame, la difesa del coltivatore contro chi accampa diritti di pro– prietà e di rendita sulla terra alla cui fertilizzazione e messa in valore non con– tribuisce in modo decisivo - il che implica una vasta riforma agraria che di– stribuisca la terra ai contadini - diventano cosi i punti di partenz~ delle nostre socializzazioni. I punti d'arrivo socialistici, che possono anche essere assai più avanzati dipendono. invece. per il partito d'azione dalla maturità dei lavoratori interessati, dalla capacità dei loro consigli di fabbrica o di villaggio di. controllare democraticamente e in modi tecnicamente efficienti e con spirito di solidarietà sociale le ulteriori proprietà e imprese che lo Stato potrebbe avocare alla collettività. Egualmente occorre attuare quel regime di libertà po!itica che garantisca la dipendenza del potere dai lavoratori, ossia dall'im– mensa maggioranza della popolazione, ed escluda la formazione particolaristica di stati (burocrazia conservatrice, corpo reazionario degli ufficiali, plutocrati che decidono del successo dei prestiti governativi, ecc.) in seno allo Stato formalmente parlamentare. Perciò occorre suddividere e decentrare radical– mente i poteri dello Stato, abolire i prefetti, garantire l'indipendenza della magistratura dal governo e la dipendenza della polizia dagli organi dell'auto– governo popolare, trasformare l'esercito-1n nazione armata (finché non si possa giungere al <!isarmo radicale), codificare e rendere praticabile il diritto del parlamento a controllare ed epurare (se del caso) la parte della burocrazia che ragioni tecniche consiglino di mantenere centralizzata. Occorre creare, in altre parole, una repubblica autonomista. Ed occorre creare altresì quel senti– mento dell'indivisibilità della libertà che sola può garantire le autonomie po– polari dallo sfasciarsi in altrettante anarchie isolate. Il che può essere fatto solo se si crea una sintesi tra la giacobina supremazia assoluta dello Stato nazionale e la libertaria abolizione dello Stato: sintesi che ha da essere data (anche per ragioni economiche tanto evidenti che non mette conto di parlarne) da una Federazione supernazionale di determinati Stati più o meno affini tra di loro, in cui il governo federale ha il diritto esclusivo di prendere provvedi– menti in determinati settori della vita pubblica. Col che abbiamo anche risposto, o ci pare, all'ultima domanda che ci si rivolge un po' dappertutto : siete per la Gran Bretagna o per la Russia bol-, · scevica o per la politica del giusto mezzo e del barcamenarsi tra l'una e l'altra di queste due grandi potenze europee? Noi respingiamo tutte le alternative che questa domanda pone e poniamo noi la nuova impostazione: fusione degli Stati europei in una nuova Federazione. Chi ha compreso queste nostre idee e questi nostri propositi, per i quali combattiamo e combatteremo con la stessa tenacia e con lo stesso disprezzo del pericolo del quale abbiamo dato prova in vent'anni di lotta antifascista e in due anni di guerra antinazista, chi ci ha seguito fin qui, capirà anche perché e in che senso diciamo di essere il partito deila rivoluzione democratica, il partito che intende partire dai Comitati di Liberazione Nazionale, organi del potere antifascista in tutta Europa, per giungere alla creazione di una nuova realtà politica, diversa dai vecchi regimi parlamentari logorati; il partito che lungi dal copiare la Gral" Bretagna o la Russia o gli Stati Uniti d'America, potenze che son tutte, in misura eguale, nostre alleate nella guerra in corso, intende creare una nuova via, contribuire alla formazione di ima nuova ci– viltà. FEDERICO

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