Lo Stato Moderno - anno II - n.3-4 - 1-16 febbraio 1945

altro tipo di carta moneta; potrebbe all'uopo sen ire anche un'apposita stampi– gliatura dei biglietti in corso, ma questo procedimento, seppur meno costoso,pre- senta il rischio della più facile falsificazione. \ Conosciuto l'ammontare della moneta in circolazione, si dovrà procedere alla emissione di una nuova moneta che sostituisca definitivamente quella ora in uso -ad un cambio opportunamente stabiijto. È noto che il rapporto fra moneta e prezzi non è conseguente al solo valore intrinseco della prima; ~a anche alla sua quantità in relazione alla richiesta fat– tane dal processo produttivo; e poiché quest'ultimo uscirà dalla guerra assai com– promesso sarà molto difficile stabilire, sia pure in misura approssimativa, il fabbi– sogno di nuova moneta e conseguentemente il rapporto di cambio. A mio avviso il sistema migliore sarebbe quello di emettere la nuova moneta in quantità uguale alla circolazione di un anno X ad economia di pace, e <;tabilire il cambio in base al rapporto fra la quantità della nuova moneta e quella della moneta circolante a fine guerra: ricercando poi il punto di equilibrio fr.a moneta e prezzi, in parte affidandoci al libero giuoco delle forze economiche, e in parte re– golando opportunamente la circolazione della nuova moneta. La nuova circolazione sarà, naturalmente, priva di copertura aurea essendo le nostre già esigue riserve scomparse in seguito agli eventi bellici; ma ciò non ha per il momento che una importanza secondaria. Inratti all'interno del paese la riserva aurea ha più un valore teorico che pratico, a condizione che lo Stato ,si imponga l'autodisciplina di non stampare mai una lira per le necessità del proprio bilancio e che la ban~a di emissione, attraverso il saggio di sconto e un oculato controllo sulla circolazione per adeguarla costantemente alle necessità reali del processo produttivo, si sostituisca all'azione automatica dell'oro. Dove invece si renderebbe indispensabile l'esistenza della copertura aurea è nei confronti degli scambi internazionali se essi si verificassero in regime di piena libertà; ma siccome questa ipotesi, almeno per qualche anno, è da escludersi per tutti i paesi in gé~ nerale e per il nQstro in particolare (che, uscendo dalla guerra con l'industria e l'a– gricoltura semi-distrutte, non solo ·non potrà aspirare alla conquista dei mercati ma dovrà considerarsi fortunato se riuscirà ad importare il fabbisogno di merci più importanti col sistema degli scambi compensati o con la concessione di crediti dall'estero), essa non è più indispensabile venendo a mancare la sua funzione. 2 - L'inflazione effettua sempre delle redistribuzioni di ricchezza che av– vantaggiano certe categorie di cittadini a danno di altre; nefasta influenza ha par– ticolarmente avuto sui rapporti di debito e credito e sui redditi fissi. Merltre que– sti ultimi troveranno la loro sistemazione con la stabilizzazione dei prezzi e con ·il loro ritorno, in termini di nuova moneta, alla misura di anteguerra, i primi in– vece debbono essere presi in particolare esame essendo ancora possi!Jile riparare, almeno in parte notevole, alle conseguenze della svalutazione. Occorre qui distin– -guere i rapporti di debito e credito a breve scadenza da quelli a lunga scadenza, e questi ultimi secondo'l'epoca in cui ebbero inizio. È. ovvio che i primi si dovrann_o ridurre· proporzionalmente al cambio tra la vecchia e la nuova moneta anche nel. caso di rapporti protrattisi per alcuni anni in seguito a rtnnovo, per la semplicissima r·agione che il creditore poteva, volendo, realizzare il proprio capitàle entro un periodo di tempo tale da rendere minimo il danno conseguente alla svalutazione . .· I secondi, invece, se si vuole operare con un ,minimo di giustizia, dovranno essere convertiti nella nuova moneta in base al rapporto, in quantitativo di circolazione, .fra quesia e quella dell'anno in cui il rapporto di debito e credito ebbe inizio. - 14 -

RkJQdWJsaXNoZXIy