Lo Stato Moderno - anno II - n.1 - 1 gennaio 1945

di tempestivamente provvedere ad assicurare, al momento della fuga dell'inva– sore e dei suoi complici, la continuità della vita politica, economica e sociale del Paese collo studiare e diramare a tutti gli organi periferici una serie di disposi– zioni disciplinanti le modalità secondo le quali i Comitati dovranno dare inizio al rovesciamento del regime autoritario ed all'esercizio del potere democratico mediante l'assunzione, al centro, dei poteri di governo, opportunamente delegati, nella sfera della normale competenza, ai Comitati provinciali ed ai loro dele– gati sostituenti la figura del Prefetto; nell'amministrazione locale, dei poteri di amministrazione nei Comuni e nella Provincia; e provvedendo altresl, con oppor– tune misure, sia al ristabilimento dell'ordine morale attraverso l'immediata orga– nizzazione d'una esemplare giustizia punitiva per i più gravi reati, sia ad assicura– re la normalità dei pubblici servizi, dei rifornimenti, della produzione e del lavoro. I centri direttivi del movimento di liberazione hanno in tal modo inteso sol– lecitamente soddisfare le più urgenti esigenze della coscienza pubblica, col pre– parare la trasmissione del potere politico ed amministrativo - nell'impossibilità di regolari consultazioni elettorali - ai soli organismi intrinsecamente rappre– sentativi esistenti nel Paese e capaci di assumere la responsabili1 à della cosa pub– blica di fronte al 9overno di Roma ed alle potenze alleate; e coll'aprire cosi la via alla rivoluzione democratica entro i limiti consentiti, ad un Governo provvi– sorio di regioni staccate, dal mandato conferi1ogli dal potere centrale e dai po– teri naturali che l'esercizio e la disciplina dell'iniziativa popolare gli atl ribuiscono. In seguito, al Governo provvisorio di alcune regioni succederà il Governo di tutta Italia: Governo che non mancherà, evidentemente, di appoggiarsi sulle ammini– strazioni popolari, trovando in esse la forza e l'ausilio più prezioso nell'opera nuo– va da iniziare. Una nuova e più delicata fase si aprirà allora nella vita politica della Nazione. Nuovi e ben più poderosi compiti incomberanno al Governo del Paese ed ai partiti: contribuire sempre più validamente, valendosi dei più vasti mezzi tecnici ed umani offerti dall'Italia del Nord, alla guerra di lib'1razione; e contemporaneamente - nei limiti imposti dalle esigenze belliche e dalle condi– zioni generali di fatto - avviare ènergicamente l'applicazione di quel vasto piar10 di ricostruzione politica, economica e sociale della vita naziondle in tutti i suoi aspetti, che dovrà essere concordato dai partiti aderenti al fronte di liberazione. Che se un simile accordo su di un tale piano non fosse possibile, come recenq mani– festazioni possono lasciar supporre, e la collaborazione generale di tutti i partiti dovesse avere la sua fine, per ciò stesso avrebbe fine la politica del CLN e del Governo di_unanimità nazionale, sostituendosi ad essa una nuova politica fon– data sull'accordo di alcuni partiti. La permanenza dei CLN come organi politici dopo la liberazione, è dunque evidentemente condizionata alla realizzazione dell'indicato accordo, su di un con– creto programma di vast-a applicazione, fra i grandi partiti dell'opinione nazio– nale: è questo un punto fermo, che occorrerebbe non dimer.ticare, giacché con– sentirebbe di risparmiare vane elucubrazioni fondate soltanto sui desideri e non sulla realtà. Il CLN, in una parola, è dunque oggi l'organo della resistenza, e in tale qua– lità nuovi e più vasti compiti potrà ancora assumere: domani sarà l'organo del– l'amministrazione prov~isoria, e consacrerà colla propria opera l'inizio della rivo- - 4 -

RkJQdWJsaXNoZXIy