Lo Stato Moderno - anno I - n.3 - settembre 1944

individui alla mentalità e alla pratica del nazionalismo politico cd economico, se il nuovo impulso collaborativo non si concretasse in precise istituzioni. politiche inter– nazionali, e le nuove intenzioni e aspirazfoni non si cristallizzassero in una forma giu– ridica. Lo stato non ne verrebbe trasformato, e le fluttuazioni della politica interna potrebbero ridare vigore al principio nazionalista, anche contro la volontà di vasti strati del popolo. Dal che appare che il problema istituzionale da risolvere perchè si pervenga ad una federazione europea, è duplice: l'uno di politica interna, l'altro di politica internazionale. Una Federazione europea sarebbe difficilmente· attuabile nella pratica se i regimi interni degli stati che dovrebbero unirsi non presentassero· un minimo di affit;1iti1.L'Unione Europea deve essere l'Unione di stati retti a democrazia, nei quali il popolo lavoratore in senso lato sia reale depositario P gestore diretto della sovra– nità statale interna, senza che la sua volontà possa venir interpretata, plasmata, deformata dalle classi privilegiate che, attraverso una deformazione degli istituti rappresentativi e con una dittatoriale soppressione di essi, si sono assunte sin qui il compito di rappresentarlo. Quindi, una Unione di stati democratici, almeno democrnt'ici, e salvo sempre _una più completa lo_roaffinitft attraverso la corrispon– denza dei singoli assetti sociali. E poi deve essere una unione organizzata, cioè dotata di organi centrali compe– tenti a trattare e risolvere con forma vincolante tutti gli aspetti della vita del con– tinente che per la IO:roimportanza si ripercuotono sugli nter_essi interdipendenti di ciascuno P di tutti i membri. Non è il caso di ientrare in predsazioni sui poteri di cui dovrebbe esser munito un governo federale europeo. Ma ognuno comprende che le relazioni estere, la difesa, le monett, gli Sl'ambi e le comunicazioni intersta– tali, le colonie, sono campi nei qual( l'Unione dovrebbe necessariamente far valere 1a sua autoritt1: E' matura l'Europa per la Grociata iconoclasta contro i feticci della tradizionale organizzazione politica? La sventura dovrebbe maturare' i popoli, l'Ome matura gli individui. E in questa guerra non c'è popolo· che non debba ·ripiegarsi e meditare errori e colpe, visibili nelle stimmate impresse nel suo corpo dolente, anche se in– fine gli arrida la vittoria: errori e cplpe di sistemi politici interni e internazionaH non più rispondenti alle esigenze della vita moderna. Da. un certo punto di vista, la situazione· psicologica dell'Europa dovrebbe essere favorevole al nuovo esperi– mento. Più decisamente favorevole si presentert1 la situazione che potremm~ chia– mare tecnica, e proprio per la estensione e profondità della distruzion~ causata dalla guerra. Nessun paese europeo potrà ricostruire con le sue cole forze. Se la rkostru– dovrà essere uno sforzo combinato, e aiutato dall'esterno, perchè non ricostruire secondo un piano comune? O ancor meglio, poichè non solo nel campo dei beni ma– teriali la distruzione è tanto vasta, perchè ricostruire anziché edificare di bel nuovo, su fondamenta vecchie e nonostante tutto robuste, la nuova casa dei poµoli europei? Nessun europeo, e tanto meno nessun italiano, può però farsi troppe illusioni. Pur sostenuta dalla fede nel successo, la nostra volontà deve essere-fredda, chiara, cosciente, scevra da entusiasmi e speranze ingiustificate; realista, in una parola, di quel realismo che non scambia i desideri per (atti, che non l'ede alla suggestione .. delle parole, che proporziona i compiti alle forze. Senza lasciard abbattere dalle dif– ficolh1, non ci guarderemo mai abbastanza dai pericoli dell'ottimismo facilone. E allora, non nascondiamoci fin da ora che la tendenza all'Unione europea, per quanto giustificata dai fatti e imposta dalla· ragione, potrà urtare contro molteplici ostacoli. E' ancora il nazionalismo al quale pensiamo in pr'imo luogo: Vi sono in Europa stati di recente formazione o recentemente ricostruiti, che non hanno ancora interamente percorso nella loro storia la traiettoria dell'esperienza nazionalista; l'ebbrezza della vi1toria, la più viva coscienza della loro vitalità, gli odi ingigantiti da ·anni di tor- - 12

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