Lo Stato Moderno - anno I - n.2 - agosto 1944

Immobilità dell'opinione pubblica non era più possibfle. Fu necessario mantenere, accanto alla organizzazione politica statale, una organizzazione di partito, che desse l'apparenza di un movimento politico, di up agitarsi di Idee, di una vlta di opinioni, tutte cose di cui Napoleone non aveva bisogno. Il prefetto ebbe cosi àccanto il capo locale del partito e questo solo fatto sonTinò il prefetto nel campo burocratico, togliendogli il pieno ascendente politico. Qualcuno credette ingenuamente che la soppressione delle lotte dei partiti avrebbe dato al prefetto stabilità e prestigio. In realtà la sua sìtuazione peggiorò. La giostra dei prefetti da una sede all'al– tra continuò, se non si intensificù. La vita politica del partito, nulla se per politica si intende l'agitarsi di grandi e vitali interessi, la circolazione delle idee, la dialettica dei contrasti e delle alleanze, era invece intensissima quanto a lavorio di gruppi, contrasti, odi, rancori, interesse di denaro, manovre, maldicenza. Il prefetto doveva dominare tutta questa materia di partito. Doveva all'occorrenza ~ervire il governo contro il gerarca, ma non poteva mai sapere quale sarebbe stato, secondo il capric– cio della tirannia, il gerarca da risparmiare o quello da abbattere. Il partito era il prediletto dal governo. Esso era più esigente, più mutevole, più necessario della burocrazia. li partito trionfava sul ·prefetto, che in teoria avrebbe dovuto essere tutto il governo e quindi stare più in alto del partito. Rappresentante del potere più assoluto che sia mai esistito sulla terra, il pre– fetto doveva condividere tale potere con un altro potente, dotato di facoltà incerte, semipubbliche, semilegali, semistatali e quindi assai più elastiche e pericolose di quelle del prefetto. A questo diarca, carico di preoccupazioni e di grattacapi rima- neva ben poco di napoleonico. ' D'altro canto la vita politica e sociale era divenuta molto più complessa e l'azione dello stato si era enormemente accresciufa. Le materie del lavoro e dell'at– tività economica, quasi estranee alla politica napoleonica, erano inYece divenute problemi quotidiani di un'amministrazione moderna. Al prefetto fascista, rappre– sentante locale del governo, si dovettero dare compiti immensi, in relazione al– l'estremo statalismo,che aveva preso il posto del liberalismo economico e sociale di~one. ~ \ Inferiori come qualità e come autoriti1 ai prefetti di Napoleone, i prefetti fa– scisti avevano compiti infinitamente più complessi. Erano ad un tempo i ministri dell'Interno, delle Finanze, delle Corporazioni, dell'Agricoltura, dei Lavori pubblici, della Propaganda e dei Culti, di un piccolo regno. Si occupavano di giustizia amministrativa, presiedevano innumeri Consigli, giunte e commissioni ordinarie e straordinarie, sorvegliavano i comuni e le province, gli istituti di beneficenza ed i corpi1morali, sceglievano o proponevano le persone per una infinità di cariche, dovevano quasi quotidianamente comparire alle rituali cerimonie; erano poliziotti, giudici, economisti, giornalisti, amministratori, elet– tori, finanzieri, cerimonieri, politici, oratori, sanitari, igienisti, insegnanti, agricol– tori, esattori- di collette, distributori di viveri, banchieri, ingegneri, benefattori, commercianti, industriali, maestri di ordini cavallereschi, sorveglianti di locali e costumi, tenitori di una montagna di schede e registri. E siccome la specie umana non ha ancora prodotto personalità cosl complesse, dove nelle leggi si diceva « il prefetto farà », nella realtà si trovava un qualsiasi oscuro, poco voglioso e non responsabile funzionario di prefettura. Ma a parte queste aberrazioni dello statalismo spinto all'assurdo, vi è un vizio originario ed irreparabile nella funzione stessa del prefetto. Egli è ad un-tempo il capo della amministrazione, il tutore degli enti locali e l'agente politico del go– verno: di qui la reciproca nefasta influenza con cui politica ed amministrazione si sono sempre contaminate in Italia. E' giusto che lo stato sorvegli l'amministrazione. locale, che vi· sia un capo dell'amministrazione statale diretta, e che vi sia d'al– tro canto un. or.gano per la tutela della legalità delle amministrazioni autar– chiche, ma il primo di questi compiti deve essere esercitato da un funzionario - 10 -

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