Lo Stato Moderno - anno I - n.1 - luglio 1944

invece con quànta abilità la Monarchia e I partiti conservatori abbiano quasi sem– pre (fino a che cioè non si affidarono a dei dilettanti) sfruttato ai fini della pro– pria sopravvivenza la politica estera non solo nei momenti più felici, nel .859 e nel 1915, ma anche nei periodi più gravi, nel 1848, ~el 1898, nel 1920. Qui basta aver sottolineato che tra le varie condizioni delle quali i partiti di opposizione dovranno tener conto, se vorranno realmente attuare una politica nuova, audace, originale, capace di condurre la rivoluzione italiana dal campo delle speranze dei migliori a quello -della realtà concreta ed effettuale, c'è anche la considerazione di una Italia che la comunità europea e internazionale in mezzo a cui vive ha bi– sogno sia costantemente operante. La rivoluzione italiana sarà dunque una ri– voluzione armata di strumenti capaci di operare immediatamente e profonda– mente, o non sarà. Ora uno di questi strumenti, il più nuovo forse nella storia d'Italia, si è venuto creando, quasi inconsciamente, forse senza che nessuno pen– sassea quale formidabile strumento si dava inizio: è il Comitato Nazionale di Li– berazione. Occorre che gli Italiani facciano attenzione a questa sigla: C. N. L. Fra le tante sigle di origine straniera che aduggiano e intristiscono la vita ita– liana (oh l'ineffabile vergogna di quelle S. S. i tali ane che alla bandiera straniera hanno coniugato persino una denominazione straniera!) questa C. N. L. non solo è schiettamente italiana ma rappresenta "in nuce" la sola speranza che la solu– zione della crisi non sia soltanto una restaurazione placida e sonnacchiosa. li C. N. L. è il vero e autentico governo formato dall'Italia popolare, allìinfuori di interessi dinastici e di inframmettenze straniere. È dal punto di vista del C.N. L. fche si deve guardare alla soluzione napoletana della crisi ministeriale. Domani ci saranno, ci debbono essere, in Italia, due poteri: quello dell'Italia nuova, dell' I– talia completamente e totalmente estranea al passato, rappresentato dal C. N. L. e quello dell'Italia compromessa che tenta di lanciare un ponte fra sè e l'avvenire. In queste condizioni ccrre che il passaggi sia rapido, risoluto e produttore del minor danno possibile alla compagine nazionale. E se si dovrà venire ad un urto tra la vecchia e la nuova Italia è necessario che la nuova Italia sia pronta alla battaglia nelle condizioni strategicamente più utili, non soltanto per vincerla ma per vincerla rapidamente e risolutivamente, Ci si avvia forse verso un periodo di potere diar– chico: il C. N. L. da una parte e la monarchia dall'altra, la coorte dei ceti conser– vatori, capitalisti~i e burocratici a lei legati se non per definizi-one certo per forma– zione storica. E' evidente che questo periodo sarà di breve durata, ma di decisiva importanza; è probabile che dopo non si parlerà più per parecchio tempo di trasfor– mazioni istituzionali e costituzionali; di qui la necessità di impadronirsi sin da oggi di quelle posizioni nella struttura della vecchia Italia che consentiranno un trapasso più agevole e più rispondente all'interesse nazionale. Fra la posizione nettamente intransigente del nord e quella duttile del sud non si deve dunque vedere nè una frattura pericolosa nell'ambito stesso di ciascuno dei partiti politici, nè una diversa valutazione dell'avvenire italiano; tale diversità rappresenta soltanto - e deve rappre~entare soltanto - l'inizio della conquista definitiva del potere da parte delle forze popolari. tenuto conto delle circostanze ambientali nelle qualiv ivono oggi il Nord e il Sud. Recriminare dunque sulla partecipazione ,ministeriale o comunque soffermarsi sui soli suoi aspetti negativi significa soffermarsi su quella posizione mentale in virtù della quale dal 1870 in poi la parola" rivoluzione" fu nel voca– bolario politico italiano la più sfruttata e la meno compresa, la più usata e la meno vissuta. Ora che le condizioni obiettive lo consentono converrebbe non parlarne più e decidersi a farla, a tradurla nella concreta esperienza storica del Paese. Il C. N. L. dell'Italia settentrionale e il Governo dell'Italia meridionale hanno lo stesso compito su questa via ricostruttiva, sino al definitivo passaggio del potere nellemani delle forze popolari. -· 7 -

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