Il Socialismo - Anno III - n. 23 - 25 gennaio 1905

ANNO III IL SOCIALI ,11, Rivista quindicinale diretta da ENRICO FERRI .lf, ABBONAMENTI: h"AL1A: Anno L. 5 - Semestre L. 2,50 EST&RO: Anno L. 6,25 • Semestre L. 3,25 Un numero centesimi 25. SI PUBBLICA il 10 ed il 25 d'ogni n Per la Direzione e Redazione rivolgersi all'ono– revole prof. Enrico Ferri, Roma, Via Monlt:hcllo, 2-t, - Per l'Amministrazione rivolgersi : /J Sqcia/ismr Rivista, Roma, Via S. Claudio, 57. ATTUALITÀ POLITICA RUSSIA La rivoluzione in Russia! Fu l'impressione immediata di tutti alla let– tura delle prime gravi notizie giunte da Pietroburgo sullo sciopero generale. Date infatti le condizioni politiche interne dcl– i' impero moscovita, i molteplici e successivi atten– tati contro l'autorità, il sordo e profondo malcon– tento e la i-ivolta delle coscienze che da anni ci si ripetevano all'estremo; dati i rovesci della guerra che là, nel lontano Oriente, ha immolato al capriccio ed alla vanità del despota innumerevoli vite, ha git– tato le ultime risorse delle già strerne finanze del– l'impero e ha abbandonato alla pili nera miseria milioni di lavoratori, certo l'impressione rispondeva non solo al sentimento di alta soddisfazion~ che si impossessa di ogni animo onesto alla speranza di veder cancellata l'onta e l'obbrobrio di un reggi– mento infame che pesa quale afa di morte sopra un popolo intero di oltre cento milioni; ma pili e ancora rispondeva a condizioni di fatto, ad una persuasione mentale che poco a poco, noi lon– tani, aveva compresi esser cioè vicino il gior11Jc1 in cui tutti, dall'uomo di cuore all'uomo dì parte, dal liberale al socialista, tutti si sarebbero sol– levati per scuotere e debellare la potenza tiran– nica c dissanguatrice della oligarchia di principi, di funzionari e di preti che aveva posto radici salde ai piedi del trono. E il pensiero corse in quel momento istintiva– mente a quanti abbiarno conosciuti esuli russi, a Ginevra, a Zurigo, a Berlino, a Parigi ed altrove, cd ai racconti ed alle descrizioni terribili che veni– vano fatte dei patimenti, dell'onta, delle miserie ine– narrabili in cui giace quel popolo di oppressi; ccl abbiamo sentito in quell'ora, a quelle notizie, il sussulto di giubilo che deve aver invaso l'animo loro, la febbre dell'azione, l'angoscia dell'attesa, la speranza, la rossa speranza .che l'ora della riscossa finalmente fosse per sorgere. E ben sia giunta, sì, anche per te, o a noi igno– rata e sconosciuta, coi tuoi cosacchi crudeli, colla tua Siberia infame, colle tue immagini sante, santa Russia, l'aurora di una vita nuova. Forse, per poco ancora, il tiranno riuscirà a rac– cogliere le fila della sua potenza, a stringere in morsa di ferro il tuo braccio poderoso che in questo momento minaccia terribile; forse ancora vedranno le inter~ninabili steppe, bianche di neve, procedere, stretti in catene, nuovi sterminati convogli di figli tuoi, povera Russia, dannati a soffrire, a morire per la libertà, per la redenzione tua; ma sarà l'ultimo bagliore di una luce sinistra, l'ultirno sforzo della potenza bieca di tiranni <:; di preti cospiranti. Ormai l'ora fatidica è suonata! Raccogli, vergine Russia, le tue potenti energie. L'ora è venuta della battaglia, che dovrai combat– tere, lunga e senza tregua, terribile. Mostra al sole i tesori delle tue concusse ed ignorate virtll. L'ora della meditazion~ è passala. Smetti il tuo canto pieno di malinconia, il canto dei tuoi poeti, e intona l'inno nuovo, potente della riscossa. E' l'ora della rivoluzione! E' l'ora, è l'ora, vergine Russia: solleva te stessa all'altezza dei tuoi destini, dei destini della civiltà, dell'umanità intera. Il mondo ti guarda e aspetta ansioso il tuo trionfo. E noi lo aspettiamo, anche noi socialisti, che non ci è ignorato quanto e come, quasi unica forza di questo grande movimento che deve finalmente abbattere la potenza secolare dcli' autocrazia, sia quella che sorge dalla visione dei nostri ideali lon– tani e da quel proletariato immenso che è la ra– gione e la causa potente del divenire sociale. Gli alleati tuoi in quest'ora suprema - i liberali - o proletariato russo, sentono l'abisso che divide le tue dalle loro aspirazioni, i loro dai tuoi inte– ressi, e rimangono tepidi e dubitasi nell'azione, quasi temessero la vittoria che dovrà aprire nuovi campi di lotta, nuovi e profondi dissidi e competizioni di classe. Non tu temi, non tu cui la vittoria di domani, per la quale avrai dato il tuo sangue migliore, le

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