Il Socialismo - Anno III - n. 21 - 25 dicembre 1904

IL SOCIALISMO 333 pccuni:tri:t nelle scttim:rnc che seguono le feste. .\folte fa.mi– glic, dopo aver soddisfatto questo f.-tlsopunto d'onore, p.1gatc le spese di lusso, si trovano di fronte .1 una reale difficoh.i per coprire le spese necessarie. Esse si sono comportate, si, dcgn:uncntc verso le persone di servizio e ,·crso tutti coloro che in quei giorni si credono in diritto di riverir la gente, ma subito dopo si trov:rno molto imb.1raz1..1tedi fronte .1gli obblighi imperativi della cas,1, dei bimbi. dclb s.1lutc ! In fondo. dunque, le feste aff.1tic:1110 i 1:i.vor:\tori e impo– veriscono il pubblico, senza che il commerciante ne ritr.,gga un reale benefizio. E il provocatore di questo m:i.lcsscrc, di cui soffre :1 sua volta, è il pubblico con le sue richieste pre– cipit:lte. Esso solo, quindi, può .1pportarvi un effìc.,ce rimedio, non essi:ndo i fornitori che gli esecutori dei suoi ordini. . .. Le gr.111diagit.1zioni di persone hanno pure delle conse– guenze che tocc.1110l.1 salute pubblic.1. A caus.1 degli eccessi di nmi i generi che si fanno in 1.1lioccasioni. le mal:i.ttic crescono. Eccessi di lavoro per i produttori, eccessi dì cibi e di bev.1ndc per tutti. Si dice che la medicina consigli lii fare ogni scttiman.1 un piccolo travi.1mcnto di n.~gimc. No. l'ec– cesso è sempre nocevolc, anche quando è commesso r.,rmncnte, anche quando è commesso una voh.1 sola. L.1 nostra narnrn è un., person,1 molto regolare, che progredisce a p.1ssi cont:tti e che la minim.1 scoss.1 distoma d.11l.1sua marci., insensibile come qucll.1 dcli., lancetta dell'orologio. I periodi di feste sono sovente l'occasione d·ogni specie di m:d,1ttic. Gli attacchi di gou.1 t.: di reumatismo, l.1renella del fc.:gato e del rene, le indigestioni 3i present.1110comunemente. Spesso, per un tr.wi.1ment0, si m:mifcst.1no delle c:i.ttivc di– sposizioni org:tniche che continuano poi per tutt.1 la vita. Più di un 'infermità ha per .1nniversario l.1 dat,1 di una festa. Le feste sono, per tu1ti. i mezzi più potenti a prop,1g.1rc le m.1l,1ttie cont,1giosc. Se io dovessi citar degli esempi di– venterei certamente noioso ... I.e feste sono poi specialmente delle circost.1nze propizie ,1 tunc le n1:1l.1ttiche n.1scono d.1l1e p,1ssio11isessu.1li... La n.1talità, in fine, si risente dall'agitazione dcll:t vita pubblic,1. Certi massimi dcli., curv.1 dei parti si riport.1110:tlle gr.1ndi feste pubbliche. Secondo la sper.1nz.1dei grandi con– quist.1tori, un:t notte d'una gr,1nde capit.1\c deve rip.1rnre la strngc d'un.1 gucrr.1. E ciò è sopra tutto vero per le notti di fest.1. Ma che cosa v:ilgono questi esseri procrc:tti senza ri– flessioni:, spesso nell'ebrczz.1 che segue un copioso desinare e dopo una gionrnt.1 di fatica? Qu.1nti bimbi. ncll,1 famigli,1 e nell:1 collettivit.'i. punto desiderati, e punto desiderabili. col favore del disordine dcli., festa, .1ppariscono al banchetto dcli., vit.1! Un.1 gr.111parte di essi, n.1rnralmcnte, sono dei disgra– zi.1ti, dei deboli di fisico, degli infermi di mente, facili prede delle m.1bttie e dei vizi - infelici che, in un modo o ncll'altro 1 o .1ll"ospedah: o in prigione, v,1nno a c.1rico della collcttivit:i. Le feste. come ordin,1ri.1mente sono pr.itic.1tc, coi loro ec– cessi di lavoro e di pi.1cere, sono delle cause di perturbazioni sociali. Esse non ar,portano agli uni che dei riposi forzati scnz.1 salario, agli .,Itri c1e dei sa!.,ri più elevati senz:t riposo, e a !lilli delle occasioni di fatic,1 eccessiva e di m.1lattie e, consc– cutiv.tmentc, un.1 diminuzione economica. Dopo il loro tu– multo, il dovere del 1.woro diviene un peso e J.1 sua ripresa riesce pcnos.1. - No! è con delle di~tr.1zioni più semplici e più famigli.1ri, meno gravate di fatica, chi::l'uomo, obbedendo alle savie leggi dcli., n.1turn rcgol.,rc, deve ripos,,rsi del suo 1.woro quotidi.ino. Le feste di :"Jat.1lce di c.1po d'anno sono dei riti tr.1di– ziona.li .,i quali si assoggettano più completamente i deboli. E però esse sono noccvoli .,i disgrazia.ti ch'esse favoriscono un momento, arrestando lo sviluppo dcll:t loro personalità mo– rale che 11011 può che 111.1\c adatt:irsi alk rimuner.1zioni ca– pricciose delle strenne. Riviste anglo-am.ericane li numero di ottobre della elegante Rivista The Comrndt, è tutto dedicato al Cou~n:sso tli Amstarlam e non contiene niente di importante che non si.1 già conosciuto· d.1i nostri lettori. '.\otc\foli le illustr:1zioni dcli., sala del Congresso, i ri– tr.1tti di alcuni congressisti, c.: il gruppo dell'Ufficio intcrna.– ziona.\c soci.1list.1,dovi: a.ccanto .1\ russo Plackanoff è il gi,,p· ponesc Kat.1yam.1. >:cl numero di novembre ddl.1 stessa rivista c·l', fra altri :inicoli interess.1nti. un:t raccolt.1 di Lette-redalla Sibi:rùt, tutte a proposito della gucrr.1. .-\!cune di queste son dei veri spi– ragli aperti su !"inferno. Sul vero inferno dove si dt!gr.1da110, si abbrutiscono e soffrono gli uomini. « :-ioi, scrive uno dei corrispondenti. vivi.11110 in un 'atmosfer:1 molto particol.irc, per• chè ci aspettiamo .,d ogni ist.111teil bomb:ud:u-nento )). Biso– gna notare che questa lettera i.:dat.1t.1 da \'la.divost0k. « Le vie sono affoll.,tc di giovani d:tlle faccie smunte, fasciati, m,1- lati, e di donne che J'.1ngosci:1. sfibra. e rende quasi pazze )). Alla farmacia dell"ospcdale si fanno grandi distribu;,;ioni di c.1lmanti ,1 queste donne esauste da.Ila tensione nervos.1 per il marito che è lontano e del quale non h.1nno notizie, e d.11 terrore del nemico che. p,1dronc del mare. può, da un ist.1ntc all'altro, presentarsi .111:tbocc:1 del porto. 1 dintorni sono pieni di militari. .1cc.1scrm:11iall.1 peggio, m,1ncanti di tutto, meno che di acqu.wi.te. L \1bbri.1chezz:1 è gencr.,le: dni pili .1\ti ufficiali agli ultimi fantaccini tutti pc– ~c.1110 c.or.1ggio, smrdimcnto e c:dorc nelln rotlka; e ne se• guono scene orribili. omicidi e suicidi terrorizzanti. Le opere milit.1ri sfianc.1no gli uomini che torn.1no alle c,1sermc es:rnsti maledicendo la guerra, il freddo e la loro vit,1 stess.1. (( Il numero dei mal.,ti è enorme, n1:1 non tutti son r.1c,olti negli ospedali pcrchè. dicono i superiori, ciò f.1- rcbbc brutto effetto per la disciplina. I medici, .1ttcncndosi ,1 quest.1 tcori.1, non :unmcttono ncll'ospcd.1lc che i morenti. Il resto tisici, scorbutici, feriti gir.1110per le str.1dc, si siedono nei vani delle porte e rantol.1110e singhioz;,;ano finchè la vigili:1 della morte arrivi. Allora lè porte dell"osped.1lc si aprono. In mezzo a quest'inferno, le cose sono cosi orribili tutte che ognun.1 perde il suo carattere particolarmente odioso, e ci si abitua a consider.1re le miserie più profonde e le atro– citll più gr.111dicome cose n, 1tur:i.li ». Da un ·.1ltr.1 lettera datat.1 d.1 Polta1.ia es1r.1ggo questo pili che significativo p.1ssaggio. e< Le reclute che partono per lo Estremo Oriente passano per le vie e s.1lutano quelli che in– contr:tno - .>\ rivederci nell'.1\tro mondo -. Le donne si met– tono su le lince per impedire .1i treni di partire. Tutto è pieno di pianti e di gridn >>. In un ':tltr.1da Tomd· leggo e trascrivo: - << Il numero dei p.1zzi per .1lcoolismo è enorme! Tuui i treni che lasciano Tomsk per l'Estremo Oriente son pieni di ub– briachi. Tutti i sold.1ti sono ubbriachi e gli ufl1ciali anche. Un ordine è stato dat0 pcrchè sicno chiusi i pubblici sp,1cci di liquori (questa è una impres.1 govcrnmiva) m.1d.1che ~0110 stati chiusi la vcnditn segrct.1 della 1.10,tka è .1.umentat.1 euor– mementc e J'ubriachezz.1 cresce :l dismisura. Qua arriv,1110 molti l{iapponcsi prigionieri. e insieme a loro molti mal:ni russi che sono ricovcr.1ti all'ospcd.1le e si dicono feriti. L.1 verit:i. è che son mal:ni di sifilide. e questo è confernrnto an– che da.i rapporti ufficiali. Ecco che cosa hanno fatto del po– polo! Il Ufilsl,ir1·'s .\.fogaz.ine si fa \!ia via più cleg.111tcscnz:1punto diminuire il proprio vnlorc letter.1rio e la su:t scriet:i.. Nel nu– mero di novembre è interess.,ntissimo un ·.,rticolo di H. Hymt111a11 su La morte e l'ùkale sociali.sia. Hyndman scrive•., Wilshirc, rimproverandolo prim.1, che lo t0glie con la sua prcghicr,1 d\111 articolo .,i dolci ozì d'un tr:tnquillo '"ill.1ggio ingkse, dove egli si riposava delle sole~giate visioni d'Italia, e delle silenziose e azzurre c.1l111.1 dei l··j6rds norvegesi. ,\fa poichi.:il ripos.1 è interrotto varrà la pena di studiare la situ,1zionc p:1rl.1rcdel Giappone. Noi .1bbi.1moqu.1 un popolo che noi occidcnt.1li chi,1111ia– mo pagano, senza nessun concetto d'un.1.vit,1 individuale dopo l.1 morte, che non s,1 nulla di quella resurrezione del corpo a proposito della quale Tcrtulli.1no fu tanto eloquente contro ì\farcionc, che rivcl.1 una profond.1 devozione .11 suo imper,1- tore, come l.1 incarnazione del suo ideale nazion.1le, lo sprc-

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