Il Socialismo - Anno III - n. 21 - 25 dicembre 1904

332 IL SOCJ/\LlSMO quale a un certo grado di civiltà rende impossibile l'ulteriore progredire nella stessa direzione. Quali forme questi contrasti assumano a qual gra– dino una data civiltà. si trovi, ciò è considerazione in– differente al nostro argomento. La forma può essere schiavitì:1, può esser servitù (il che si comprende costi– tuisce una differenza fondamentale per le'"cìviltà in que– stione) ma il contenuto e lo stato generale d'un'epoca critica rimangono i medesimi. Le forme sorpassate osta– colanti il progresso sono mature e si fanno valere. mentre le energie positive in esse contenute sono a11- cora sopite. Difatti in simili epoche la Somma dei mali sorpassa la somma dei beni. Questo periodo di transizione viene generalizzato da.I mistico e dal pessimista come un fenomeno norma.le della vita umana. AI pari delle diverse civiltà da noi menzionate anche le di,·ersc dottrine si distinguono l'una dall'altra. li buddismo e la dottrina d'un Malebranche, consi– derati nelle loro particolarità, differiscono totalmente. Ogni teoria pessimista o mistica portai l'impronta del sno tempo. Solo il metodo e l'argornentazione di siffatte dottrine dipendono dalla civiltà e dal livello dell'intera scienza contemporanea; ma la caratteristica generale e l'essenziale di ogni specie di misticismo e pessimismo rimane pur sempre la negazione dell'esistenza materiale. rnoltre si potrebbe ancora obbiettare che un 1 idea n: :i.ta in una data civiltà può essere in grado d'eserci~ tare la sua influenza su di un'altra civiltà nella quale sia stata trasportata. Che quindi il buddismo abbia po– tuto influenzare il periodo posteriore della filosofia greca, e la posteriore filosofia greca, in un col buddismo, la filosofia romana. Se un'idea potesse nascere e sviluppd.rsi indipen– dentemente dalla base materiale del suo tempo, sarebbe assolutamente i1npossibile spiegare perchè un'idea, una volta sorta, non possa aver sempre la mede sima fvr.m di dominio. Perciò è indiscutibile che una dottrina im– portata dal di fuori possa esercitare un'influenza. Ma quest'influenza è possibile soltanto quando le condizioni fondament: :i.li della civiltà ove la dottrina ha tratto origine rassomiglino alle condizioni della civiltà in cui essa vien trasportata. L'idea elaborata esercita la sua influenza nel senso ch'essa viene ad essere una formola fatta che designa condizioni analoghe. Essa ac– celera il processo della coscienza. Co1ne un bacillo non può intaccare un organismo sano, così le dottrine mistico-pessimistiche non pos– so :rnnidarsi e acquistar signoria in una on~anizzazione sociale normale. Le teorie pessimistiche e mistiche come la maggior parte delle teorie si rinnovano e riappariscono quando le condizioni generali del tempo corrispondono alle condizioni generali in cui esse ebbero origine. Si potrebbe ancora obbiettare: Le teorie mistiche e pessimistiche hanno esse una qualche volt~ cessato di esistere? No, davvero. Poichè il malcontento ha sempre e dovunque esistito in qualche misura. Si tratta solo di sapere quando I! che queste dottr;ne più emergono e quando t: che esst: erercitano una maggiore influenza. Ciò succede indubbiamente nei periodi critici della storia. L. HAXELROI) (lr1111blfn da Ange/iea /Jnl,,/Ja11off~d Elena Pms,,h). IL ROVESCIO DELLE FESTE Le ultime: c;cttim:medcli",1nno sono un pe:rioJo di feste. che i discrcJati o i vinti della vita ,·ecJono tornare con una spcr:tnz,1 .1nsios.1. Esse apportano qualche addolcimento alla loro condizione. E pe:r questo, fin che non s.1d possibile com– pens.ire altrimenti ,hc con un simulacro cflìme:ro le troppo rudi ineguaglianze soci.1li, le foste rimarranno utili. M. 1queste feste. tutt,wi:i, hanno dei rovesci penosi: inn.1nzi tutto r ecce:ssivo1.worodegli operai e degli impicg.1ti 1 sopraf– fatti d: tllc richieste 1.kll,1clie :ntcl.1:poi gli cc,cssi che .,gitano e spargono i g-ermi Jcllc n1.1l.1ttic, gli eccessi che spingono .1 delle procreazioni difettose. Dal punto di vista mor.1lc, in fine. queste foste di ):.1tale e di c.1po d' .111110. con l'esca delle ricompense, tendono a mantenere i piccoli lavor.1t0ri - come i fanciulli - in uno st.1to Ji Jipcndenz.1 poco compatibile col sentimento di dignità. personale che dovrebbe essere il p,1tri– monio di rntti. J~ questo il l,110cht.: io, oggi, qui vorrei csami,rnrc. Il principale vantaggio .runa {;rande festa sembrerebbe es– sere il riposo del l.wor.uore. Ed è :issai utile:, in fatti, porre t.1lvolt.1.per qu:ikhe giorno. la macchin.1 um.111a in uno st:ito di inazione complet,1, poich0, nelle .1ttu.1li condizioni del l.1- voro, in tutti gli individui vi ha un :i.ccumul.1mcntodi fatic.1. la cui piena ripar:11ioncesige un certo riposo. ,\1:1nella nostr.1. org.1ni1.z:1zionc scxi:1le,pochi sono quei lavoratori che godono questo ,,.111t.1g{!:iO. L.1 maggior p.1nc dei nostri lavor.1tori,impieg.1ti od operai. delle feste non conoscono che due st.1ti, cgu.1lmcntc cattivi: il riposo con sciopero, e r .1umento del s.1l.1riocoi, produ– zione forz:11.1 - che i.! l:t condizione tipic:1di que:sti ,wvcni– mcnti .111nu,1li. L·eccessivo l:1voro delle feste i: v.1ri.1bilc ,1 sccond:1Jellc professioni e degli anniversari celebrati. .-\Ila fine dell'anno, esso coglie tutti i produttori di oggetti di .1liment.1zionc 1 di vestiario e di mobilia. Durante gli ultimi quindici giorni del– r anno, in tutti i luoghi di produzione e di vcndit.1 1 si osserva una febbre di lavoro continuo. scnz.1 un.1 rip.1r.v.ioncsuffi– ciente. [ periodi di lavoro si :tllungano e divengono progres– siv.1mentc delle giornate di dicci, di dodici e anche di quin– dici ore. Delle r:tg.1ne :1ppcn:tpuberi pass:mo una pane delle notti d. inverno a cucire o a ric:11narc, logor:tndos, l.1 vista, indebolendosi 1·org:inismo. I venditori dei gr:u1di negozi, in piedi t.:stanchi rntta la giorn:u.1.. 1\\.1 sera trovano :1ppcn:1il tempo di ct.:rc.1rc.nel sonno, una debole diminuzione della. fatic.1del giorno. E i p iccoli fabb ric.1nti, quelli che sono a un tt.:mpop,1droni e opera.i, lavora.no in c.1sa,sovente in un piccolo stanzino, in u11·.1t11 1osfera vizi:t ta d.11 petrolio o dal gas, dalle vernici e dalle essenze. fra i ri1.1glidi latta e di c.,rtone. Essi si rifini– scono nella produzione intcns.1 delle strenne ... Ecco ciò che le foste port.1110 e ciò che rappresent: 1110 le cerimonie soci.1li delle visite, dei pranzi e dei doni di c.1.po d'anno. Un :tltro :tspe:tto dcll.1 qul.'stionc è la qu.1lità. del J.woro che, in 1.1liscompigli di prodm:ione, è spesso di qualità infe– riore. Gli oggetti posti in consum,v.ionc sono meno ben prc– p.1r.1ti,e le mani impicg,1te a crc:trli. ncll.1 frl.'tt:l del lavoro, rischiano di gu.1starsi. Come ì: possibile, per esempio. che una cucitrice poss.1sentirsi .1ncor.1bene a.Ile:undici di sera, dopo un.1 lunga giorn:tta di lavoro? L:t freu.1 costringe .111' opcr.1 m.11fini1.1.e r .1bitudine dcll:t m.1110st.111c.1 continue:r:\ poi .1ncora quando c;j .wrà r.1gionc di richiedere un lavoro ben fatto. .\fa se .1lmcno i produttori ne traessero dei reali benefizi! Inve ce, no. Gli incassi delle giornate cccezion.1lisono bil.111- ciati d.1.ip ,1ssivi dei m:igri periodi che le seguono regolar– men te. Per gli operai, le ore supplcmcm.1ri se ne v,11moim- · mcdi.1tamcntc in supplementi di cibo e di medic amenti. E il pubblico, d,1 prim.1 responsabile, rima.ne vittim.1 .1 sua volt.1. co mprand o dei prodotti difettosi. Ma il ma.le :ha. un ripcrcotimento economico più gcner.1le. Questo cc..:ess o nelle compre produce sempre un.1 miseria

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