Il Socialismo - Anno III - n. 15 - 25 settembre 1904

IL SOC!ALISMO 23 l frazione fa intorno all'atteggiamento del partito ha lo scopo di conquistare la maggioranza delle volontà, per mutare l'atteggiamento medesimo. Qui il caso è diverso: è il papa che ordina e tutti i fedeli debbono obbedirlo. Quando l'obbedienza pili cieca viene a mancare è la stessa base della costitu– zione cattolica che viene scalzata. E' la destìnazione dell'autorità papale: è il trionfo del libero pensiero! Pare un augurio! Venezia. CRSARF: SPELLANZON. Inchiesta ullo sciopero generale La parola e<Sciopero generale» ha avuto in Fran– cia una storia e significati successivi che è qui utile ri– cordare. Quando, or sono 15 anni, la parola fu messa foori, si aveva la pretesa che dovesse significare sciopero ad un tempo degli operai della città e di quelli dei campi. Fra i più ardenti propagatori dello sciopero era noto il famoso arrivista Briand ( 1) ed altri che come lui ora sono diventati ministeriali convinti. Essi immaginavano che spingendo su tale strada la classe lavoratrice e non mostrando ad essa che questo solo mezzo di emanci– pazione, essa ·costituirebbe una tal forza operosa da con– trapporsi un giorno al Partito socialista. Si formò a Parigi un Comitato per raccogliere le sottoscrizioni onde preparare lo sciopero generale, e si arrogò il di.ritto di prelevare il 5 010 sulle somme che gli venivano rimesse onde soccorrere operai in scio– pero. Dovette però sospendere tale strano prelevamento dopo le proteste d'indignazione dei meccanici inglesi in sciopero, a favore dei quali al Comitato erano stati consegnati dei fondi; essi dichiararono che il diminuire per un motivo qualsiasi le risorse degli operai in lotta col capitale equivaleva a tradire la causa degli sciope– ranti. [gnoro ciò ·che di quel Comitato sia avvenuto; non ho mai conosciuto il nome dei suoi membri nè quello delle persone che hanno controllato i suoi conti, non so se mai abbia presentato un rendiconto delle somme in– cassate e _spese. Ma nessuno ignora che la parola non ha conservato il suo significato, il quale da parecchi anni è venuto restringendosi. Per un ceno tempo sciopero generale ha significato sciopero di operai di una data corporazione in tutto un paese, così, p. e., sciopero generale degli operai delle mine, delle ferrovie, ecc.; poi ha signifi– cato sciopero di op,erai di un mestiere in una regione od in una città; finalmente si è ridotto a significare semplicemente lo sciopero di tutti gli operai di un can– tiere. S'impiega ora ordinariamente l'espressione di scio– pero generale per dire di uno sciopero qualunque. L'evoluzione della parola sembra indicare che se l'idea della sospensione generale del lavoro ha l)Otuto per un momento sedurre, si è ben presto venuti nella (1) Il Briand appartiene ora al partito riformista e in uno dei prossimi numeri daremo :mehc il suo attuale parere sulla questione. persuasione che difficoltà insormontabili ne impedivano la realizzazione e che, se si voleva conservare 1a pa– rola, cara alle orecchie dei lavoratori, non bisogna va darle un significato banale che generasse confusione. Tuttavia dal punto di vista socialista sarà utile qual– che osservazione. In nessun paese i socialisti hanno organizzato scio– peri, ma a lotta aperta essi si sono sempre affrettati di portare agli scioperanti l'appoggio morale e materiale, poichè, se essi riconoscevano che lo sciopero è impo– tente a emancipare il lavoro, sapevano però ch'esso è una fatalità dello sfruttamento capitalista, che è un'arma economica che permette agli operai di difendere il loro salario e la loro clignità, e che sovente esso ha dato occasione agli operai di portare sopra un terreno poli– tico la lotta contro il capitale dopo aver riconosciuto per dolorosa esperienza la fecondità di miserie e la ste– rilità di risultati importanti e duraturi della lotta. sul terreno economico. Lo sciopero ammonisce gli operai ad abbandonare la tattica anarchica delle rivendicazioni individuali, li obbliga ad organizzarsi, a disciplinarsi e ad agire i.n massa, sviluppando in essi il sentimento dell'antagonismo di classe. Il Partito socialista non avendo mai provocato scio– peri non può per conseguenza sospendere la lotta poh– tica così come domandano coloro che preconizzano ciò che essi chiamano lo sciopero generale, per consacrarsi esclusivamente alla preparazione della sospensione ge– nerale di ogni lavoro industriale ed agricolo, sotto pre– testo che tale immane incrocio di braccia condurrebbe alla rivoluzione sociale. Se la parola << sciopero generele ,> è moderna, la cosa è antica; l'uso che se n'è fatto in passato permette di apprezzare il suo valore rivoluzionario. Le città del medio evo possono fino ad un certo punto essereconsideratecome piccoli Stati autonomi. La sospen– sione del lavoro in una città era come uno sciopero generale ridotto. Accadeva sovente che i maestri d'arte - i padroni di quell'epoca • per strappare al patriziato ciel Comune, all'autorità feudale od episcopale, conces– sioni, chiudessero i loro stabilimenti gettando nella di– soccupazione i compagni e gli apprendisti, i quali così nelle loro mani diventavano elementi cli disordini e di sommosse. La storia di Parigi, cli Gand e delle grandi città ciel medio evo ci dà la cronaca di sommosse popolari pro– vocate dai maestri d'arte. I fabbricanti di Manchester ricorsero nel 1842 a tale metodo insurre:donale per .ot– tenere l'abolizione del dazio sui grani onde poter ab– bassare col prezzo del pane anche i salari. r padroni parigini ricorsero allo stesso mezzo per imporsi al governo provvisorio del 1848. Gettavano nella disoccupazione i loro operai, onde rendere più in– tensa la crisi economica e complicare quella politica. Fould, che più tardi fu ministro delle finanze sotto Na– poleone II[, propose un metodo per imporre ai bor– ghesi in rivolta: formò un elenco di banchieri e di industriali con accanto segnata la somma che a ognuno avrebbe dovuto essere imposta; ma i timidi membri del governo provvisorio,. dominati dal ministro delle

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