Il Socialismo - Anno III - n. 15 - 25 settembre 1904

232 IL SOCIALISMO finanze Goudchaux, che la Banca aveva delegato a di• fesa dei suoi interessi, non ammisero il provvedimento. Tale misura rivoluzionaria, che avrebbe colpito i nemici della repubblica e rinsanguate le casse esauste, avrebbe forse risparmiato alla Francia i laboratori nazionali, le giornate di giugno ed il 2 Dicembre. I capitalisti, per scopi evidentemente economici, per diminuire }a produzione ed ottenere un _rialzo sul prezzo dei prodotti, hanno ricorso alla chiusura generale degli stabilimenti tanto nell'industria mineraria che nelle altre industrie, tanto in Francia, quanto nel .Belgio e in In– ghilterra. Tali sospensioni più o meno generali del lavoro, sono state sopratutto utili politicamente ed economicamente ai padroni che le provocarono. Gli operai del medio evo, seguendo l'esempio <lato dai loro maestri d'arte, crearono organizzazioni di cvm– pagni, e quando si reputarono abbastanza forti per en– trare in lotta con quella dei maestri, si posero, a loro volta, in isciopero : secondo la loro espressione, essi dannavano una città: i compagni che vi lavoravano ricevevano ordine cli uscirne e quelli che erano per an– darvi, di ritornare sui loro passi ; non era permesso di andare al lavoro tinchè !'interdetto non fosse tolto; qualche .anno prima della rivoluzione del 1789, la cor– porazione dei carpentieri t!a1111ò Marsiglia, che per qual– che tempo si trovò senza lavoranti carpentieri. L'organizzazione dei cavalieri del lavoro negli Stati Uniti, che per le cerirnonie di iniziazione ricordava le organizzazioni di compagnonaggio, ma che se ne di– stingueva per l'ammissione di tutti i lavoratori, senza· distinzione di mestiere: tentò nel 1878 di generalizzare uno sciopero onde ottenere la giornata di 8 ore, scritta nel programma del proletariato internazionale. Essa con– tava allora circa 700 mila inscritti. I suoi numerosi gior– nali raccomandarono per parecchi mesi agli operai di fornirsi cli mezzi di° sussisten1.a per una o due settimane, poichè il 1. maggio il lavoro sarebbe stato sospeso fino a che i padroni non avessero accordato la giornata di otto ore. L'astensione dal lavoro, benchè assai lontana dal– l'esere generale, fu sufficientemente grande in alcuni centri industriali dell'Ohio, dell'lllinois, ecc., perchè i padroni, sorpresi dalla simultaneità del movimento, con– sentissero ad accordare la giornata di otto ore ; ma essi però revocarono la concessione tostochè il lavoro venne ripreso. Questo fu, a conoscenza mia, il più vasto e il meglio preparato fra i tentativi dì sciopero generale che siano finora stati fatti. L'insuccesso diede un colpo mortale ai ca1mlieri t!e/ lavoro, e da allora gli operai americani non parlano pil1 di sciopero generale. i\ifa ne parla.no però i capita– listi. Durante la campagoa elettorale del 1899 essi di– chiararono che se Bryan fosse stato eletto presidente della repubblica, essi avrebbero chiuso i loro stabili– menti, e questa minaccia contribuì pur rnolto alla scon– fitta ciel candidato popolarista e bimetallista ed alla elezione di Mac Kinley. La rivoluzione sociale non può venir fuori da uno sciopero, anche se generale 1 come pretendono i suoi faulori, perchè la riforma economica o politica che agita le classi operaie, una volta ottenuta, queste sono sod– disfatte, e riprendono supinam.ente il loro giogo, come si verificò negli Stati Uniti e nel Belgio. Lo sciopero generale non porta in sè la rivoluzione; è al contrario la rivoluzione che produrrà lo sciopero generale. La rivoluzione dell'89 diede luogo per anni di seguito ad una più o meno grande sospensione del lavoro nelle città e nelle campagne; e se la guerra non avesse irreg– gimentati e gettati alla frontiera centinaia di migliaia di operai senza lavoro, la rivoluzione operaia si sarebbe con1plicata con la rivoluzione borgh,ese. Le nazioni capitaliste sono mature per una rivolu– zione sociale che una crisi politica o economica potrebbe far scoppiare, ed il suo primo risultato sarebbe la so– spensione dal lavoro nelle regioni industriali e nelle grandi città. Gli uomini che dagli avvenimenti saranno portati a.Ila dittatura, come i co11ve11:sio11ali de 1792, dovranno prendere misure rivoluzionarie per nutrire, alloggiare e v~stire i disoccupati, per far comprendere alla classe operai:i che sorge un ordine nuovo. Se senza esitazione essi nazionalizzeranno i mezzi di produzione già cen– tralizzati dai capitalisti (banche, fabbriche, strade fer– rate, grandi proprietà foncli::irie 1 ecc.); se essi assicure– ranno ai lavoratori che producono i benefici che ora intascano i parassiti del capitale; se essi, impossessan– dosi di viveri e .merci esistenti le distibuiranno a se– conda bel bisogno; se essi sloggeranno i capitalisti dai loro appartamenti, palazzi e ville per alloggiarvi gli oper:1i, la rivoluzione sarà salva e la trasformazione del lavoro salariato in lavoro associato potrà compiersi senza so– verchi urti e conflagrazioni. VITA PROl,ETAIUA INTERNAZIONA DALLA SVIZZERA Ancora il clero al servizio del capitalismo. In questo momento, in cui l'attenzione del prole– tariato è attirata sull'Opera di assistenza llonomelli e sul prossimo Congresso del Libero pensiero, in questo momento in cui l'Italia è minacciata dall'invasione .delle congregazioni religiose, in questo momento in cui il clericalismo sempre vigilante e pronto ad ogni atteg– giamento pur cli conservare la propria esistenza. minac– ciata dal nuovo risvegliv proletario, impossibilitato ad impedire l'organizzazione dei lavoratori, sfrutta le nuove forme della lotta proletaria per trarne nuovo mezzo di asservimento, è bene additare a tutte le manifesta– zioni e a tutte le conseguenze dell'opera clericale, resa tanto piì:1nefasta e pericolosa quanto piì:1moderni sono i metodi da essa adoperati. Della parola d'ordine che sveglia e unisce i proletari tutti, l'organizzazione., la 11mtJ11e, il clericalismo si serve per propagare la 1/isu– nio11e, il krumiraggio, e mentre l'organizzazione operaia, basata sulla lotta di classe. è un fenomeno• eminente-

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