Il Socialismo - Anno III - n. 15 - 25 settembre 1904

IL SOCIALISMO niamo gli originali, si rispecchia in modo lampante la sfacciataggine ciel sistema (< religioso». ANGELICA BALABANOFL <eMurg, 1 1 luglio 1904. Sia lodalo Gesù Cristo. Carissimi gemlori,, Poco tempo fa vi ho scritto una cartolina per il grembiale e le altre cose. Noi eravamo tutte quiete aspettando il pacchetto, ed invece del paccheuo oggi abbiamo ricevuta la lettera; non credevamo piì:1 cli riceverne una simile, la quale ci ha fatto molto dispia– cere, nel vedere che non credete ancora il bene che stiamo per l'anima e per il corpo. I~ poi abbiamo sentito che vi lamentate delle Reve– rende suore che non vi scrivono. Le suore rispondono a tutte le lettere. ma di quelle lettere - ma di quelle non conviene perchè ormai, s.-ipete bene che prima cli partire da casa ci avete detto siamo contenti per due anni, quindi appena rivate abbiamo dato parola. al Si– gnor Padrone. E adesso dobbiamo mantener la promessa come sul– l'altare prima cli ricevere il Sacramento del Matri– monio. Noi abbiamo le nostre famiglie onorate o no ? Pen– sate, davanti a circa 70 ragazze essere accompagnate dai gendarmi, e lasciare qui 50 franchi per venire prima di due anni. Sentite cari un anno è passato, i giorni volano come il vento, ancora uno, deh ! la.sciatemi in santa pace. Spero sarà l'ultima cli queste lettere perchè ci fanno morire I o anni prima del tempo. Lo sapete il proverbio chi sta bene non si muove, non sareste contenti se venissimo a casa brave. . . . I•: più di tutto. giovani amanti al lavoro, interes– santi alla loro famiglie; non ci avete lasciate venire per una passeggiata, ma per aiutarvi. Dunque per un solo centesimo vi vogliamo dar il conto quando veniamo a casa; nulla và perduto. Dunque cari genitori, adesso non dovete piì1 credere alle zinzani'! del paese ma alle vostre figlie che non dicono altro che la verit...>1.. Avete capito? si o no? Non credete che le nostre suore facciano per non lasciarci venire a casa, ma pcrchè si deve seguire il re– golamento altrimenti bisognerebbe lasciarle andar tutte quando \'Ogliono; ma questo non si può perchè i pa– droni vogliono che ci sia ordine. Anti fa~emi sapere se c'è il parroco (,) che lo deside– riamo tanto per il nostro paese che ne a molto cli bi– sogno e sarete contentissimi quando ci vedrete obbe– dienti, laboriose, docili. in somma un ritratto cli una. vera figlia di 1\laria. Ade~so vi lasciamo i nostri piit intimi saluti uniti a quelli delle nostre Reverende suore e salutateci qudlc persone che s'interessano (2) nelle nostre cose che do– vrebbero pensare per le loro famiglie e dormire in pace, come pure noi vostre faglie Ida Pasielli El'i.!e::iaPusielli )>. (1) ~on s.-ipcndo piìi come rare per trattenere le ragazze n('llo ,;tnbilimrnto, le suore, oltre nlle minaccie deU-infomo, avevnno tro– vnto un altro argomento molto persuasivo : E' vergognoso di tor– n:-.1'\"nel vostro pncsc, non vi è neppure un parroco: è un imesc dannnto. (2) Queste righe si riferiscono a noi, nlla nostra camp,-igna, :,i raJ>J>Ortiche abbiamo avuto coi genitori delle ragau.:e, come dt'I rt"'IIO d:-il colloquio a\•uto colle ragazze tornate allo stabilimento ri– sulta che tutta quanta la lettera, come tante altre, fu dettata dalle •mo re; ma più chiam ancora risulta l'oppressione esercilata dalle suore, cl.il folto clw, quando I genitori, rict\•uta la e:irtolina, mnndarono SCIENZA ED ARTE La coppa di sangue. Come se non bastassero, per saziarci cli orrore, le eca– ~~m?e ~he ~gni giorno . ci annu~ziano Pietroburgo e I ok10?.mg_les1 e te<l:5ch1, francesi. e italiani, in preda alla p1u tnste emulazione, non lasciano mai tramontare alcuna occasione sen1.a ricordare a1 mondo civile che delle battaglie spa\'entose essi ne hanno a rivendere e a.i russi e ai giapponesi. All'odore ciel sa1_1gucversato lontano da essa, si di– r.!bbe che la vecchia Europa senta risvegliare i suoi h;tinti bellicosi e riaprire le sue antiche ferite ... Essa disseppellisce i morti e interroga i sopravviventi per ottenere eia essi la lusinghiera certezza che non le ren– deranno dei punti al giuoco di massacro. Essa domanda a degli annivers:iri, a dei banchetti, a dei discorsi, e a dei monumenti, di affermare anticipatamente una superiorità. compromessa dalle imprese cli a\·versari che sembra non guardino troppo alle spese. Essa teme cli essere eclissata, di vedersi spossessare della coppa, piena sino all'orlo, che si disputano, pallidi contraffat• tori, i yachts c gli automobili. Che umiliazione se questa coppa passasse nelle mani dei giapponesi ! Da un popolo pronto a sacrificare venti, trentamila uon:iini per impadronirsi d'una città, si può tutto aspettarsi e tutto temere. Fortunatamente Seba– stopoli è costata più cara. Ma Porto Arturo non è an– cora preso ... Jnaugureremo '. Commemoreremo : Animo, vecchia Europa, la speranza. di serbar la coppa non è ancora perduta! Nello scorso giugno, non si mancò di celel;rnre, in Italia, in Jirancia, in Inghilterra, e nel Belgio, i gloriosi anniversari di Solferino, di Magenta, e cli \Vaterloo. Giugno è un mese fecondo. 11 Giappone ha un bello addizionare le sue perdite a quest'epoca: esso è ben lontano dal conto ! Luglio fu piì:1calmo, almeno per noi, giacchè sarebbe certamente ingiusto dire altrettanto per le disgraziate truppe provate in Manciuria rlalla mitraglia, dal calori!, dalle malattie, dalla stanchezza e dalle privazioni. E non parlo - non sapendo esattamente il numero delle vittime - di quei terribili combattimenti del 26 e ciel 27 luglio, dinanzi a Porto Arturo, dove il terreno mi– nato esplose sotto i p'lssi dei giapponesi, mutando il Colle del Lupo in un vasto carnaio cli uomini e di ca– valli, sui quali vissero, per tre giorni ch'essi rimasero senza sepoltura. degli sciami immensi di mosche sazie. Luglio non offrì all'Europa che una piccola. ceri monia evocante il ricordo delle prime ostilità. della guerra del 1870; ma ci rifaremo presto: gli anniversari del terribile anno si succederanno senza intern11.ione, coin– cidendo con le notizie fresche della guerra russo-giap ponese. Fra tulle le bauaglie del 1870, quella di Rcichshofen fu la piì:1popolare, gra~ie a un ritornello cli caffè-con– certo; la più popolare e la pili micidiale... Ma. l'a,rni– versario di Reichshofen non è che il primo chicco della corona. Subito dopo vien Gravelotte sul tappeto ... cioè sulla tovaglia, giacchè la festa è finita ieri, con un gran banchetto. un loro concittadino a prendere le mgazic, esse, in prC'seni:i dcllt monache dissero di star l>cne e non voler tornare :"! eM:i. 1 E solo alla grande energia del signor ~-, chl' ad ogn costo volle che le ragazze ro-.~ro rimp.-itriate, nonchè nll'intcrc-s'>t' del se– gretario s,•izzcro ~ clO\•uto il fatto che le ragazze s._'lno tornate nel proprio pac-'ie. :\'on ..alo. ma le suore, intimorite della eco che la ccxa c-bbe nella ,1:un1xt, -.i affrettarono a mandare a cns.'l pur.:· le altn· mgan(' dd pac-S('.

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