Il Socialismo - Anno III - n. 12 - 10 agosto 1904

IL SOCIALISMO specie di arrèsto ndl'operosità delle nostre leghe, ad nna maggiore e piì:1accanita resistenza dalla parte av– versa. La marcia trionfale dello scorso anno, le facili vittorie nei mille scioperi intentati, tutta quell'aria cli forza e di sicurez,,,a che spirava dalla gran valle padana, oggi non ostante le rinnovate dichiarazioni del Giolitti, si son tramutate in una pura resistenza a difesa, in un atteggiamento di passività, che già fa pensare ad al• cuno all'effimera levata di scudi dei cont3dini inglesi nel 1875. lo non credo che a quel movim.ento agrario abbia a pa– ragonarsi il nostro, nato in tutte altre condizioni; nè che abbiano quindi a temersi per noi le sorti e le conseguenze di quello. Occorre però che tutta quest'energia 1 questo esercito infinito che ogni giorno diviene dalla \'ecchia e riposata terra d'Italia 11011 dilaghi e si disperda nelle molteplici e vane scaramucce di ogni ora, di ogni pic– colo luogo, co;,;;,;ando da per tutto e con forze imp~ui contro lo stesso avversario, lo stesso ostacolo onnipo– tente ed onnipresente. (kcorre che esso coordini le sue forze, concretizzi la sua unit:\ di movimento ed esplichi la sua /t!ndell!;a centro un obbiettivo semplice e comune, alla stregua dei suoi interessi e secondo la sua natura, non sulla falsariga di formule soverchiamente contorte e stiracchiate. Occorre infine che esso, al pari del pro– letariato industriale prima della cacciata del Pelloux, ri– solva anzitutto una quistione preliminare di portata po– litica, e da cui dipende la possibilità della lotta ulteriore. Da ciò la ragion d'essere dell'altra tendenza. La quale se è sorta e divampata, auspice il Ferri, intorno al nucleo :1.ppariscente e tangibile della quistibne ministeriale, pure aveva in sè un motivo detennin:rnte ben pii:1 profondo, ed un orizzonte ben più ampio di quello che a prima vista non apparisse. L'esperienza di questi ultimi mesi poi ha dato elementi di giudizio e cli apprezzamenti nuovi; ha trasformato in un contenuto reale ed obbiettivo di fatti ciò che prima non poteva presentarsi se non allo stato di previsione e d'intuizione. Oggi la quistione s'è slargata e non può più conte– nersi nell'ambito di una situazione parlamentare. L'in• calzare del movimento agrario, il subito ingigantire degli ostacoli che l'attuale ordinamento politico gli oppone, e la necessità cli spingere, di sforzare il cammino, ci han portato ad una soluzione grave e decisiva che non a.m- · mette ripieghi e soluzioni medie. Oggi vivianlO un'ora a.ffrettata e intensa di lotta, una grande ora rivoluzionaria, poich~ immenso è il di• stacco e la sperequazione tra i nuovi cresciuti bisogni ciel paese e le vecchie forme politiche entro cui si sono amalgamati e cristallizzati gl'interessi irreduttibili di una minoranza parassita. Un Parlamento in cui non sarà mai possibile.!dimi– nuire la prevalenza ctegli elementi feudali pili retrivi: una magistratura rancida e inaccessibile ad ogni mo– dernità; una burocrazia succhiona in alto e 1niserabile in basso; un esercito ed un debito pubblico che adug– giano tutta la nostra attività economica; e come espo– nente di tutto. ciò un governo impotente e paralitico che dal cipiglio goffo del Pelloux degrada al sorriso canzona• torio del Saracco, e alla sonora vacuità verbale di Zan=i.r- <lelli, ecco in succinto il quadro nosografico del nostro mondo politico ufficiale. La di cui condizione odierna, cli fronte all'irrompere delle vive forze proletarie, è·come quella di un debitore decotto e sregolato che si dimena tra le angustie delle richieste insistenti, e ricorre alla 1ninaccia o alle promesse per spaventare o illudere, ma in ogni caso per dilazionare la sua liquidazione finale. Di fronte a tale situazione il minis~erialismo tura• tiano se ha contribuito in certo qual modo ad assicurare cd a garentire le ragioni di una parte dei creditori (pro– letariato industriale) (r), d'altra parte ha reso più pa– tente l 1 insolvenza del debitore, e l'insuOicien;,;a di questo che non t:. principio, ma semplice ripiego procedurale. Voler oggi continuare in questa condotta e seguire le illazioni citi riformismo sarebbe uno spreco inutile di tempo e cli energie, un uscire fuori dal naturale movi• mento storico ciel proletariato, oppure una dannosa e pericolosa <leviazione <le11o stesso per una via che non è la sua. · Per riforme deve intendersi un adattamento delle cose e degli eventi alle proprie ultime finalit?t, non un misero implorare cli benefici e di concessioni: debbono esse esplicarsi mercè una virtù attiva e dominatrice, non con una tendenza a conciliare interessi antagonistici in una reciproca elisione. Del resto il conglomero degli interessi e dei ceti pre– valenti oggi in Italia è così costituito da non poter scendere a nessuna concessione sostanziale senza vedersi sgretolare tutto Pedificio politico in cui si adagia: l'in-. tangibilit:I., anzi l'aumento delle spese militari e delle tariffe protezioniste sul grano ne sono la prova più lu• minosa. La naturale direzione delle nostre forze proletarie, quelle delle campagne in specie, oggi è verso una grande riforma preliminare: una riforma .... costituzionale. NICOLA Ofo: CARDONA. te classimedie negli StatiUniti. Il Temps grande giornale conservatore di Parigi ha pubblicato ultimamente una serie di articoli di Paolo Adam suo inviato speciale a11a esposizione americana di S. Loui,. rn uno di questi articoli non solo brillanti per la forma, come sanno i francesi, ma perspicaci ed acuti nelPosservazionc, l'Adam nota la crescente progressiva scomparsa della classe media negli Stati Uniti, ed af• ferma che solamente colla immigrazione tedesca sarà possibile ottenere che essa disparisca completamente. L' Adam nel numero del 6 luglio del Temps ci dà un' interessantissima descrizione del fenomeno che si manifesta negli Stati Un~ti in conseguenza de11'accen- (1) A questo proposito. e: con nuto il rispetto do\•uto al pensi~ro del Ferri, mi sembra opportuno far notare come se discutibile è quello schema sulle tendenze riportato nel suo ultimo arlicolo di questa fivista, alquanto lonto.no dal ,·ero sia l'attribuire al Turati una ten– denza piccolo-borghese. Basta pensare solo alle sue polemir-he col :Merlino ed all'esser egli il piU fido rappresentante di quel V collegio di 1lilano, ove pre\•ale il più genuino proletariato industriale d'l1ali3.

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