Il Socialismo - Anno III - n. 12 - 10 agosto 1904

b IL SOC!ALISMù Che i conservalori, i borghesi, i lil.x:rali. i g-iobcrtiani, i pa– triottardi, i mazziniani. i repubblicani • fine di pranzo • lo abbiano combattuto - questo era inevitabile e giusto. Proudhon è per tutti costoro l'immane nemico. Proudhon è un sintetico completo e un :u1alitico ·senia lacune. 'Proi1dhdn ha spinto J)arecchio oltre i ~lo, rclly, i itably, i 'R6ussc:rn. i Fqurier. i Cabet, i Saint-Simon. la dialcJtica della dottrina; Proudhon è gi?\ un tccnko dell:1. prnpa- ganda, della politica, deUa rivolu:done. 'Sta 'hcne ! ).b che questi signori an·crsari si credano in diritto di definire Proudhon un sovversivo che bi. gettato in mcr.zo alle popolazioni - <( una massima breve e decisa, racc:tttata nel fango del xv111secolo, e divenuta in seguito disgrazinlammle b parola d'ordine e il punto cli rannodamento di tulli gli odi, di tutte p:u,_ <.ioni anti-sociali >) • questo poi no. Questa è una' menzogna. contro cui il re\•i\'iscente ~ocialismo odierno deve levarsi e protestare. E noi protestiamo contro di essa in onore della verità, quantunque sia il medesimo cadaverico e mi– <'roccfalo signor Sudre - quello dei ciondoli _:lccademici • che t:i Proudhon è anzitutto il critico di tutti i sistemi socialisti ap– p.. ,rsi prima di lui. Critico senza pudori e senza p.'lure, egli prean– nunzio luminosamente il tipo senza falde e senza cilindro, di cui noi abbiamo ammirato un esemplare incomparabile forse in Antonio L.,. hriola. In seguito tutta quella che è la dottrina federalista e socia– lista-anarchica è opera esclusi\•a di questo agitatore. Le teorie so– cialiste del valore, della rendita, del diritto del lavoratore al pro– dotto integrale del suo l:woro sono teorie proudhoniane .. Oi più. an– cora non esisteva prima del grandis~imo ngitatore e filos 1 ofo la orien– tazione positiva anticlericale, quella che oggi ha finito per sostituirsi all'ingenuo ed inutile e confusionario giacobinismo .. del prete in fin di vfta », che imbeve tuttora le classi sedicenti liberali d'Italia. Prou– dhon vedeva già, sin dal '58, la scienza essere sulln \•ia della \'it– toria sul misticismo cieco, il falso e frodatore ide:llismo, l'egoismo padronale e la sensualità patologica della Chiesa, la quale realizza nelln storia l'istituto ingiusto esl immorale per eccellenza. Aggiungiamo ancora che sin dal 1859 Proudhon ha pen,;.ito cht! al dirill<>d~lla/orza manifestantesi nella guena, si e orm::ti sosti– tuito, in seguito alla profonda evoluzione graduale. il dirillo piuijirfl dd la.:oro e che la eredità dell'anarchismo socia1ista di lui ha ope– rato, con risultamenti che sono faJti storici di principale importanza, in tutto il mo\•imcnto del mutualismo francese, nella accusa terribile della Commmu, nel 1871. e che il marxismo, il giorno in cui toccò i confini intellettuali del mondo rivoluzionario latino, venne a con– t.itto ed in contrasto appunto con la diffusa e persuasa. coscienza :rnarchico-socialista di Proudhon, di cui fu una derivazione Bakou– nine, e che, in essa, se trovò spesso ostacoli di formule e cli metodi, tro\·ò però il terreno· fa,·orc\·ole nl suo futuro trionfo. ... Ln F'ranci:t possiede in ventisei volumi in-12, 1867-1870, le opere complete di Proudhon. Sono esse uno tra i monumenti immortnli dd pensiero innovntore ed uno nei capisaldi della storia del sociali– •ano. Prima di :,.farx certamente, nel secolo xix nulla v'hn di simile. Ma le opere complete e l'epistolario di Proudhon non bastnno ancora a riassumere cd a presentare intiera la figura del titano rn– diO'iO e pensoso della rivoluzione economica. La sua giovinezza fu a·ustera come quella degli asceti leggendari. Che pili? I creditori ch'egli ebbe - f' pare che nella complicn– tis!iiima e<;istenza sna ne abbia .ivuti molti - dinanzi alla delicatezza tXI alla probità di Proudhon, rimasto sempre paesano e rozzo cosl come i suoi padri, erano ammirati. Es~i cit:wano come esempio, ai ricchi, agli nffaris.ti. alla brava gente borghese • che il signor Sudrc difende per il premio del– l'accademia - 1·ones1:'i e l:t puntualit:'i di \lon'iieur Pierrc-Joseph Prondhon ! Roma. Il poeta dell'Ideale <MarioRapis.ardil. Ogni epoca ha il suo poeta, ogni ideale il suo c:rn– tore, ogni esercito il suo bardo e Mario Rapisardì t: senza dubbio il poeta di quest'epoca in cui si decidono - colla lotta di due classi - i destini del mondo, è il cantore dell'iòeale sociahsta che di queste battaglie è anima e guida, è il bardo dell'esercito proletario che muove alla conquista della giustizia e della felicità. L'opera. poetica di Mario Rapisardi è il logico pro– dotto della sua profonda convinzione che - com'egli scrisse nella prefazione cieli' Atlantide - q1ttmdu 1111 or– di11a111e11to s ciale~ esaurite le sue forze e dato quanto rii meglio pott11a 1 11011 risponde più ai suoi fini., ogni 11obill' attività delr 1101110 de,/ essere rivolta ad a:fji·etf-lrne la to– tale rovina e preparare il campo alle nuove idu. Ed egli, vissuto in quest'epoca in cui muore igno– miniosamente ed inonoratarnente quella civiltà borghese che pur diede al suo nascere - cogli enciclopedisti e colle rivoluzioni gloriose - sì stupendi bagliori e sì belle promesse, egli oggi non ha visto che un unico còrnpito pel libero poeta: impiegare il verso ad un fine sociale. farlo palpitare dei piì:1 atroci dolori che travagliano gli uomini e dei piì:1 grandi [<leali che li allietano colla. rosea speranza di giorni migliori; essere il cantore della folla, il Tirteo delle nuove e sante battaglie civili 'che gli umili e gli oppressi c0mbattono per la loro redcn– zion~. Mario Rapisardi scrisse i snoi primi versi a 13 anni con un ode a Sant' Agata! Perfezionandosi collo studio giunse a 24 anni, in cui compose il suo primo poernetto, la Palingenesi. Questo poemetto lo fec~ valutare da Vietar Ugo come un precursore. Voi avdl' 11dle 111a11i due fiaccole - gli scrisse il grande romanziere - la jitu– cola ddla poesia e la jiauola, della verità .,· tutte I' rl11t' il/11mi11era11no r m1venire. E Garibaldi gli scrisse en– tusiasmato. Voi avete scalzato r idolo di tanti serr,li e ·i.Jia'llete sostituito il Vero/ Coraggioso/.:. Alrnva11- g11ardia del progresso noi vi seguireJ!fO. E Mario Rapisardi continuò nella sua. opera benefica di grande poeta de!r Ideale - come lo chiamò Emilc Zola. Scrisse, dopo la Palingenesi, Giobbe, le Poesie reli– giose, Empedocll', Gwstizia, Atlantide, ultimo e mer:i.vi – glioso poema in cui egli, dopo aver staffilato a sangue - per I r canti - la presente società borghese nelle sue menzogne convenzionali e nelle sue viltà, nelle sue cor– ruttele - dal Parlamento al Senato, alla Reggia - nel– l'undecimo canto termina con un inno stupendo :11so– cialismo, al genio di Marx e di Lassalle n · cui dardi cadrà con quanti stanno superbi in trono il capitai tiranno, a. Pisacane, a Carlo Cafiero, a. Edmondo De Amicis, I' inc\ito Edmondo che del mio futuro regno alb luce or or l':,nima ha sl'hius::a,

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