Il Socialismo - Anno III - n. 9 - 25 giugno 1904

( N. 9 IL SOCIALISMO .;1, Rivista quindicinale diretta da ENRICO FERRI .;1, ABBO:-;Ai\ll~~TI: l'l'ALIA: Anno L. 5 - Semestre L. 2,50 SI PUBBLICA Per la Direzione e Redazione rivolgersi all'ono– revole prof. Enrico Ferri. Roma, Via Montcbel1o, 2-E - Per l'Amministrazione rivolgersi: Il Sociaiism( Rivista, Roma, Via S. Claudio, $7. F:, r~:110 Anno I.. 6,25 - Semestre L. 3,25 Un numero ccutcsimi 25. -il 10 ed il 25 d'ogni mese ATTUALITA POLITICA L'unità del l.?artito. !'rima del Congresso di Bologna io dissi (nel ·so– cialismo del 25 gennaio e 10 febbraio '904) che nel partilo socialista ci è posto per tutti quelli, che, pure essendo concordi nella meta finale, discordano tut– tavia sulle contingenze pratiche dell'azione quoti– diana. E dissi come tutte le tendenze ed opinioni cd allitudini non sono di troppo per lavorare in– sieme al programma negativo ( di demolizione cri– tica) e positi7'o (massimo e minimo) del nostro par– tito: perchè mtità non significa uniformità e per• chè alla disciplina degli atti, che impegnano il par– tilo, deve sempre congiungersi la libertà delle opi– nioni. Dopo il Congresso di Bologna ho constatato (nel Socialismo del 25 aprile) come questo concetto della unità ciel partito - col rispetto delle minoranze ai deliberati della maggioranza · sia stato votato tanto dai compagni che approvarono l'ordine del giorno Rigola come da quelli, pili numerosi, che appro• varono l'ordine del giorno Ferri. Il dissenso su i due ordini elci giorno era sulla attitudine del par– tilo socialista di fronte al governo cd alle 1slitu- 1.ioni vigenti: ma sulla unità e disciplina di partito essi erano perfettamente all'unisono. La nuova Direzione del partito, incaricata di ùare esecuzione ai deliberati del Congresso di Bo• logna, che cosa avrebbe dovuto fare di fronte ai circoli autonomi o secessionisti - che, in una vcn– tinh circa, con circa mille soci sopra pili di 30 mila inscritti nel partito, erano stati provvisoriamente ammessi al Congresso - e, tanto pii\ di fronte a quelli, uno o due, che si costituirono dopo il Con– gresso di Bologna e dopo avere votato, coll'ordine del giorno Rigola, la unità del partito? La Direzione avrebbe dovuto senz'altro decre– tare la soppressione dei circoli autonomi.... se in uno stesso partito la maggioranza potesse mai ar– rivare sino alla tirannide. Invece • appunto per togliere anche le· appa– renze della sopraffazione - la Direzione ha indetto un refere11d1111t sottoponendo direttamente alla volontà sovrana del partito questa domanda, che non po· tcva essere più precisa nè pilL esplicita: « L'unità del Partito ..deve continuare come sinora è stata, coll'obbligo di 1t1t'u1ticasezione per ogni località (Comune o frazione di Comune) esclu- dc11do l'esistenza di circoli autonomi o scccssirJ• nisti .'? >> Dico che la domanda non poteva essere pii, chiara e precisa, perchè taluno ha affermato, fidando nella poca memoria del pubblico, che la formula del rejerc11d11m era incerta e subdola « parlando soltanto e vagamente della unità del partito n. La verità è che la formula del referendttm contiene non soltanto la domanda sull'unità del partito co– m'è stata sinora (cioè secondo lG statuto tuttora vigente nel nostro partito, che ammette un'unica sezione per ogni località) ma contiene anche la do– manda esplicita sulla esclusionedei circoli autonomi o secessionisti, Di 1272 sezioni iscritte al 29 febbraio 1904, 973 hanno partecipato al rejcrc11Cùt111; ma di esse soltanto 778 avevano diritto al voto, per essere in regola coi contributi verso la cassa centrale. Ebbene di queste 778 sezioni: risposero sì alla domanda formulata dalla Dire- zione . 612 risposero no 16 Delle rimanenti 150 sezioni, 100 risposero ap~ provando l'ordine del giorno proposto dal Comi– tato dei riformisti • 24 votarono per il riconosci– mento dei circoli autonomi ammessi al Congresso di Bologna - 5 dissero doversi risolvere caso per caso - 2 contestarono la opportunità del rcferc11d1t111 • 10 deliberarono di astenersi dal voto - 9 diedero voti non chiari. Vale a dire che il referendum non poteva es– sere nè pili imponente - come segno di vitalità del partito nel partecipare alla votazione - nè pili so– lenne nella affermazione della cc unità del partilo, come è stata finora, escludendo t'esistc1tza di circoli autonomi o scccssi:onisti » . • • * Di fronte a ciò la Direzione del partilo non aveva che un obbligo solo: dare esecuzione alla volontà espressa dalla immensa maggioranza del partito cd cc escludere l'esistenza di circoli autono– mi » perchè senza di ciò sarebbe assurdo parlare di cc unità del partito >). L'unità del partito infatti esige che le delibe– razioni di t'uteresse generale e che impegnano la vita e la responsabilità del partito - come le ele– zioni comunali, provinciali e politiche - siano prese dall'unica sezione delle località interessate o dal– l'assemblea delle sezioni uniche esistenti nel Co– mune, nel mandamento o nel collegio. E per queste decisioni, come diceva l'ordine del giorno Rigola 1

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