Il Socialismo - Anno III - n. 7 - 25 maggio 1904

KuM1\, 25 MAGGIO 1904 ------ IL SOCIALIS $ Rivista quindicinale diretta da ENRICO FERRI .:,, =~-===--=--=~-=---==--~ - -- .\BBO~.nir·:'.'-TI: ! Per la Direzione e Redazione ri,·olgersi alrono• ITAt.1,,: Anno L. 5 . Semestre I.. 2,50 SI PUBBLICA revole prof. Enrico Ferri, Roma, Via Montebello, :M: 1-~;-:.n;wo: Anno I.. 6,25 - Semc,lrc L. 3,25 il 10 ed il 25 d'ogni mese - Per l'Amministrazione rivolgersi: Il St,eia.Jismt Un numero cc11tesimi 25. Rivista, Roma, Via S. Claudio, 57. eERIGNOL1\ Ancora! e non sarà l'ultima! Triste e fatale necessità che nulla al mondo possa trasformarsi senza sacrificio e dolore; triste, che lacrime e sangue sieno la sola rugiada che possa irrorare il terreno dell'umano avvenire. Ma più doloroso e triste che per mutare di tempi e di esperienza e di coltura, sempre gli uo– mini, come belve, amino trionfare nel sangue. Strumento di oppressione e di vendetta, l'arma insanguinata, è oggi ancora purtroppo l'unica, la sola base del diritto e della civiltà. Ai caduti sotto il piombo ed il ferro borghese, vittime sacrate alla rigenerazione umana, il nostro saluto! Che il ·sangue loro, che il sangue di quanti li hanno preceduti sul calvario doloroso, valga a ce– mentare sempre più le forze del proletariato, a stringerle in lotta contro l'attuale classe dominante nell' interesse supremo della giustizia civile ed umana. PROBLEMI SOCIALI I travestimenti filosofici ~el riformismo li " ritorno a Kant ,,. Il riformismo non ha molta fiducia in sè stesso. E' dunque naturale vada alla ricerca di protettori Quali son mai i soutene11rs filosofici di questa ... politica ? [ tedeschi, che amano pigliare le cose dall'alto, ritornano a Kant. E' la moda in quel paese: dalle cattedre di filosofia alle colonne dei giornali." In generale : la trascendenza ideologica è in ragione inversa delle difficoltà pratiche. Heine scriveva che il regno della libertà è per un tedesco il sogno. [ miracoli dell'ideologismo tedesco datano dall'epoca della maggiore oppressione politica. Così il riformismo socialistico dei nostri maggiori fra-. teli, di Germania, per difetto di diffusione in mezzo alle masse e d'efficacia sulla vita politica, scappa fra le nuvole c... ritorna a Kant. Al grossolano buon senso latino ed in rapporto al magnifico empirismo del nostro istinto politico. simile fuga tra le nuvole della dottrina e della scienza ripugnano affatto. La produzione schietta del dottrinarismo politico italiano è l'inarrivabile Machiavelli, il filosofo di nulla filosofia, il'teorico della negazione d'ogni teoria, il dottrinario della refutazione d" ogni dottrina, che spiega il fatto perchè è divenuto e la realtà perchè sussiste, ed il quale insegnava dovere il Principe, cioè lo Stato, « saper bene usare la bestia e l'uomo )), perchè <e gli uomini sempre ti riusciranno tristi se da una necessità non son fatti buoni. >) E predicava questa massima, la quale, verosimilmente, così vale dei principi, come degli Stati e dei partiti: << facci adunque un principe conto di vjvcre e- mantenere lo Stato : i mezzi samnno sernpre giudicati onore– voli e da ciascuno lodati» (/I Pri11cipe, cap. XVIII). Onde i riformisti italiani son così realisticamet1te machiavellici, che nemmeno han bisogno di leggere il grande segretario fiorentino. La « lezione dei fatti )), questa è la prima e l'ultima lettera del loro alfabeto filosofico. E degli ingegni politici trattano come il segretario fiorentino delle fortezze, le quali, egli diceva, <e sono utili o no, secondo li ternpi; e se ti fanno bene da una parte, t'offendono in un'altra» ( 1). Solo di recente il riformismo italiano tentò l'em– pireo della dottrina. Scelse il positivismo. Considerò anzi più grave l"offesa filosofica al positivismo che non al socialismo. Si perdonò a chi offese il Padre e il Fi– gliolo, non a chi offese lo Spirito Santo; ed i eroletari finirono col persuadersi che l'essere antipositivista per . eccellenza era il positivista perdefinizione: il conserva– tore. Onde la stampa anche minuta di provincia sdot– toreggiò dai bassifondi delle proprie colonne di carta, volta in gil1 al peccatore rivoluzionario : io dico che voi siete un frasaiuolo antipositivista e perciò fondamentalmente reazionario e piccolo-bor– ghese anarchico. Ed ora che cosa rispondete ? (1) Questa politica dell'utile immediato, per cui Machiavelli insegnava che un principe può riuscire indifferentemente con la crudeltà o con la clemenza, con la liberalità o con l'avarizia, serbando la fede -o \•iolandola, è la più esatta filosofia dell'istinto politico italiano. Una simile politica, senr.a principii o idealità, è appunto consigliata dal neo-riformismo socialistico al proletariato italiano tanto nei riguardi delle istituzioni, che <folle classi borghesi.

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