Il Socialismo - Anno III - n. 3 - 25 marzo 1904

lL SOCIALISMO 37 teriale » eh' esso è capace di produrre, ossia pretende valutare quella speciale merce che chiamasi 1avoro scien– tifico o letterario al puro criterio economico prescindendo eia ogni altra considerazione sul suo valore sociale. Quindi il Cosmos di Humboldt, l'Origine delle spetie di C. Darwin, il Capitale di Kart Marx valgono per lui assai meno d'un chiodo, d'un tubero o di un pezzo di tela, come un quadro di Raffaello o una statua cli Michelangelo, un romanzo di Zola od un libro di Tolstoi, un dramma di Boito o una melodia di Verdi non valgono, presi in– sieme, quanto un pugno di noci. E il nostro giovane ~ociologo spinge piit in alto la sua genialità quando si sfor1.a di dar la baia a quei po– veri teorici che vedevano e vedono, poichè sono in molti ancora, « un gudi111ento nell'esercizio delle qualità supe– riori dello spirito .,. Eg'li ha del piacere un concetto pii1 positivo, 0011 importa se in contrasto col comune sen– tire degli uomini e con quanto l'estetica evoluzionistica (; venuta assodando in ordine alle e1nozioni sul bello spirituale. Le bellezze che può rivelarci la conoscenza cieli' Universo dalla storia della terra a quella del sole nell'esame di un cristallo, nell'analisi di un minerale, nel formarsi e nello evolversi di una nebulosa o di un astro, le divine gioie dell'intelletto nello studio delle leggi che regolano la natura e la vita nel loro perpetuo movi– mento, i fremiti che ci dà la fede nei destini umani quale ci viene dalle conquiste della politica e della sociologia nessun valore han per lui, come nessun linguaggio par– lano al syo spirito nè le sapienti ricerche analitiche nè le sintesi grandiose di quelle scienze che solo posson dare al nostro pensiero assetato di luce la concezione unitaria della realtà. Tutto questo, e quant'altro di grande nelle alte regioni della conoscenza si è venuto accumu– lando nei secoli, non hanno alcun peso nella bilancia delle utililà sociali costituendo, a suo giudizio, un am– masso informe cli « sapere ideologico » che si occupa solo dei rapporti astratti delle cose. Aci esso il Labriola so– stituirà nelle scuole qualche trattato di fisica che sappia svegliare il genio inventivo dei giovani per la fabbrica « di buone calze, di ottimi motori e di magnifici zam– poni•, e il manuale del... perfetto cuoco che insegni i mezzi· di utilizzare nel modo pili adatto ai gusti della società futura i prodotti della « ricchezza materiale ». . .. Stranezze, dirà qualcuno, ed è vero; ma tali tuttavia che non basta cornbatterle in se stesse senza spiegarsi le cause per cui han potuto sorgere e man.tenersi nella coscienza di molti. ll Labriola, come dissi, spinge sino all'assurdo i prin– cipii del materialismo economico. Egli non vede solo in esso un metodo per l'interpretazione reale della storia, ma un corpo organico di dottrine in cui non manca, a dire il vero, il plasma generatore del mistero e del domma. li presupposto da cui parte, com'è risaputo, è quello che troviamo nel 1vlanifesto dei Comunisti, dove Marx ed· Hengels, capovolgendo il processo hegeliano, sostennero la tesi che base fondamentale di tutta la vita sociale è la struttura economica su cui si elevano tutte le altre soprastrutture ideologiche: rnora.le, diritto, politica, ecc. In altre parole le ragioni ultime delle forme sociali e politiche bisogna cercarle non nella filosofia ma nell'ecu– uomia delle relative epoche, ossia non nelle menti degli uomini e nelle loro idee cli verità e di giustizia, ma nei procdsi produttivi e nel conseguente scambio di beni. Il Labriola, co~1e tanti, non distinguendo tra cause ultime ed immediate, ragiona presso a poco a questo modo : Se il fattore economico è la sola forza propul– siva della vita sociale e nulla può il pensiero sulle sue ulteriori trasformazioni, essendo esso stesso ~ un riflesso del movimento reale trasportato nel cervello degli uomini>, qual valore effettivo può mai ricono– scersi all'educazione intesa nel suo pili alto significato e a che serve la scienza rivolta unicamente a mettere in luce i rapporti astratti deHe cose ? Via dunque questo insegnamento ideulugicu che mira solo a soddi– sfare i gusti di pochi raffinati oziosi, e si impiantino al suo posto tipi di scuole in cui base di ogni studio sia la scienza applicata ali' industria per affrettare così con un più accelerato processo la fine del capitalismo. Che la scuola debba oggi proporsi a11c/1e di dare un maggiore incremento allo sviluppo della tecnica il La– briola non è il primo, nè probabilmente sarà l'ultimo a sostenere .. Ma può tale esigenza giustificare la guerra ch'ei muove al così eletto (< sapere teorico», cui nega ogni virtlt nel preconcetto che non possa spiegare alcun infhlsso sul moto storico? Sta qui il perno della questione che non è forse inu– tile dibattere anche sulle colonne di .un giornale quo– tidiano. Certo è la struttura economica che d:ì b. fisonomia della società in un dato periodo e segna la traiettoria delle ulteriori possibili trasformazioni. Ma è il pensiero che ac;sume poi il dominio dei fatti sociali e prepara e affretta quelle trasformazioni nel senso e nella direttiva indicati. Ci pare 9,unque un errore l'ostinarsi a non rico– noscere nella psiche una progressiva e sempre crescente reazione alle forze cieche e meccaniche della storia, come via via si sale nel processo dell'evoluzione.; e non sapremmo davvero spiegarci gli sforzi della democrazia a voler elevato il livello della coscienza intellettiva, se questa non dovesse avere il potere di modificare in una misura sempre pili sensibile ì ra.pporti di esistenza. Lo stesso Engels riconosce implicitamente questa virti1 reattiva della psiche sociale, quando profetizza nello Attti-Dliltring il tempo in cui gli uomini « dominati fin qui da estranei poteri, faranno essi stessi con piena coscienza la loro storia, attuandone il passaggio dal regno della necessità in quello della libertà. » Non è la storia, dunque, una effettuazione progressiva del pen– siero, ma questo tuttavia agisce potentemente su di essa quando risponda alle tendenze predeterminate dal sottostante suolo economico; epperò la conct zione ma• terialistica, nell'atto stesso in cui nega l'hegelianismo come processo logico per la comprensione teorica del moto storico, ne afferma l'esigenza, non negando la forza modificatrice del pensiero, ma solo assoggettandola alla realtà tla rui deriva. e su cui reagisce a sua volta. Caduto così il prt>giudiziupsirulugicu <li quelli che ben potrebbero chiamarsi i scmp~icisti del materialismo eco-

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