Il Socialismo - Anno II - n. 23 - 25 gennaio 1904

IL SOCIALISMO µcrsino canlo per \·ivcrc. Anche, come-il gig:mlc di (:incH:t, come il comunista sentimentale che Buonarroti vcncr:wa, egli copiava musica. Poi si :-teguirono i giorni neri della S:mta Alle:mz!\, le persecuzioni, le dure carceri, i martiri incn."'lrr:tbiliper quanti ave. vano fede l:tica, dcmocr:ttica, comunist:1, rivoluzionaria. Tutta l'Italia gcmè sotto il bastouc vand:llico e il peso di ,monarchie stupide, crudeli, :1mmabtc, immorali. Er:ino gli :mni in cui Giandomenico Rom~nosi dctl!\v:l le linee della scienz:t po– siti,1a italiana, le scienze del popolo e per il popolo, gli :i.noi in cui l'obbrobrio del paese suscitava un:t scaturigine. :'.l.mamdi do– lore d:ll cuore di Giacomo LeopruXl.i. Era il periodo che preparav:l il giacobinismo itali:mo; ma da esso, insieme a 1\ifa1.zini, snrebbe sortito Cattaneo, recante al verba– Jhmw liberalesco unit!lrio l'analisi del federalismo econoJnico politico. E Buonarroti è un preparatore. Tutte le forze laiche e popo– lari egli proclamava doversi associ!lre in Europa. I popoli devono ' afTr:incarsi, federnrsi 1 imporsi la fo~a e il diritto di tutti per il bene di ciascuno. Propagandista mernviglioso, alcune delle idee direurici del movimento di organizzazione attuale egli le ha pen– sate. Buonarroti ha creduto nella forza di organizzazione, ha avuto fede in un avvenire nel quale il bcncs:;ere di tutti fosse il solo problema umano, il solo fatto sociale importante; ha creduto in quella polenta, oggi eme!gente con ritmo largo e· sonoro nel mondo, la potenza delle classi lavoratrici. In esse è la molta del futuro. li futuro s~A opera.io. Venti anni prima del Manifestq dei comunisti questo esule così straziato e perseguit:llo levava la su:1 forte voce fidente e se– vera a grid:1re: • Guerra, guerra tler11a,guerra a morie all't11t– pia oppressione dei padroni della /erra J ,. E la ri,•oluzione lo chiamava ancor:1, nel '30 a Parigi. Egli vi cors.e, entusiasta, delirante di rivolu:tionismo. Aveva 69 :umi. E fu :mcora arresL'ltO questo titano della propaganda, questo cinadino e convenzionale del 1793, questo esule di Ginevra, costretto, in se– guito :l.persecuzioni nuove ed a m:utirt ulteriori, a fare come l'Um:1- nitario di Ginevra, a. cambiare il suo nome. E in P:i.rigi passò gli ultimi anni, centro ideale e luminoso del democratismo p:i.rigino, esempio incompa.rnbile di tena.eia e di fede. Il 17 settembre 1837 morì a. 76 anni, povero e puro. A 1\lontma.rtre fece la commemor:1:tione uu operaio, recando in m:mo una corona di quercia e pronunzi:indo poche parole: - Buonarroti, ciuadino, fautore della uguagli:mza., è il po· polo che ti decreta la corona.. Ti commemoreranno i posteri e la storia! - Sì, e con tulta la viva riconoscenza nostra. Di stirpe che domò il m:1rmo a d:1re bellezze sovrane e le folle a. muovere alla con– quista della giusti:tia., Filippo Buonarroti è il prcpa.ratorc del propag:mdismo, l'iniziatore del metodo di organiuazione che con– duce alla vittoria il Socialismo. Vittoria leut.,. e m'lssic... -ia che canzona le ingenue ipocrisie del liberalismo moribondo. Paolo Orano. LIBRI ED OPUSCOLI ANTONIO LABRIOLA, Del Materialismo storico; Di· scorrendodi Socialismo e di filosofia. - Seconda edizione. - Roma, Loescher e C. È con vivissimo pia.cere che :i.nnunciamo b seconda edizione di questi due saggi del L.'lbriola, così densi di pensiero, così strin– genti nella dia.lettic.'l,dacostituire un vanto del Socialismo ita.lia.no. Come la prima edizione anche questa, sia.mocerti, verri letta; anzi, se giova fare un augurio per b. serietà del Partito nostro, è a sper3.re che il numero crescente d' intellettuali che aderiscono alle nostre idee non di.mcntichi questi due lavOri, tanto pii\ che - è quasi \'ergogna il dirlo - non solo in Italia ma :ill'estero e nella. Germania. steSS.'l, è veramente grande la povertà della letterntura. in :trgomento. Certo questi due volumi, per quanto oggi giunti all!l 2:0 edi– zione, avrebbero merit:tto ass:ti pili largo favore nel c:impo degli studiosi e dei socialisti; ma purtroppo è così sempre i.n Ita.li:'1:un libro scrio è guardato con diffidenza e con terrore. Pcrchè lam– biccarsi il cervello intorno a questioni sottili dal momento che ciò che impona di sayere si può leggere comodamente in un opuscolo da pochi soldi? Ed è la letleratur:i, contenuta negli opuscoli di propaganda spiccia che purtroppo ed in troppi casi costituisce l:i base cd il fondamento dottrin:ile di molti dei nostri socialisti intellettua.li . Non è il caso di entrare qui nell'analisi dei due libri, a suo tempo esamiMti in tutti i periodici socialisti e borghesi. Ricor– diamo solo le parole con cui il Labriola, a.I principio della D1/11- àda::Jo11e prdùninare, sintetizza i principi informatori del materia• lismo storico. • Ci vuole certo », egli dice, • dcll:t rassegnazione a. "edere le cose come esse sono, oltrepassando i fantasimi che per secoli ne im– pedirono la retta visione. Ma questa rivelazione di dottrina rea.listic.'l non fu, nè vuole essere, la ribellione del!' uomo materiale contro l'uomo ideale. È stata ed è invece il ritrovamento dei veri e propri principi e moventi di ogni sviluppo umano, compreso quello di tulto ciò che chiamiamo ideale, in determinate condizioni positive di fatto, le quali reca.no in sè le ragioni, e la legge, e il ritmo del loro proprio divenire a. A. ,AsTURARO, Il Materialismostoricoe la sociologia ge- 11erale. - Genova, Libreria moderna, 1904, pa– gine 308. L. 2.50. I.'Asturaro, prendendo le mosse dal Materi:tlismo storico, cere:\ di dimostrare la necessità delln sociologia gC"nerale 0 1 almeno, di una filosofia dei fatti sociali, più generole e più comprensiva che il Materialismo storico non si:1 1 e pone un problem:t: detennin:tre i rapporti causali che ciascun fenomeno sociale ha con ciascun dei rimanenti in qualsiasi tipo socia.le . Egli, quindi, esamina tutt:l. la serie dei fenomeni sociali umani; fenomeni economici, genetici, giuridici, guerreschi e milita.ri, politici, morali, religiosi, artistici e scientifici; li :iccozza, li raffronta e, a volta a voha, ne dimostra le reazioni. L' Asturaro considera il M.aterialismo storico come l'ultimo, il più positivo, ma sempre insufficiente tentativo fatto dal pensiero filosofico per spiegare i fatti sociali o una parte di essi. Egli af– ferma b necessità della Sociologia generale umana. Questa scjcnza, secondo lui, non può esistere, o almeno non può tratta.rsi oggi se non come derivata., o come fondaL'l sui risulta.li di tutte le disci– pline più semplici (giusta. la serie delle scienze assodata da Com1e) e ir•ncdia.tamente sui risultati della Psicologia. generale e della Sociologia zoologie.'\ genera.le, non contemplate dal fondatore della filosofia positiva. Così, egli non esce dallo st!ltOpuramente descrit– tivo, nè da quello infantile delle analogie biologiche con un!l grande induzione (cioè con la cons!:it:uione e definizione di una nota pro– prietà irrcducibile ovvero attua.lmente indeducibile dell'essere), ma. comincia con una legge o con un complesso di leggi o di rapporti deriv!lli e deducibili. 1":ir qui un esame della tmttazione dcli' Astura.ro è cosa im– possibile: occorrerebbe un volume. L' Asturaro imprende un g:l– loppo a traverso le origini della storia umana e i suoi fenomeni socia.li e il loro influsso c.'lus:ile, e il suo ragionamento è cosi scr• rato e così rnpido, il suo giudizio così conciso, e che a. noi oc– corre meditare un pochino su ogni pagina.. li titolo e la (orma. di questo libro possono sembrare quelli (.li un discorso universitario. E t:ilc fu, in fatti, alla. sua originej

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