Il Socialismo - Anno II - n. 19 - 25 novembre 1903

IL SOCIALISMO il popolo, o quella parte di esso, che non si arrende che ali' evidenza delle cose, conosca l' ipocris:a di quel velo e sappia che cosa esso cela. Che cosa im– porta in fondo a noi della condanna morale di un uomo? Che cosa c'importa se quell'uomo da noi è già moralmente condannate? E che cosa è un uomo poi, se accanto a lui, con lui, innw11erevoli altri per necessità di ambiente e di educazione sistematica– mente, non altrimenti fanno? A noi !mporta invece che il popolo veda, che il popolo comprenda e si educhi e si afforzi nella lotta che deve combattere per distruggere poco a poco nell'altra classe il pri– vilegio dd potere politico ed economico, la maggiore se non l'unica fonte della profonda odierna immo– ralit:\ sociale. È senza dubbio che, se si trattasse soltanto di Bet– tòlo o di qualcun alrro con lui, la borghesia non avrebbe difficoltà magari di buttarli a mare; ma se essa .trepida è appunte perchè comprende che Enrico Ferri ed il Partito socialista non hanno voluto colpire Bet– tòlo, bensì, ad educazione del popolo, gettare uno sprazzo di luce sopra i sistemi coi quaLi essa riesce in mille modi a beneficarsi col denaro che sa sot– trarre allo scarso salario del proletariato. Giovanni Lerda. PROBLEMI SOCIALI Ledue tendenze elalegislazione s ciale Esistono le due tendenze? E se esistono sono l'in– dice di due diverse concezioni dell'atteggiamento che il Partito socialista deve tenere di fronte al movimento e all'organinazione del proletariato in partito di classe e quindi una utile divisione del lavoro nel campo in– tellettuale t dell'azione socialista - come ha, sostenuto e sostiene Enrico Ferri, ed ora con rinnovate argo– mentazioni, e d'accordo col Ferri, Enrico Leone da queste stesse colonne-; o sono piuttosto una comoda invenzione, una abile strategia morale di quella parte dei socialisti che ama vivere nel torpore intellettuale delle tradizioni letterarie del marxismo e delle formule imparaticcie negli opuscoli d'un soldo - disseminati a migliaia di copie in Italia proprio dai facitori cli quella Criticn Sociale - che oggi si fa sostenitrice di questa seconda ipotesi? E, in ogni caso, -che valore deve darsi alla teoria estrema - che fa capo ad Ar– turo Labriola - per cui la tendenza riformistica altro non sarebbe che una mistificazione del Socialismo, un mezzo psicologico di cui si serve per indiretto, alimen– tandola, la borghesia per mantenersi meglio in sella e ribadire le catene al proletariato? Alla prima domanda non c'è da rispondere che come quel filosofo, che ri– chiesto se esistesse il movimento, rispondeva moven– dosi. li fatto stesso che si parla di tendenze; che vi sono socialisti che seguono l'una o l'altra; che si pi– glia diversa posizione mentale di fronte ai piit com– plicati problemi, che interessano direttamente il prole– tariato (scioperi, organizzazione economica, campagna antiparassitaria, contatti politici con la borghesia, poli– tica internazionale), è la miglior prova che le tendenze esistono. E il problema deve limitarsi, secondo me, a ricercare obiettivamente quale sia il contenuto della tendenza riformistica e di quella rivoluzionaria e quale delle due risponda meglio alle esigenze del proletariato. Nè vale fermarsi a confutare quella affermazione cli certi nostri compagni che la questione delle tendenze sia soprattutto pei rivoluzionari una questione di ... tor– pore cerebrale e di insufficienza a comprendere i pro– blemi ciel proletariato, come se di là ci stessero i corpi e cli qua le ombre! Chl così afferma non comprende che aspira agli onori della infallibilità ... papale; men– tre dovrebbe sapere che pur troppo, in materia di scienze sociali, nessuno può presumere cli avere la ve– rità nelle mani. 11 materialismo storico - inteso siccome una con– cezione filosofica del processo storico - può prestarsi a diversi ordini di studi. L'avvertiva già nei suoi saggi il prof. Labriola. Può servire anzitutto a rifare e rin– novare gl' indirizzi della descrizione storica, in quanto offre allo storico l'angolo visuale delle· lotte di classe e delle rivoluzioni dei sistemi predominanti di produ– zione, che quelle determinano insieme con le elllorc– scenze giuridiche, morali, e via dicendo; e può servire di orientamento ai partiti socialistici nella complessa combinatoria sociale, e di fronte alle diverse condi– zioni del proletariato in ogni paese - che lo stesso materialismo insegna a conoscere adeguatamente - e essere nello stesso tempo mezzo cli commisurare l.'a• zione del Socialismo alle esigenze organiche, alle pro• messe e ai pericoli della politica. Ora se questo secondo angolo visuale offre il marxi– smo al Partito socialista, non è chi non veda come diverse possono essere le tendenze nel seno d:•llo stesso partito, diversa l'azione che s'intenda imprimere al movimento proletario, diverse le spiegazioni mentali dei singoli fenomeni sociali. li materialismo storico in fondo è un'arma cli cui ognuno può servirsi a seconda delle sue particolari attitudini intellettuali: è una maniera cl~ criticismo nel campo della filosofia storica e che non fa obbligo a nessuno per ciò stesso di risolvere un problema in un senso piuttosto che in un altro. Di qui l'origine dtllc due tendenze. i\ 1 la in complesso il materialismo storico per quanto dottrina di semplice orientazione, in quanto investe tutta l'umanità storica e ne riconduce il procc:--so e lo sviluppo alle forme economiche che via via per intima negazione si sono venute e si vengono eliminando, è in grado di metterci nella possibilità logica di negare al riformismo ogni qualsiasi valore di spinta nella ten– denza del proletariato ad abolire le classi e lo Stato. Il riformismo s'incardina fondamentalmente nel con– cetto che si possa arrivare all'abolizione delle classi e all'istanzamento della forma collettiva cli produzione per via di successive leggi sociali ottenute con la coo– perazione delle due classi, borghesia e proletariato - in antitesi fra di loro (quale contraddizione in termini!). Oggi si parla già di penetrazione di classe: di una lekislazione pomposamente detta sociale e si è cavata fuori la nuovissima teorica che, se pure il Socialismo ha perduto d'intensità ha guadagnato d'estensione. lo credo che il fatto piit saliente - che ha deter– minato il formarsi di una tendenza formale al riformismo

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