Il Socialismo - Anno II - n. 18 - 10 novembre 1903

274 IL SOCIALISMO lizzazione l'attuazione delle riforme radicali e repubbli– cane, attenua o pospone o procrastina la sua schietta azione di classe proletaria per compenetrarsi o p~r col– laborare coi radicali o coi repubblicani ali 'attuazione delle riforme. Qui le esigenze storiche sono fatte sog– giacere a delle valutazioni di utilità prossima che sono in contrasto con le effettive derivazioni storiche dei sin– goli partiti. In effetto il partito repubblicano in tanto può con– correce ad attuare le riforme radicali in quanto con la sua propaganda borghese-repubblicana stimola il potere a porsi sulla direttiva pratica di riforme radicati che valgano a sminuire l'urto tra le forze antimonarchiche 1 così dette incostituzionali e il presente ordinamento po– litico. E del pari, il Partito socialista per concorrere a nutrire e a vivificare questi due partiti popolari, che sono nella istessa traiettoria del suo programma, non deve, come del resto per impulso di cose non potrebbe in modo duraturo, trascurare la sua specificata lotta di classe proletaria, economica e politica. Soltanto evocando nel proletariato i suoi ·interessi di classe che lo spingono a porsi come forza negativa e rivoluzionaria di fronte al mondo economico del mono– polio e del capitalismo, il Socialismo riesce a riscat– tare dalla inettitudine e dall'assenteismo politico la grande maggioran7.a della classe dei lavoratori, che nè· la propaganda radicale, nè l'impulso repubblicano riu– scirebbero mai a destare alla vita e alla coscienza po– litica. Dei partiti accade come della divisione del lavoro in una officina. È con la separazione del loro specifi– cato campo di azione che si raggiunge il massimo ef– fetto utile nel grande laboratorio della vita politica moderna, perchè ciascuno è meglio in grado di disci– plinare, educare e svolgere la coscienza del proprio programma nel seno del gruppo generale d'interessi che ne costituiscono la propulsione, e sulla classe so– ciale di cui essi sono l'emanazione. Un'azione preconcertata, poggiata su di una siste– matica e continuativa collaborazione, implica transa– zione dei programmi volta per volta sul terreno delle particolari e successive conquiste riformatrici. Ora se da un lato è innegabile che l'avvento di ciascuno di questi programmi non si può fare con un passaggio brusco nella realtà, come il colpo di pistola della filosofia scellinghiana, o come il fiat del ,Dio bi– blico; se è vero cioè che, salvo le imprevedibili con– tingenze storiche, vi è una gradualità del loro effet– tuarsi, la quale determina la convergenza delle forze popolari per la conquista riformatrice più immediata e più sentita: queste successive piattaforme pratiche d'a– zione avranno tanto più poderoso concorso di forze lottanti quanto pili intensa e vigorosa è la vita di cia– scun partito. E la vita di ciascun partito si rafforza, si allena, si consolida e sviluppa mantenendosi stretta all'esplica– zione del particolare interesse di classe fondamentale dal quale nasce. Cosi abbiamo già visto che il Partito socialista, nel– l'attuale stato politico di cose, favorisce in Italia il partito borghese (radicale e repubblicano) lottando sul terreno economico contro la borghesia detentrice d,.:-i mezzi di produzione. La crisi onde son presi i partiti popolari è dipesa dall'obliterazione créscente del loro specificato c6mpito d'azione. Il Partito socialista, ad esempio, compreso della importanza innegabile d'instradare il partito radicale al potere ha, nella mente di alcuni suoi più. illuminati di~ rigenti, concepito un'azione collaboratrice sistematica con questo partito, la quale ha avuto per necessario contrae~ colpo un affievolimento del vigore critico del Partito so– cialista. Ma siccome, per ripetere una degnità di G. Bat– tista Vico, le cose fuori dello stato di natura non durano nè stanno, così una concezione così anormale della vita del partito non può non essere scartata dalla forza delle cose e dalla molla incoercibile degli interessi di classe, i quali segnano il cammino più. di ogni geniale mente di critico e di politico. Epperò la grande preoccupa– zione di alcuni, che li fa prorompere cOn tanto sdegno e con tante velenose acrimonie contro quell'ala del partito che blandisce questa forma spuria cli tattica so– cialista è anche un po' basata sull'assenza d'una v·era coscienza della importanza e della fatalità storica del Partito socialista. 1 Il distinguere nettamente l'azione specificata e se– parata dei partiti popolari, lunge dall'avere per effetto di paralizzare il conseguimento graduale delle riforme politiche pill urgenti, e i problemi che più premono in ogni ora storica del paese, ha invece per effetto di mantenere sempre intelligibile e consapevole la diret– tiva che deve guidare le riforme, non già soltanto nel senso di diminuire la somma di costrizioni politiche e la somma di pene sociali, ma nel senso storico di segnare una condizione ascendente di cose pill favore– vole all'avvento del programma repubblicano e del pro– gramma socialista. La vita dei partiti popolari non può irrigidirsi in una attività 1iformistica nel senso che a questa parola annettono i partiti liberali conservatori. Anche questi partiti sono ben lungi clall'ammetiere che l'umanità abbia raggiunto le colonne d'Ercole, al di. là delle quali non vi sia riforma e progresso possibile nella vita po• litica sociale. Ma il loro riformismo si racchiude nella formula della « riforma per la riforma», mentre pei par~ titi popolari la riforma è la conquista della loro attività difetta ad uno scopo, il quale pei radicali è una trn– sformazio11e degli ordinamenti tributarii, pei repubblicani è la rivol11,::io11e politica, pei socialisti è la rivolu::ione economica. Ora è solo restando appunto sul terreno degl' inte– ressi di classe che si è in grado di valutare le esigenze dell'ora, nel paese, alla stregua di una direttiva che coincide con l'evoluzione storica verso il Socialismo, e non sciupi le forze dei partiti popolari in un rifor– mismo cieco ed empirico, che smarrisca la mèta, e che si generi a guisa del riformismo dei conservatori e dei liberali, dal concetto di « riformare per riformare.» Il non avere bene atteso a questa formazione ciel- · l'autocoscienza del proprio compito storico per ciascun partito ha già cominciato a dare i mali frutti di devia– zioni e di errabonde scorrerie nel campo del riformismo, in modo da arrestare e da ostacolare la celerità del moto e l'efficacia d'azione dei partiti popolari. Così il partito radicale ha - come hanno mostrato le ultime vicende parlamentari - infiacchita la sua al• 1 Co"i si vien parl:mdo da t:iluni, come di cosa fattibile cd utile, dcli:\ scissione del P:irtito soci:,lista, ign:iri che queMa non potrebbe che essere un:i situationc morbosa ed ecceiio11alc di cose, che con gli :1ttriti i11c\•it.1bili diminuirebbe I:\ celerità riel molo socialista. Gli i11tercssi unici e solidali del proletariato non possono essere r:,pprescntati da due o più partiti.

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