Il Socialismo - Anno II - n. 18 - 10 novembre 1903

ANNO II. ROMA, 10 NovnrnRE 1903 N. 18 IL SOCIALISMO ~ Rivistaqaioòicinaleòirettada ENRICO FERRI ~ .lBBONAM.ENTL - ITAt lA: Anno L 5 - SemestH L. :11.:;o I SI PUBBLICA I Perla Dire:ione e Redazione rivolcersl all'on, prof. EN1tlCO E.sTaao: Anno L. &,:115 - Semestre L. 3,215- • 1 lO d . 125 d' . F1tRR1,Roma, Via Montebello, :1-1t - Per l'Amministrazion• Un numero cent. :115. 1 e 1 ogm mese rivolgersi: /I S-eu&limu, Rivista, Roma, Via s. Claudio, 57 ATTUALITÀ POLITICA Lacrisi dei partiti popolari e i problemi dell'ora III. Ciò che urge. Delineando le linee caratteristiche di ciascuno dei tre partiti che lavorano a costitllire una << nuova Italia » noi abbiamo potuto osservare quali sono le condizioni storiche ed obbiettive entro le quali essi svolgono la loro azione. Così ci siamo posti in grado di potere, nell'atto in cui rendevamo conto dell'interna crisi che ne travaglia l'esistenza, valutare approssimativamente le forze di re– sistenza che ne ostacolano l'affermazione. A considerare i tre partiti, il radicale, il repubbli– cano ed il socialista secondo la loro particolare deriva– zione storica, e a seconda del loro programma positivo, noi vediamo che essi esprimono tre gradazioni di un moto riformatore dello Stato e della società. Essi sono nella comune trajettoria di un rivolgi– mento inteso a mutare le basi profonde della società italiana. Ma il partito radicale si arresta alla riforma democratica della finanza, e alla risoluzione dei pro– blemi della vita nazionale in modo conforme a questo spirito democratico; il partito repubblicano, ammettendo come un esperimento difficile se non impossibile, Sotto la monarchia, l'attuazione del programma radicale, ha come suo specificato c6mpito abbattere la monarchia per compiere tutta quella trasformazione organica della costituzione politica necessaria ad instaurare la sovra– nità popolare. Tanto il partito radicale, quanto il partito repub– blicano. muovono dall'unico concetto di eliminare le forze che ostacolano lo svolgimento della ricchezza na– zionale, e della classe borghese, che nell'attuale costi– tuzione capitalistica ne è l'agente. Sicchè ciò che tipi– ca.mente determina l'azione di questi due partiti è un interesse borgltese. Il Partito socialista invece nasce dal bisogno di at– tuare gl' interessi proletari, e mira non soltanto ad ac– crescere la produzione e la ricchezza nazionale, ma a rivoluzionarne la distribuzione in senso egualitario e sociale. Se questa linea di continuità tra questi tre partiti politici fosse ben tenuta presente, la dissensione e la crisi che li agita sarebbe in gran parte risolta. In ef– fetto due sono gli eccessi teorici che ci allontanano dalla esatta direttiva di ciascuno di questi partiti, che formano come tre segmenti d'una sola linea cli azione. Un primo eccesso è; quello di dimenticare questa continuità. Gli ortodossi del partito repubblicano si son voluti cristallizzare in una pregiudi::iate politica, che -assume, in modo dogmatico, la impossibilità di attuare il programma radicale sotto la monan-:hia. E di qui un conflitto tra repubblicani e radicali, 'che dovrebbe essere insanabile se la realtà della vita non si rielesse cli tutte le pregiud_iziali, e, invece di far rimanere il partito repub~ blicano in una inerzia buddistica, non lo sollecitasse ad agire e a· stimolare tutte le forze riformatrici di cui è capace l'attuale costituzione politica, come mezzo e come prepafazione dello svolgimento repubblicano. E così del pari il Partito socialista è caduto nella sua parte ortodossa e semplicita, nella tfSsurda pretesa di conce– pite una rivoluzione sociale, come un salto nel buio, che oprasse la trasformazione della società senza il tra~ mite delle riforme radicali e repubblicane. Queste ~perboli teoriche, formulate in una fraseo– logia che allontana dalla realtà, sono tutte poggiate sulla comune trascuranza della linea cli continuità po– sitiva dei tre partiti. C'è del!' ideologia antipositivistica in questi atteggiamenti teorici, che pure hanno tanto operato a generare la crisi cl' idee che travaglia i par– titi popolari. Ma v'è anche un'esagera~ione teorica in senso con– trario ed opposto, e che consiste non pilt nel trascu~ rare la linea positiva cli continuità, che congiunge i tre partiti popolari, ma nel credere fusa e confusa la loro azione. Vi è, per esprimerci matematicamente, uno scam– bio della gradazi'one con la giusta-posizione. Mentre il primo eccesso teorico conduce il partito repubblicano a sbandire la possibilità delle riforme sotto la monarchia e il Partito socialista a ·negare l'utilità delle riforme nella costituzione oppressiva del capita– lismo, la seconda tendenza di iperbolizzare gli eccessi teorici conduce a far decomporre l'azione specificata cli partito, in un'azione di confusionismo politico. Ma qui vi è, per così esprimerci, dell'ideologia-positivista, un'i• deologia cioè chè assume per premessa che un fatto immediato e specificato sia un elemento che escluda un fatto pill generico ugualmente reale. Così il partito repubblicano dimentica le sue funzioni specificate di partito, quando solo perchè, riconoscendo come neces– &'lrio tramite storico all'avvento della repubblica il pro– gramma radicale, diventa esclusivamente legalitario e rinuncia ad esercitare le attività repubblicane, o le pro– crastina fino a che il programma radicale non sia effet– tuato. E il Partito socialista parimenti dimentica il suo specificato campo di origine e di azione, quando rico– noscendo per necessario tramite all'avvento della socia- 1 Anche nel Partito socialista si è insiuuat:\ una corrente cl1e fa caro :ili' Avang-uardi,i di Milano, che sn:\tura le 1radizioni teoriche e pratiche dd Partilo socialista e sostie11e con un'asprezza polemica deplorevole e-demo t."l1izzante qnest::i pregiudi:1$ù1le repubblicana .._ N. dell'A,

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