Il Socialismo - Anno II - n. 18 - 10 novembre 1903

280 IL SOCIALISMO diamo anche le pene e la fatica del combattimento. Non invadiamo il loro campo d'azione, ma ossequenti alla legge della divisione del lavoro, facciamo piuttosto che· l'opera nostra s'addentelli con la loro e la completi. E mentre essi da un capo all'altro d'Italia portano la parola della nuova ci\tiltà, procuriamo che l'eco della nostra voce esca dalla famiglia per arrivare nelle accolte delle nostre compagne cli lavoro, in mezzo al proletariato femminile di cui solo noi donne possiamo conoscere le sofferenze inenarrabili - langua esso nelle fetide risaie, o sui campi ars~ dal sole - intisichisca fra le quattro mura tediose dell'officina, sul telaio o dinanzi macchine insidiose o nelle galere dei bassi impieghi governativi e comunali - là è il nostro posto! Là ci chiama il nostro dovere - e dovunque una creatura umana soffra delle ingiusth:ie della nostra civiltà! Ida Grassi. VITA PROLETARIA INTERNAZIONALE Il XCongresso socialista bulgaro ' Allorchè, un anno fa, in questa ste~sa Rivista, 2 io facevo la relazione del JX Congresso del Partito socia– lista. bulgaro, io non avevo da riferire che delle discus– sioni sulle « due tendenze», da cui tutto il tempo e tutta l'energia dei_ congressisti erano stati presi. Dal punto di vista pratico, dal punto di vista delle questioni vitali del lavoro·socialista quotidiano, questo Congresso non aveva niente dato, e non poteva niente dare. Quest'anno, io ho da parlare -di un Congresso es– senzialmente calmo e laborioso che ha concentrato tutta la sua attenzione sui mali e sui bisogni del nostro gio– vane movimento operaio. La causa di questa differenza si trova nel fatto che attualmente, nel seno del Par– tito socialista-democratico bulgaro, non esistono pili le .« due tendenze». Durante l'anno passato il Partito se ne è sbarazzato, e nel modo più radicale: l'amputa– zione di quella specie di Socialismo piccolo-borghese, che voleva essere buono e per il proletariato, e per la borghesia commerciale e industriale, e per le classi intermedie degli artigiani e dei piccoli proprietarii di campagna. La. lotta fra le due tendenze, fra socialisti << lnrg/,i >> e socialisti «stretti», 3 come noi diciamo, aveva preso un carattere cosi acuto, forme talmente esorbitanti, che ogni azione seria, ogni lavoro veramente utile, ogni integrazione dei diversi sforzi erano ùivenute cose non solo impossibili, ma addirittura inimmaginabili. Questa lotta amara si dibattè non solamente nella stampa, ma anche nelle organizzazioni del Partito e 1 Noi demmo l'ordine del giorno di questo Congresso nel fase. 25 gi11- g110 1993, rubrica ftlovimenlo e leg-islasione &eia/e, pag. 143. E notammo che • il Partito !'.OCi.1\ist:i. bulgaro è, 11cgli Stati balc::mici, alla testa del mo• vimento •- Il che J>OÌ ,·enne conformato d:.llc eorrisponde11ze deU-onorevolc Oddino Morgari, recato~i in quelle p:1r1i per couto dell'Avanti. Commcota\'amo così l'ordine del giorno: • Come si \'cde, è tm Con– gresso laborioso, e che avrà una inn1u::111.n import:,ntissim:t sullo sviluppo ulteriore del P:'lrtito, si:i. nella Bulgaria, si:t nei paesi balc:u1ici in genere•- Le notizie cli{ ci m:i.nda il nostro egregio collabor:ttorc d:tll:i. Bulgaria conformano pic11a111en1equest:i. nostr:i. prc,•isionc, della quale con pi:icere vedi:uno che, COllle per tutte le cose che ,,engono dall'Occidente, i compagni bulg:tri si sono ricordati. (N. d. A'.). 2 Vedi f:i.!'.c.XIX, pag. 309, anno 1, 25 nOvcmbrc 1902. 3 I socialisti lflrg-lti corrispondcrcbbcrQ, per intcudcrsi, ai nostri rifor– misti, :ii re11isi1mist,' tedeschi, e gli stretti :i.i socialisti rivolu.-:ionarì. soprattutto nell'organizzazione di Sofia, nel Gruppo par– lamentare e nel Comitato centrale. A Sofia, quelli si chiamavano socialisti «larghi», gli opportunisti, non volevano saperne affatto della pro - paganda di Partito e nel seno stesso del Partito, l:t quale doveva mirare a gettare un po' di luce sulle di– scussioni di principio e sulle divergenze di opinioni. Essi sostenevano che gli operai sono socialisti per la loro medesima condizione ·di proletari, e ch'essi non hanno bisogno di essere istruiti, di essere illuminati su ciò che è l'essenza del programma socialista. Una volta entrati nel Partito, non c'è più bisogno di con– vertirli in socialisti coscienti - dicevano i partigiani cli questa « tendenza» - essi lo sono già. I loro avversari, gli «sire/li», rispondevano che non era possibile arriyare all'unità di pensiero e d'a– zione caratterizzante ogni partito cli combattimento, se non si tenesse alta, a cominciare dalle coscienze stesse dei socialisti inscritti, la bandiera dei principi fonda– mentali elci Socialismo. Questi compagni sapevano bene che la lotta contro l'opportunismo non avrebbe avuto successo, fintantochè i membri del Partito restavano indifferenti a tutte le discussioni di principio, e a tutto lo sforzo che si compieva perchè mai avessero a per– dersi di vista lo scopo finale e la finale risultante rivolu– zionaria del movimento socialista. Essi sapevano inoltre che dal momento che· si fosse sparsa la luce sull'op– portunismo, questo avrebbe perduto terreno nella lotta di tutti i giorni, combattuta per « alzare il livello della cultura socialista nel seno ciel partito ». · D'altronde, nella stampa c'era chi si sforzava di pro– vare che in realtà non esisteva differenza di principio, che non c'erano le due tendenze, che tutte le discus– sioni non erano che opera di qualcuno che voleva far carriera, di uomini stupidi, di gente fossilizzata nella teoria, che voleva fossilizzare tutto nel Partito. Poco a poco questa polemica bizzarra, ove gli uni provavano, e con successo, il carattere fondamentale delle divergenze, e gli altri non facevano che ingiu– riare le persone, giurando nei nomi di Marx e Kautsky, e parlando allo stesso tempo di « collaborazioni di classe » e di « dialettica della storia >>; poco a poco questa polemica eccitO talmente il Partito e paralizzò e avvelenò tutte le iniziative sociali1-3te, in maniera tale che tutti finirono per averne abbastanza. Il 18 marzo, la sezione del Partito a Sofia, dopo interminabili discussioni, finì con la scissione fra larghi e stretti. Una forte minoranza di socialisti stretti uscì dal– ! 'organizzazione e si costituì in sezione a parte. Poichè due sezioni nella stessa città erano impossibili, dato lo statuto del Partito. Il COmitato centrale doveva sce– gliere una delle due come rappresentante il Partito nel la capitale. Il Comitato centrale riconobbe che la vecchia or– ganizzazione non rispondeva pili alle condizioni chieste dal regolamento, e dette la preferenza alla nuova. Ciò divise il Comitato centrale in due campi, e a questa scis– sione seguì bentosto quella del Gruppo parlamentare. Un referendum delle organizzazioni provinciali sulla scissione sopravvenuta a Sofia e al Comitato centrale, sanzionò la condotta della maggioranza di questo, e approvò la scissione. Verso la fine del maggio tutto era fatto. Una quarantina di sezioni si sono aggruppate in– torno agli stretti, appena due dozzine intorno agli op-

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