Il Socialismo - Anno II - n. 17 - 25 ottobre 1903

IL SOCIALISMO Ed ècco nel 1749 quelle Observalùms sur le (,'r,:cs e nel 175 1 quelle Observt1/iom ~ur /es Ronwùu, ove sono tesori di critica ori– ginale, ove Mably, per il primo, S\•ela il difetto capitale e l'ana– cronismo continuato degli storici del suo 1empo1 soprattutto fran– cesi, i quali, narrando il passato, non :wevano dcscrilto che i co– stumi ed i pregiudizi del tempo loro. E la fona e la efficacia di una simile critica vengono aumen– t:mdo con g!ì Entreliens de Plwcio1t sur le rapporl de la moralt avu la po!itique, pubblicati nel 1 763, e con le Observaliom sur l'kistoire de Frana, uscite in due volumi nel 1765, delle qu :i.li ben mostrò di comprendere il valore, col ripubblicarle nel 1823, uno storico ed un pensatore certo non rivoluzionario, certamente non simp:ttizzru:ite col Soci3lismu, il Guizot. A questo punto la lrasform:tzione di Mably è compiut:t. Egli chiude il ciclo grandioso pubblicando l'opera beu conosciuta :igli studiosi, <hl titolo: Dou!t's proposés aux plli/osoplus économislts sur fon/re nature/ et essentiel des sociités. Questo libro vide la luce in due volumi nel 1768 ed era, in realt:l, una risposta 3\ fisiocratico r-.-tercier de la Rivière, sosteni– tore molto spesso str:i.v:ig:i.nte del dispotismo in un libro che ebbe fortuna e che l'autore volle appunto intitolare: Ordre nature/ et esstntiel des S(Jciitis politiques. E su questo libro di Mably si è esercitata la critica conser– vatrice, quella - s'intende - premiata dall'Accademia col grand prix ì\'lentyon, destinata certo :l. s:l.lvare la società dall:l. trasforma– zione economica l Wfably è radicalmente persu:l.so che la disuguaglianza umana appoggiata alla sperequazione delle classi nel possedere sia la causa dei mali sociali. ]Ifa è falso che Mably sia un utopista ed un rivo– luzionario idealista . favorevole al concetto che la tr:1sformazione economica e, quindi, morale, sia possibile a tamburo b:ittente. M:i.bly nutriva tutto il sincero e sano scetticismo dei sapienti e dei convinti. La forza della tra.dizione, l' imm:i.ne peso della storia egli li sentiva gr::i.vare ed agire sul presente C sul:'avvenire. 1n lui nulla è di utopico, cd egli arriva una volta, in un:i. delle pili belle pagine dell'opera insigne, ad esclamare, quasi vinto dal disperato convincimento dell'impossibile, parole di profondo pessimismo so– ciale: a Le mal est aujourd'hui trop invéléré pour .espérer de le guérir! ». Ma il pensatore gagliardo non cede alle critiche come non sog– . giace alle spontanee e passeggere melanconie dei grandi doltrinarii. E Mably torna daccapo nel Traiti de la ligislatiM, ou pri11cipts dts /ois ad argomentare la dottrina socialist:i.. Quanta chiarezza, che nettezza di analisi e che sincerità di copvincimento in questo libro! Ove è l'utopista dei critici premiati? Mably afferma la necessità dello Stato sociale che moderi tutti gli eccessi che l:i. ricchezZ:l ed il privilegio hanno portato nel mondo. Mably capisce, come i più moderni dei nostri economisti e socialisti, che h r~forma sociale deve comindare dalle condizioni agricole. E che cessino dal tor– mentarlo questi accademici asmatici se qua e là 1'fably rie.orda e cita Sparta! éessino dal correggt:re il paragone che egli fa spesso di Sparta con lo Stato dei suoi tempi, ammonendolo che Sparta aveva gli Iloti e che, quindi, il paragone è falso! Gesuiti! Non provano luminosamente tutte le opere di Mably, dalla prima all'ultima, che la intiera sua attività di pensatore aveva per iscopo di liberare la società umana ~la ogni sorta di ilotismo di classe? Sparta? Sl, Sparta, semplice, forte, serena, senza crudeltà an– tiche e senza antichi privilegi di guerra. Sparla; ma senza gli Iloti ! .E del resto questi spiritualisti d~l trono e della virtì1 cattolic.'l, questi convinti dell'anima immortale e del paradiso per tutti in cielo e per qualcheduno in terra, questi derisori del!' idealismo dei soeialisti, hanno essi 111:ti avuto la forza di una :-i.utocriticn come è nelle pagine di i\h,bly? Qualche anno dopo 1:1 pubblicazione dei due celebri libri lo scrit– tore poderoso dava in luce De la manière d'ù-rire fltistoire. Si era al 1783, alla maturità dei tempi. Mably, prt'sentendo e preparando, non perdeva gli scrupoli di scienziato delln storia, nè lo zelo di filosofo generale. Ed ecco l'anno dopo, i Pri11àpts de morale, ch'e sono \m quadro del suo pensiero di psicologo della società, e contemporaneamente quelle Observatiom sur le gouverneme11t et les lois dts Etats-Unù d'Amirique che inaugura in Francia 13 serie dei grandissimi lavori del genere, tra i quali primcgger:l piì1 tardi l'opera· capitale di /\ léxis de Tocqueville. ),fo.bly era stanco. Quel suo cervello non s'era fermato mai e s'era occupato di tutlo il passato e di tutto il presente, un presente torbido, denso, caliginoso, ardente, un minaccioso presente umano. Qualche tempo innanzi aveva voluto ancora dire al mondo il suo pensiero sulla Polonia. E il libro Du gouvernement et des lois de la Pologne (q81) aveva dest.'llO impressione vivissima. Aveva creduto suo obbligo di uomo e di francese scrivere i Droits et dévoirs du citoyeu, cibo inesauribile poi alle anime della rivoluzione fiumeggiante. Ma il 1:woro :i.veva curvato Mably. E Mably aveva mutato b c::,.lmadel suo cuore in un tremito quasi impetuoso di accusatore. La tempesta gli respirava d'intorno c~ il respiro lento delle mi– naccie terribili. :Mably mutò. Divenne violento come la storia cd alzò il braccio stanco di lavoratore a preannunzia.re l'uragano, a maledire l'Europn perversa e rimbecillita, a reclamare per la Fr:l.ncia In immediata convocazione degli Stati Generali. Poi il • prophète du 111alluur,. chinò il capo sposs:1.tOsu quel fondo cinereo di simun avanzante e finì. Era il I 785. .Tre anni dopo, la profezia si compiva e poi Marat feroce e sarcastico fu udito giurare sulla parola di ~fably e poi ancora Gracco Babeuf e Buonarroti lo sognarono nei loro sogni di rivo– luzione e in suo nome si diedero al sacrificio. " 1fably l'ha detto ,. i\lably era la rivoluzione. E pcns.1.re, che in una siana dcli' Acc:l.deinia l' alxi.te Briz:lrd, nel 1787, aveva letto I' Eloge histori.que tfe .ll'/abf;1. E 1'Accademia delle 1scrizioni que\1' Elogio l'aveva coronato. Quando si dice i conserv:i.tori e gli accademici! Iloti! Paolo Orano. RIVISTA DELLE RIVISTE SOCIALISTE Riviste tedesche. Il commento di Kautsky al Congresso di Dresda. Naturalmente le riviste socialiste della Germ.. ania continu:i.no ad occuparsi del Congresso di Dresda. Nella Neut Zeit del 23 settembre il Kautsky commenta i risul– tati del Congresso. Per quanto ne sia stato disgustoso lo svolgi– mento, egli dice, il risultato oggettivo è completamente soddisfa– cente. J\lalgrado le gravi lotte a cui ha dato luogo, il Congresso è riuscito a togliere di mezzo una serie di cause di dissidi. L'A. deplora che la questione della collaborazione sia Sl:l.\adi– scussa prima di quella della tattica. Gli animi, tesi ed in:l.ccrbiti si sono sfogati nella discussione di quest':i.rgomento, occupando una Farle sproporzionatamente grande del tempo del Congresso. Si compiace della discussione e del voto sulla iat1ica, che con– sidera come indice delle forze relative delle diverse tendenze. Se molti revisionisti autentici hanno abl)andonato Bernstcin, in modo che vi furono soli I I voti contro la mozione intransigente, la spie-

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