Il Socialismo - Anno II - n. 14 - 10 settembre 1903

ANNO IL N. '4· IL SOCIALISMO ~ Rivista qail)òicinaleòiretta da ENRICO FERRI ~ .USBONAM,ENTI. - ITA.I IA: Atmo L. S - Semestre L, 2,50 I SI PUBBLICA I Per la D1reziooee Reda:do.ne rivola;ers1all'un. pror. Jl:N1tlCO &$Tuo: Anno L. J,25 - Semestre L. 3,25. . 1 JO d 'I 2S d' , F1um, Roma, Via Montebello, 2-a - Per l'Amminis1ruìon• Un numero cent. 25. 1 e I ogni mese rivolgersi: /I S,,da/in,,,,,, R1vi1na, Rom .., Vi• s. Claudio, ST ATTUALITÀ POLITièA Il metodo e la mèta nella campagna diEnrico Ferri Non s'ingaggia una formidabile campagna, come Enrico Ferri ha ingaggiato, serÌza che ad essa pre– sieda un'idea superiore ed organica di pensiero e di azione, senza che dentro ad essa circoli animatrice la linfa di un metodo consaputo e presciente, senza ch'essa medesima sia la esplicazione di questo me– todo e la applicazione di quella idea. La campagna contro gli sperperi per consuetu– dine ammessi e le ampie ladrerie sempre ricoperte, cl.e'grandi e de' piccoli, nell'amministrazione tutta della marina militare - è una campagna formida– bile appunto per ciò, ch'essa s'inquadra in un piano organico e prestabilito di ·azione politica e sociale, e rampolla dal metodo che innerva di sè tutta questa azione. Senza di ciò, e senza la coscienza di ci6, <lessa campagna, nonchè formidabile, non sarebbe stata neppure possibile. Senonchè - come l'acqua non ha colore se non nelle grandi masse - come il carattere dominante di un'epoca non appare se non quand'esso ha rag-· giunto un grande sviluppo - cosi la linea direttiva· su cui posa la battaglia presente di Enrico Ferri non appare oggi nella sua interezza alla coscienza pub– blica, La coscienza pubblica è scossa dal fatto che passa, e ad esso è intenta, ma aspetta l'altro fatto per scuotersi di nuovo, e non vede la linea direttiva che dall'uno all'altro fatto conduce, ed ha della mèta una nozione vaga ed incerta. Io cl1e sto nel folto della lotta come un osser– vatore molto silenzioso e molto raccolto, dico però che questa frammentarietà della coscien_za collettiva _italiana procede dal fatto che nessun grande uomo e nessun grande partito la guidò mai, sinora, alla visione sintetica di una qualsiasi grande opera di lunga lena, da compiersi nella vita pubblica nostrana. E gli uomini e i partiti della democrazia - quelli, cioè, che nella storia di tutti i paesi e di tutti i tempi hanno officio e virtù di illuminare le molti– tuJini e d'interpretare la luce che viene da esse - furono essi medesimi framment:ui e discontinui nel– ['azione loro politica quotidiana. Io credo che fino alle grandi giornate dell'ostru– zionismo parlamentare, nelle quali non per nulla domina la figura di Ferri, e delle quali il decisivo valore storico sulle sorti d'IraLia - soltanto oggi in– comincia a profilarsi - io credo che fino ad allora mancasse nella vita pubblica, cosi in politica come in economia, la possibilità di una linea direttiva, sulla quale convergere le forze operanti del rinnovamento italico. Ma, mentre la minaccia alla libenit e alla civilt:ì, perchè fattasi immanente, aveva sollevato le resi– stenze estreme - e in nome della dignit:ì e della vita d'Italia lo spirito rivoluzionario vinceva prima nel Parlamento con l'ostruzionismo, e poi nel Paese con le elezioni, la grande batsaglia _:_ d'altro lato l'oscuro, intenso e meraviglioso lavoro sudato per dieci anni dal popolo italiano, era pervenuto ad ac– crescere la somma dei beni comuni, e a far corri– spondere una ricchezza verace e reale •a' biglietti messi in circolazione sin'allora dal Governo e dalle Banche. 11 popolo italiano aveva così risolto e la crisi politica e la crisi finanziaria. Altri - ministeriaLi per dichiarato proposito o per passione segreta - ne abbian pur dato il me– rito a Zanardelli o a Giolitti - piè, all'uno o più ali' altro, - ma la crisi politica e la crisi finanziaria, imperversanti e croniche nell'Italia una, fino a quei giorni, furon risolte per la virtù del popolo nostro, destato ne' comizi all'amor- della libertà da quei che non conobbero titubanze e sfiducie, assiduo ne' campi e nelle officine a restaurare le ricchezze dis– sipate da quarant'anni di « finanza allegra ». Risolta la crisi poLitica e la finanziaria, si presen– tava più precisa e Limpida la ben più profonda crisi ccononùca. Se era raggiunto il pareggio• nel bilancio dello Stato, esso poggiava e poggia però sul disagio eco– nomico della Nazione, sulla denutrizione delle molti– tudini, lavoratrici a vii prezzo o disoccupate, sulla miseria della piccola borghesia di città e di campa– gna, sulla povertà mal dissimulata del proletariato intellettuale, sulla deficienza vergognosa de' pubblici servizì, sullo stato di fallimento di quasi tutà i Mu– nicipi italiani. Era venuta l'ora nella quale era e necessario epos– sibile porre nella vita politica italiana la linea diret– tiva sulla quale convergere le forze e gli sforzi per la rige11erazioneeconomica.

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