Il Socialismo - Anno II - n. 13 - 25 agosto 1903

ANNO II. ROMA, 25 AGOSTO 1903 N. 13· IL SOCIALISMO ~ Rivistaqail)òicinaleòiretta da ENRICO FERRI ~ ATTUALITÀ POLITICA "FESTIN A LENTE,, (11.Jirtllali lmtommle) Animata dolla passione, sostenuta dallo persua– sione che col proprio trionfo solo si ·potr:\ ottenere il benessere universale - questo supremo miraggio in nome del quale tonti dolori e tonte battaglie sono state sopportate e combattute - la lotta fra riformisti e rivoluzionarisi è venutastr:iordinariamente acuendo in questi ultimi tempi. Dicono i riformisti : cosa si può, cosa si vuol ottenere dalla rivoluzione ? Forse un benessere fu– turo, molto futuro che noi e i nostri figli non ve– dremo giammai? e ùnanto dovremo noi assistere con le mani incrociate al crescere della folla dei denu– triti,e purpotendo agire, lasciareschiacciaregli operai dai capitalisti senza un contratto di lavoro che regoli la loro mercede? lasciar esaurire la razza dal lavoro improbo delle donne e dei fanciulli, lasciar morire ammucchiata in case umide, fetide, antiigieniche una intera generazione, sempre aspirando e aspettando solo al miraggio futuro ? Noi domandiamo quindi le riforme che dùn luogo di sbarcare il lunario oggi, attendendo la rivoluzione che ci darà il benessere domani. Ma questa maniera di cercare il miglioramento del popolo con piccoli espedienti, dicono i riYolu– zionari, è quella appunto che con tanta fatica noi siamo andati sradicandodal cervello dei conservatori e del popolo con la nostra propaganda dei primi tempi, persuadendoli che· le condizioni dei poveri non si migliora vano con la beneYolenza sociale di– fondendo l'amore dei poveri verso i ricchi, conce– dendo denaro o individualmente ai poveri stessi o socialmente alle istituzioni che ad essi pensano e provvedono, ma con la politica, con la lotta di classe, con l'ostruzionismo e la rivoluzione. In che differirebbero le vostre riforme da quelle propugnate e domandate finora dagli altri partiti, altro che nel!' etichetta fil:tntropica delle une, gover– nativa delle altre ? e che forse nell'etichetta sta la forza del farmaco? e che solo per questa apparenza delle vostre otterranno risultati superiori a quelle degli altri ? Gli altri partiti hanno costruito orfanotrofi, ospedali, colonie alpine e marine, casse rurali, coo– perative, ospizi, società di mutuo soccorso. Voi vo– lete case operaie, refezione scolastica, protezione per le donne e i bambini, camere del lavoro, contratti cli lavoro. Ma voi dite: quelle istituzioni giovavano a pochi, queste che noi reclamiamo a molti. A qual– cuno di più forse, ma la differenza è minima. Essi, i borghesi, cercavano di proteggere tutti i disgraziati di cui conoscevano i dolori, gli orfani, i derelitti, gli abbandonati, i vecchi, gli infermi, quelli che per loro erano tutti i poveri, tutti i bisognosi di aiuto. Voi reclamate protezioni speciali per le Leghe dei socia– listi, per gli artigiani, per operai uniti socialmente, saran r 0,000 forse, ma e gli altri? Gli altri 500,000 che emigrano ogni anno perchè le' tasse han ridotto in rovina l'Italia meridionale? e gli altri milioni che si nutrono male perchè il protezionismo ha artificial– mente rincarito tutti i consumi. e gli altri 100,000 che muoiono di pellagra perchè il dazio sul grano li ha obbligati a nutrirsi di polenta ? Ma gli altri milioni che verranno dopo di noi, la giovane gene– razione che è appena nata, che sta per nascere e che troverà pignorato, per fare le nostre case, per applicare le nostre regole igieniche, tutto il capitale con cui avrebbe potuto almeno vivere, almeno emi– grare? Tutti questi non esistono forse perchè non li vedete, perchC non vi sono vicini ? Voi dite che le riforme degli altri eran labili, le vostre stabili. Labili in che modo ? Gli ospizi, gl ospedali continuano ad esistere e ad accrescersi, le. leggi per l'istruzione pubblica sul voto quasi univer– sale sono sufficientemente applicate, la libert:\ invece che YOicredete di aver conquistata non ha permeso ai socialisti di Torino di festeggiare pubblicamente il primo maggio, non ha concesso agli amnistiati dai tribunali del 90 di tornare a sedere in consiglio pubblico. Ma queste riforme, voi dite, servono a rinvigorire le forze delle classi sfruttate. Ma credete voi sul serio che il malessere che turba l'Italia sia esso così artificiale da poter essere rimosso con delle leggine, delle riformette del ge– nere di quelle che voi domandate? Credete voi sul serio che lo scarso prezzo delle mercedi sia dovuto unicamente alla malevolenza dei capitalisti e che si possa co11scioperi ottenere ali' in– finito un aumento di salari? Credete voi che l' affol– larsi dei lavoratori nelle misere stamberghe sia effetto della mancanza di case operaie, cossicchè basti che i J\!unicipi se ne facciano impresari, per diminuire l'affollamento? Credete voi che il lavoro delle donne e dei bambini sia effetto di inumanità dei padri e

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