Il Socialismo - Anno II - n. 12 - 10 agosto 1903pdf

IL SOCIAI.ISMO possa dirsi rappresentante di uno dei tre collegi piut– tosto che di un altro i tal quale come nel vecchio scru– ·tinio di lista, in cui la circoscrizione era stata appunto -formata dalla riunione di 2, 3, 4 o 5 collegi uninomi– nali, un deputato non poteva dirsi rappresentante di uno di quei collegi. Il Trespioli in diversi passi del suo studio ammette anche come indiscutibile la possibilità di formare tanti dipartimenti tutti, approssimativamente, di egual numero di abitanti e tutti di egual numero di elettori. Anche questa possibilità ove non si abbia .il suffragio univer– sale, e finchè si hanno delle intere provincie {in Sicilia) con un numero di elettori iscritti che non raggiunge il 3 per cento degli abitanti, e altre (in Piemonte) ove sorpassa il 13 per cento - mi sfugge completamente; a meno che il Trespioli non voglia formare un dipar– •timento con un pezzetto di Sicilia e un altro pezzetto di Piemonte. Nel suo dettagliato atto di accusa contro lo scru– tinio di lista, mi pare inoltre che il Trespioli dimen– tichi due reati, che sono, secondo me, i più gravi di tutti. Primo reato. Permettendo all'elettore di scrivere più nomi sulla scheda si dà adito a tutte le miscele, a tutti gli accomodamenti, a tutte le contraddizioni. L'elettore è capace, p. es., di scrivere sulla scheda (vedi elezioni amministrative) per convinzione politica il nome d'un radicale, per amicizia personale quello d'un socialista, per interesse quello cl 1 un clericale, per paura quello d'un moderato, e via di seguito; con quale danno per la formazione d'una sana coscienza politica è facile a immaginarsi. Secondo reato. Se i candidati d'una stessa lista temono di non poter conquistare che i posti della mi– noranza, può darsi che ciascuno tenti non di vincere l'avversario comune, ma di far perdere dei voti ai suoi compagni, e. anche se non si compie questro tradi– mento, si diffonde nei caduti il sospetto che tradimento ci sia stato da parte di chi è riuscito a entrare nella minoranza. Questi due, che son per me difetti dello scrutinio di lista tanto gravi da fargli preferire perfino questa altra sconcezza del collegio uninominale. restano finchè l'elettore può votare più di un nome, e quindi restano anche nel sistema Trespiol i. In conclusione - pure apprezzando le ottime inten– zioni del compagno Trespioli e il largo contributo. che egli ha portato alla questione - io ritengo che il gruppo parlamentare socialista debba vivacemente opporsi a qualunque largo ritocco delle circoscrizioni attuali, che non è giustificato da ragioni serie, che turberebbe quell'assestamento, quell'affiatamento prodotto fra i paesi degli attuali collegi da parecchi anni di lotte comuni, e che darebbe occasione al Governo di rovinare quasi tutti i collegi socialisti con opportuni tagli e altrettanto opportune appiccicature. [l gruppo socialista, se non vuol commettere una grossa ingenuità, deve acconsentire a una riforma delle circo– scrizioni soltanto a patto che dal collegio uninominale si passi a un sistema· decisamente propor=iona!e, quale non è lo scrutinio di lista a voto limitato, nè il sistema dipartimentale, ma qual'è invece, p. es., il sistema D' Hondt a liste concorrenti e a com un divisore, su cui il Trespioli ha troppo sorvolato, e che pure ha ormai avuto la sanzione della pratica in Belgio e in diversi Cantoni della Svizzera. Ferruccio Niccolini. I sistemi socialisti secondo il Pareto ' I. li marchese Vilfredo PMedO ha raccolto in questi due \'olumi un corso rl:t lui fatto all'Università di Losanna. I.a profonda competenza economiC!l dcli' :tutore, l:\ sua v:tstis– sima coltura e lo stile brillante rendono oltremodo interessante la lettur:t dell'opera. Egli incomincia dal constatare che ogni Governo non può a meno di essere l'espressione di una cla55e dominante (sia questa militare, teocra.tic:i, induslriale, ecc.), ricordando le necessarie distri– buzioni d'impieghi e di favori da parte dei \':'l.riGoverni e le cor– ntzioni eleuorali per mantenere il potere. Nessun paese finorn fu retto con un sistema completo di libertà economica, princip:'Limente perchè con questn 'non si possono pro– mettere privilegi ai propri p:trtigiani, nè attirare gli avversari con la spera.nz .'\di guadagni illeciti. -- L'A. non crede perciò che si pos– sano giudicare le v:trie organizzazioni sociali da un punto di vista assoluto, ma bisogna fare il bilancio del bene e del male, ri.. -orrendo all'esperienza. Questo lavoro scientifico è molto difficile, ma è ap– punto questo che lo distingue dalle conclusioni aprioristiche alle quali si arriva soltanto con la cieca fede. I sistemi socialisti vengono car:1ttcrizz.."tti d:il fatto che essi :1m– mettono solo un minimo di proprietà privata in conlr:tpposto :igli :1.ltrisistemi che ammct'tono un minimo di proprietà collettiva. I sistemi assoluti in un senso o nell'altro sono impossibili. na questa classificazione si arriva acl un'altm: 1° Comunismo perfetto ed il suo corrispondente dispotismo :issoluto; ambedue ne– gano qualsiasi proprieti privata; 2° Socialismo moderno e mono• polio di Stato, ambedue i sistemi eliminano la proprietà privata soltanto dei mezzi di produzione; 3° Certe forme di Socialismo di Stato che confisc:\Do ~rte della proprietà dei pr~otti (protezio– nismo, organi1.ZX1:ione oligarchica). J sistemi di quest'ultima classe sono quelli che più facilmente si trovano in atto. Del resto, dice l'A., • è meno nocivo all'interesse sociale I' impadr Joirsi dei beni :1\trui indirettamente per mezzo dei poteri pubblici, che direttamente per opern della violenz:t o dell!t frode •. L' A. fa una magnific.'\ dia.gnosi delle arti dei politicanti per costituire i gruppi soci:1li che devono dMe la sca.l:\ta al potere; mostrando come al fondo di tutte le fmsi idealistiche app:uiscenti, vi siano degli interessi economici ben determinati. La concezione della lotta tra le classi è perciò una concezione es:i.tta,ma non lo è più qu!lndo la si restringa. a due sole classi. 2 Le varie conce– zioni ideologiche ed anche i profondi studi degli economisti non servono a nulla quando non siano l'esponente di determinati inte– ressi economici. E cosl I' A. stesso viene a dare il suo suffragio :11\aconcezione materialistica della storia. Ammesso che chi conquista il potere è tratto irresistibilmente :t spogliare gli altri, \'A. si propone di esaminare obbiettivamente gli effetti che porteranno i vari sistemi socialisti. Ed incomincia dalla famosa leggenda de\1' elà ddforo; criticando le lo<li fatte alle società primitive, solo perchè avevano la proprietà collettiva. In re:1.hà.è più ricco un opera.io dei nostri giorni che un re delle tribl1 selvagge. 3 A Sparta, secondo l' A., non si può parlare di organizzazione socia.lista.- ciò che del resto nessuno scrittore serio sostiene - ma di una organizzazione dovuta alla lotta tra l':iristocrazia e la hor- 1 V1LFRKDO PARKTO, Systèmes 1;1ciaUstes, 2 voi. di 898 pag. - Parigi, 1902. 2 Il Marx ha sempre parlato di varie classi, sostenendo che i r.ispcttivi interes8i, in un determinato momento storico, si raggruppano e si polariz• zano attorno a quèlli delle due classi estreme dei salariati e dei capitalisti. (Vedi AsTOSIO LAIIRIOLA, /n. 11umoria de/ mani/es/O dti comunisti). 3 Ma ciò non toglie che si possano esaminare i va11taggi portati dalla proprietà colleuiva in detcrmin.ue epoche, come fecero il Maurer, il l\torg:111 e l'Engcls; e l'A. si presta all'accusa di poca obiettività, passando sotto si• lcnzio, :i. tal proposito, i contributi scientifici portati da questi scrittori.

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