Il Socialismo - Anno II - n. 10 - 10 luglio 1903

IL SOCIALISMO 1 55 RIVISTA DELLE RIVISTE SOCIALISTE ----- ' f!iviste francesi e belghe. La rivoluzione francese e il diritto operaio. Abbiamo sentito piì1 volte invoc:i.re la rivoluzione francese, specie da :marchici, come qucl\:1 che contenesse in gennc tutta la evo– luzione proletaria. Ora, Edo:udo Dolléans, nel 1lfo1111t111mt socialiste del 1 ° giu– gno, desume, con questo titolo, dal\:\ oper:1. di Germ:i.in Martin, Associatiom tmvrièrts au xv111 siède, oltre che dall'opera clas– sica del Levasseur sulla storia operai:t, i dati di fatto che confor– tano \' opinione contraria, e mantengono alla rh•oluzionc francese il suo vero car.i.ttere di rivoluzione prettamente borghese. Esisteva infatti un movimento proletario fin da prima della grande rivoluzione, e queSL'l lo combatlè con le stcr,;,se:'lrmi con cui l' :wev:t comb:ttluto h monarchia, La lotta di classe e le corporazioni fino alla Rivoluzione francese. Per ben comprendere le necessità storiche, le quali nvcvano cb.to luogo ad orgnnizznzioui di rcsistenz:i. fra i lnvoralori, bisogun !-npere il principio che dominava, nel seno delle 111,uslra11ze delle rorporazioni, sui rapporti fra i m:lcstri o padroni, e i lavoratori: l' in• tercsse dei padroni, costituenti la borghesia industrialo e manifat– turier:l di allora, era l'interesse pubblico: l'interesse degli operai appnriva sempre come contr.i.rio ali' interesse della gencraliti't. Le corporazioni erano cosa di una classe: si può dire che gli operai non vi erano :unmessi se non a titolo di figuranti: la loro presenza là dentro non serviva che n. dissimulare la lotta di classe, a dare all'interesse dei padroni un carattere di gcneraliù per tutta h corporazione di tutto un mestiere. 11 rapporto intercedente fra • maestri a e dipendenti ern un rapporto di domesticità: non vi erano tr:l loro relazioni di carat– tere giuridico, e le divergenze sulle condizioni del la\'01'0 cr ~t.no di competenza delb polizi:t. L'org:tnizznzione • paterna ,. dcli' in– dustri:t significav:t il dispotismo dei padroni, e allo stesso tempo lo celava. E di qucst:1. condizione di cose i pndroni approfilt.avauo nè pili nè meno che per sfruttare. Essi non ripar:1no l' ingiustizia dei loro diritti con l'equità della loro condott:t. L'autorità patenfa, sollecita del benessere dc' suoi subordinati, rappresentat:t a noi come propria di un età dell'oro dei lavoratori, non h:t mai C$:iStito altro che nel\' imaginazione de' suoi dipiutori. l padroni accaparr:tvano per sè il monopolio dt:l l:1voro, e si giovavano dcli' errore economico che stav'.l. :i.l fondo delle corpo– razioni, esclusiv:1mcntc :t loro profitto. La Monarchia di Francia e lo schiacciamento di classe. Di fronte a quest:t situazione che, in fatto come in diritto, mct– :eva i bvoratori :tlla mcrcè dei C!l.J>Ì delle maestranze, interveniva lo Stato a proteggere quelli contro I' onnipotcnz:i. di questi? No. ln questo il clero e l' aristocr:tzia erano solidali col terzo staio, contro il quarto staio. La classe operai:t non :J.Vev:tcsistenz:i, come tale, nè al di dentro nè :1.Idi fuori delle corporazioni. ~ell' antico diritto, ogni assemblea di lavoratori era illecita per il fatto stesso dclb sua convocazione. Dall'ordinanza del 27 gen– naio 1383, giì1 giù fino :l quella del 1670, tutte proibiscono :1.i membri delle corporazioni • di fare qualsiasi :lS$Cmblc:i tra con– fratelli di mestiere. ,. L'ordinanza di Vi\lcrs-Cottcrcts proil>isce . • ai capi delle m:testranze C loro sottoposti di fare ogni congrc- g:-i.zionco assemblea, gr:mde o .piccola, per qu:i.lunquc camm od occ:lsione, e di :tvere alcun:i. i~telligenza reciproc:i. per cose inerenti :li mestiere, sotto pena di ~onfisca ,. : e in fatto queste proibizioni, ripclutc nelle or<lin:mze di J\luuliu:. (1566), di Blois (1579), e nei n::gol:uncnti di Colbcrt, non si applica,,ano clic ai lavoranti. Si sa infatti che i capi di maestranze de!ibera\'ano validamente fra loro intorno :tgli intcrc:ssi generali delle corporazionj: e anche ali' infuori di queste, lo Stato tollerò perfino delle coalizioni nnzio– n :i.ii padronali, per combattere le ri\'endicazioni dei lavoranti, nel corso del J 700. Queste coalizioni si iniziarono d:t Bordeaux nel 17 54, e la circolare indirizzata ni capi maestranza delle altre città di– ceva: li signor Procura/ore del Re ci aiuterà CQIJ l'opera sua... / • 1 ,e misure vessatorie comro gli operai - dice il Martin non furono affatto dei casi p:lsseggcri, ma durarono tanto quanto le corpornzioni. /,' i11teressepubblico è l'interesse dei p~dru11i: qun– lumpu cosa intraprendano gli operai, i loro ntli 11011 possono essere che pregiudizievolissimi agli i11teressidello Staio, del pubblico e r/i>i capi maeslra,rza.,. Lo Stato fissa il maximum dcll::i. rimunerazione (non il mini– l)!ll,n !), ed è proibito :ti pndroni buoni di sorpass:1rlo. Ke\ 1730 i fabbricanti di dr('lppi, per :i.vere sorp:1ss.'\tOil 11111.ximum stabiltto dalle regie ordinanze ne\1:t rimuncmzionc dei lavoranti, furono sot– topost! :i. contravvenzione, e condannati a 5000 lire di :i.mmenda. Essi avev:lno mancato' alla $:Olidarietà <li classe nello sfruttamento. Il movimento di resistenza dei lavoratori. Le « compagnonnages ». n:l questo sistema finisce per scaturire il movimento di resi– stenza dei ln\'oratori, il che avviene nel corso del 1700. Questo movimento di resistenza si esplica con lo sciopero e con i tentativi di assumere il monopolio del colloc!l.mento. I motivi degli scioperi sono su per gi\1 gli stessi di quelli di oggi; per esempio, nel 1776, a Lione, per ottenere In giornat:l. di 14 ore di lavoro, invece di 16, fiss:'llc nei regolamenti. '.\fa essi restarono localizzati :i.d una città e a un mesticre 1 e non apportarono mai che miglioramenti subito riperduti. Più efficace fu l'altra azione esercitata dalle Associazioni bvo– rafrici (o compllgnommgcs): all'intesa tacita dei padroni 1 che creav:i. um specie di domnnda collettiva del l:woro, si oppOne una specie di offcrt:t collettiva, di cui l'organo naturale è b compag11ommge o sindacalo. Si ebbero persino dei boicottaggi, ordin:ui contro le botteghe dei capi maestranza che rifiutavano di servirsi degli uffici di col– locamento islituiti d:ti sindacati operai. Così si ebbero dei principì di contratto collettivo, pcrchè le compag11omwges, con la,severa disciplina intenm 1 costimivano una garanzb. di cap:i.cità degli operai inscritti. '.\l:t queste prime organizzazioni bvoratrici er :i.no dci10\i per b mancanza cli unità e solid:trictà, mancanza dovuta :tile rivalità re– ligiose: le differenze di culto creavano scissio?i permanenti e :i.cuti e sanguinosi conAitti. Della qual cosa approfittarono i p:ldroni per sostituire ufficii proprii di colloc:uncnto a quelli degli operai, e le lellere patenti del I749 e del 1781 sanzionarono questa vittoria p:tdronale. La rivoluzione francese sancisce lo schiacciamento di classe. La Rivoluzione !1.bolì le corporazioni, ostacol:lnti nel suo ulte– riore sviluppo l'economia borghese, J.•Crchè non 1,errnettcvano la industria su larga scala e la liber:t concorre1~z:t 1 ma non toccò nulb dell'antico diritto anti-proletario. Già il 14 ottobre del 1789, l'anno de1la Bastigli:1.,il progetto di legge Mirabe:m ricons:tcrnva il diritto pubblico monarchico, proibendo espressamente • ogni a!.Semblea illecit:i. », e le due pe– tizioni padronali del 1790 (31 marzo e 12 rnnggio) domandano lo 1 scioglimento delle eo111pag11om,ages • che sono Mntc sempre considerate come illecilf, e come fali .sempre proibite. »

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