Il Socialismo - Anno II - n. 10 - 10 luglio 1903

ROMA, I o LUGLIO I 903 N. IO. IL. SOCIALISMO /2.lV Rivistaqoioòicinaleòiretta da ENRICO FERRI /2.lV .,lBBONAMENTJ. - lTA1.1A: Anno L. 5- Semestre L. ~,SO I SI PUBBLICA I Perla Oireiionee RedadOne rivolcerai all'on. prof. EN1t1co Xs-Tuo: A~: 0 n~;:! ~e~;:~~• L. 3 ~ 5 • il 10 ed il 25 d'ogni mese ~::~;~!:~;s.:,::::c:;~i:~.':~:: ~~:;.n~!: 1 ~:;~ 0 5 n 7 • ATTUALITÀ, POLITICA Di un criterio s ciologico dellap litica socialista ' La nora Lulminanrc del secolo xix (11 b forma– zione di due nuovi fattori Jclb vita ~ocbic: l'asso– ci;trsi della scienza al lavoro, e lo estendersi dello sperimentalismo dalle scienze naturali alle scienze morali e sociali. L'associarsi della scienza :ti lavoro signifì-.:() l'ap– plicazione dei processi meccanici alla produzione industriak-, l'industrializzazione dcll' agricoltura mc– di:mte la .fertilizzazione chimica del terreno, l' intro– duzione del vapore e poi dell'clettricit?t nello scam– bio dei prodotti dell'industria e della terra. La scienza, che era stata sino ad allora un escr– ~izio delle mc11tj, noto ad una ristretta ccr(hia di uomini, penetrava ora ncll 1 ingran:1ggio medesimo della produzione e dello ,scambio della ricchezza, e trasforma,·a il lavoro da triste retaggio della schia– vitìt in forza centrale della ci,·ilt?t. Il kworo, non soltanto centuplica,·a, cOsì, b pro– pria energia produtti,·a, ma conquistava la pil.1 alta dignit.\ sociale. La .:entuplicazione della çnergia produttiva del l:1,·oro rendeva inutile il dolore umano, toglic,·:t ogni .:ausa alla miseria, infrangeva la filosofia del sacri– ficio, la filosofia di Cristo. Dal momento che il la– voro, avendo a suo servizio i meravigliosi strumenti ~hc la scienza gli crea, non produce pili così poca rk– chezza da non bastare che agli agi di pochi - ma 1, in grado di produrre tanta ricchezza da bastare agli :tgi di rutti, il Paradiso è sulla terra: non si tratta pii, che di conquistarlo. L'assorgere del laYoro alla piè, alta dignità so– ciale - come forza centrale della civilt,\ - signi– lÌ(a,·a una enorme trasformazione nel modo di con– cepirlo e di sentirlo: non più fatica di muscoli data senza luce.;'d'idea, e di generazione in gener:tzione trasmessa come stigmate d'inferiorità, come erc:dità 1 Per :issoluta m:rncanza di :,.pazio,vo.lendo lasciare gran parte di questo fascicolo alla illustrazione deUe varie forme di azione del 1):mito socialista h.'tlesco, e- della su:\ trionfale "ittori:\, abbiamo dO\'Uto spen:ltt quer,;to articolo in due p:mi; e co!-Ì nel prossimo fascicolo uscirà la secon\b p:1.rtedove -.on tr.ine le applic.'lzioni della teorica genera.le qui svolta :li giuoco dei partiti politici in genere, dei pa1titi lihcmli e radicali, e del p:lrtito socialist:1 in specie. (N. d. R.). di aolore, come dcstin di servaggio - ma lieto e nobile tributo dato alla socict;\ per i bisogni sociali, a cui corrisponde il tributo sociale al soddisfaci– mt·nto dei bisogni individuali. Cioè, di fronte al b– voratore non sta pi,, il padronç, ma la società : egli non lavor:t pil.1 per il padrone, ma per la societ;ì. Le sLil'nze morali e sociali trasformate sin cb1\lc r"ndatltenta per il metodo sperimentale ad esse esteso dalle scienze naturali, costituirnno l'altro fattore nuo,·o della vira sociale: e come la nascita, così lo sviluppo e lo spirito delle rinno,·cllate scienze, combacia,·ano 111ir:1bilrnentecon tutte le trasformazioni avvenute in virtlt dell'associarsi della scienza al lavoro. .. I.a mente umana, abituata a ,·edere tutte LOsc fi. nitc, ha una materiale impossibilit.i :1 farsi un'idea dcli' i11finit0: noi possiamo affondare il nostro sguardo nel ciclo, possiamo compiere tutti gli sforzi della in– telligenza, per immaginarci che il ciclo non ha fine, ma non riusciamo mai in immaginazione siffatta, e ve– diamo pur sempre dei confini - come delle enormi pareti di una enorme scatola che racchiuda tutto quanto l'occhio abbraccia e la mente immagina; e al di l:i di questa scatola, noi ne possiamo fantasiarc un'altra pili grande ancora che racchiuda la prima, e cosi via, sino :1. perderci la testa, - ma <.IL-i confini, dei termini, noi abbiamo sempre il bisogno. di met– terne. Questa relnt.ivitàddln ro11oscmzn si• manifesta in tutti i campi su cui si esercita il nostro intdletto. lo così che soltanto con llll grande sforzo della intelligenza noi arriyiamo a concepire la straordi– naria grandiosit,i degli effetti dei due fattori nuovi della vita sociale. Noi infatti non ne ,·celiamo che talune manifestazioni rare, imprecise e incomplete, e, soprattutto, tali, che non rivelano il nesso inte– riore ch'è tra loro, l'unir,\ causale che le produce - e non offrono quindi nessuna esperienza natur:tlc da cui tutti sien fatti capaci ad intendere. I fattori nuovi della civiltà sono ben lungi dal– l'avere raggiunto un grado di sviluppo cosi grande, da dominare per sè e di sè la vita sociale. Essi non sono ancora tanto forti da avere imposto e da im– porre alla struttura economica e all'anima collettiva spiriti e forme alla propria natura dicevoli. Hanno invece subìto e subiscono il comando degli spiriti e delle forme preesistenti, che tengono ancora il campo: ma se tengono ancora il campo, non è nella loro Vedere nell'ultima pagina gli abbonamenticumulativi.

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