Il Socialismo - Anno II - n. 7 - 25 maggio 1903

IL SOCIALISMO 103 Cosi egli annovera fra gli eccessivamente adiposi: \·ictor 1lugo, Renan, Sue, Maupassant, Flaubert, Gauthier, Sarcey, Jamin, Rossini che non poteva vedere i propri piedi tanto era grasso, Balzac cui tre persone con le mani unite potevan appena abbracciare la cinta. A nostra volta ricordiamo la 'ben più. lunga lista di geni magrissimi: Erasmo, Pascal, Keplero, Voltaire, di cui dicevasi che il corpo non era più. che un lieve quasi trasparente inviluppo attraverso al quale potevasi quasi vedere l'anima e il genio. Giotto che nel fior degli anni era di una magrezza eccessiva. Se poi veniamo a esaminare la capacità cranica e lo sviluppo cerebrale, vediamo che la maggioranza dei geni; Volta, Petrarca, Kant, Cuvier, Tacheray ebbero capacità grandi e il Lebon nella media di 26 crani fran– cesi geniali trovò una capacità di cm. 1532, superiore dunque di quasi cm. 200 e più alla media. Non pochi però ebbero scarsa capacità come Rasori, Descartes, Foscolo, Tissot, G. Reni, Hoffmam, Schumann, e su 12 cervelli di grandi tedeschi, studiati da \Vagner, 8 avevano o alte o bassissime capacità craniche, come Bollinger 1207, Liebig 1352, ecc. • E mentre si credette che il maggiore sviluppo delle circonvoluzioni cerebrali e la bellezza simmetrica della faccia fosserO caratteri generali degli uomini di genio, in– vece qualche volta essi presentavano straordinarie atrofie del cervello come in Bertillon, Gambetta. Liebig - o anomalie ataviche, senza dire delle meningiti di Grossi, Donizetti, ecc. - E cosi alla bellezza della fisionomia e all'armonia delle forme craniane celebrate come caratteri del genio in Helmet, Dante, Schaupenhauer contra– stanole enormi anomalie ataviche.di Nobili, Minel, Skoda, che arrivano fino all'aspetto cretinoso. Al gran filoneismo 1 che è il carattere più generale e la base del genio creativo si contrappone il frequente misoneismo che ne fa i pill terribili ostacoli ai pro– gressi sorti nel loro tempo. - Napoleone che respinse il vapore. Richelieu che mandò all'ospedale dei pazzi il suo primo scopritore, Bacone, che irrise a Copernico, Galileo che dopo aver scoperto il peso dell'aria, ne– gava la sua pressione sui liquidi, Laplace che nega i metercoliti, Voltaire che non crede ai fossili, Darwin e \Vunclt che irridono ali' ipnotismo come Wirchow, che irride alle immunizzazioni dei sieri, al Darwinismo e ali' antropologia criminale. Ma vi sono altri fenomeni più importanti ancora per la nostra quistione: sono i fenomeni, ora di ane– stesia, ora di iperestesia e soprattutto di ritardo o di celerità eccessiva nell'equazione personale. Mentre 8 sopra 11 dei geni da me studiati, hanno un'equazione molto piì.t lenta della media, uno solo rappresentava una cifra media e due diedero un minimum del tempo di equazione personale all'attenzione ordinaria. In nove artisti, sotto il comando di massima attenzione, si ebbe una notevole diminuzione, che, però non scendeva sotto alla media; in quattro biologi, questa diminuzione non si notò, mentre uno diede brevi esperienze dell'oscil– lazione individuale, gli altri otto, specialmente artisti, diedero un coefficiente fin doppio e più del primo. Nei quali pure il s,uggerimento cli massima attenzione pro– vocò una diminuzione notevole, quasi della metà. Ma qùesto coefficiente sotto il suggerimento di massima attenzione, mentre nei biologi non si abbrevia che di pochi millesimi di secondi, da 3 o 4, negli artisti varia quasi del doppio ·30 a 16, 24 a 15, e ciò per la vista. Quanto all'udito l'equazione personale presenta la massima velocità in tre, ma molta lentezza in sei. L'amnesia è anche frequentissima nei geni. Newton caricò un giorno la pipa col ~ito della nipotina; Tu- 1 Ffiolleismo C: l'amore, la passione, per le cose nuove. Come 1niso– •uismo, che vuol dire paura e avversione ;illc cose nuove, è un termine rnolto felice costruito da Lombroso con radici greche, ed entrato subito 11d linguaggio: il che ~ignifica che di queste parolç c'era bisogno, e che esse colmarono una l:icuna delb no~trn lingua. (N. d. R.). cherel dimenticò una volta il proprio nome. Il vesco\·o di Munster vedendo alla porta della sua anticamera un biglietto con scritto sopra: « Il padrone dì casa è uscito», aspettò il suo proprio ritorno, ecc. Non meno frequente è in questi l'iperestesia. :Musset, Goncourt, Flaubert, avevano una finezza di percezione così acuta che il rumore delle vie e ~!elle campane erano loro insopportabili e Beaudelaire percepiva nelle stoffe l'odore delle donne. Il pittore Francia morì di gioja alla vista di un quadro di Raffaello ecc. \Vil– liam Thager nel Forum tentò dimostrare come già io avevo fatto, con nuovi documenti, la grande longevità. dei geni anglo-sassoni cli un secolo, dal 1800 al 1900; ma egli pure dimostrò la precoce mortalità di alcuni poeti; trovò che in 46 poeti si ha una vita media di 66 anni. Però 9 morirono giovani cli 37 a 28. Kints 26, Byron 37, Leopardi 39, Poe 40. In 39 pittori e scultori la media è di 66; però uno morì giovane, Fortuny a 30 anni. Di 30 musicisti la media è di 62 anni, Auber morì a 89 anni, Verdi 86, Spontini in a 77. Ma quattro mori– rono giovani; Bellini, Bizet, Schubert e Mendelssohn. E nei geni troviamo da una parte un'attività psichica esagerata alla più tarda età. Humboldt a So anni, Goethe a 81 anni scrisse il Faust e così il Verdi, Linneo e Bismarck; dal!' altra parte Beccaria cessa di lavorare a 32 anni, ecc. E molti lasciano lavori incompleti, come Leonardo da Vinci, Flaubert, per lentezza nel com– porli. La precocità an·ch' essa è speciale al genio: Dante manifestò il suo genio a 9 anni ; Mozart a 6 ; il Tasso a 10; Comnte e Pascal a 13 anni. Ma non mancano però le genialità tarde: Alfieri, \.Vren, Volta, Humboldt, Gustave Flaubert, Il Dome– nicano, che i compagni chiamavano il Gran Bue, ecc. La maggior parte dei grandi pensatori, specialmente storici, filosofi ed anche letterati avévano un vero or– rore per la musica. Johnson, Caterina· Jl e V. Hugo lo dicevano: « il meno spiacevole dei rumori». Na– poleone preferiva la musica più. stupida. Mealbouroug s'eu va. eu guerre e diçeva che la musica gli tormen– tava i nervi, e così Zola, Gambetta, Goncourt che ar– ricciavano il naso quando vedevano aprire il piano. Fon– tenelle disse che non comprendeva quattro cose: il mondo, le donne, la musica· e i saltatori. Ma a tutti questi odiatori di musica opponiamo Ari– stotile, che fa della musica il pernio del!' educazione morale. Musset che dice: « E' la musica che mi fa cre– dere in Dio ». Nell'Uomo di genio dimostrai quanto Alfieri fosse sensibile alla musica. Coleridg diceva che « la musica lo rinfrescava». Sidney, Smith: « Ogni suonatore è un uomo felice». Darwin amava la mu .. sica e così Elliot e Kemble, ecc. Carlyl-e diceva che: « la musica è la lingua degli Angeli ». « Molti luoghi de'lla Commedia, scrive Graf, mostrano che Dante ebbe squisito senso musicale e così Petrarca, che l'armonia di liuti, canti e suoni ra– pivano fuor di sè stesso ». « Metastasio non solo com– poneva, ma cantava i suoi versi». Noi vediamo da tutti i caratteri dei geni, dalla sta– tura fino ali' equazione personale, al senso musicale, ecc., che pure persistendovi un certo andazzo costante, non mancano per eccezione linee in senso perfettamente op-· posto, come accade appunto nel!' epilessia, in cui si notano gli estremi opposti di statura, di capacità era-: nica, energia intellettuale e sensoria, pure essendovi una maggioranza che ha statura piccola submicroce– falia, ottusità sensoria ed intellettuale. Questa strana differenza del genio dell'uomo me– dio, spiega più di tutto l'infelicità e l'insuccesso del genio. Sono così organicamente differenti dagli altri

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