Il Socialismo - Anno II - n. 5 - 25 aprile 1903

IL SOCIALISMO 7 I I•: in che consiste adunquc. in massima. la diITerenza tra i tempi primitivi e i tempi .così detti storici? E' invero impossibile di costruire a questo riguardo una differenza qualitativa. Se anche i rapporti degli uomini tra di loro. e degli uomini con la natura, sono divenuti più complessi, perciò non è punto sorto un elemento nuovo ed efficace. L'uomo primiti\'O non si distingue dall'uomo civilizzato, per così dire, che gradualmente. Kon si può escludere, che, dopo altre migliaia di anni, i posteri non qualifichino il nostro stato di cul– tura, come primitivo e selvaggio. I critéri per la di– versità tra lo stato primitivo e quello di cultura non sono meno relativi e soggetti,·i, di quelli che si hanno per la solita riparti~ione dei tempi storici in tempi an– tichi, medioevo e ten1pi moderni. E perciò la introie– zione dei fenomeni psichici nella serie delle casualità è così poco necessaria pei tempi storici come pe'i pri– mitivi. Lo sviluppo dei fatti storici esteriori si spiega per– ciò come fenomeno cli adattamento, senza riguardo alla volontà cons'apevole. Sarebbe poi ·un altro c6m– pito l'esporre lo sviluppo delle nostre abitudini cli pensiero e delle idee, come fenomeni cli adattamento all'ambiente. e tra cli loro. È vero che esiste un parallelismo tra i fatti este– riori dello sviluppo economico, politico, ccc. (e cli quello delle istituzioni giuridiche) da una parte, e le idee dall' altra. Però né queste possono riguardarsi come causa di quelli, nè viceversa, perché ambidue non sono che lati diversi del medesimo sviluppo, se– condo che gli stessi fenomeni si considerino nei loro rapporti col mondo esteriore o col mondo psichico. Esaminando in questo modo gli avvenimenti storici dobbiamo eSJ)rimerci all'incirca così ; se indaghiamo la dipendenza d'un uomo o d'un gruppo di uomini eia altri uomini o dai fatti della natura esteriore, allora facciamo della storia politica, economica, ecc.; se in– vece indaghiamo, co1ne gli avvenimenti politici, eco– nomici ecc. si rispecchino nella coscienza clegll uomini, facciamo la storia delle idee. Non si può disconoscere, che la divisione netta e precisa dei rapporti cli dipendenza incontri nella storia grandi difficoltà prodotte dai pregiudizi. Una delle difficoltà, cli cui abbiamo fatto già cenno, risulta dal– ! 'oggetto della indagine storica, cioè dall'uomo, e ci trattiene purtroppo entro l'orbita delle causalità psi– chiche. L'altra risulta dal metodo necessario delle indagini storiche, cioè dalla natura delle nostre fonti. Perchè gli avvenimenti del passato, che lo storico ha da investigare e da descrivere, non sono accessi– bili ai suoi sensi, come quelli che descrive il fisico, e non possono essere ripetuti arbitrariamente. Arrivano a lui appena a mezzo della descrizione fatta eia altri, che però non gli mettono a disposizione che le di– pendenze psichiche parallele. E così accade·facilmentc che gli apparisca causa ciò che dovrebbe essere sin– tomo. Queste due difficoltà hanno tratto il metodo storico in una confusione metafisica pressochè impe– netrabile e lo hanno distolto dai punti cli vista realisti. Soltanto quando si fu costretti, per compendiare le os– servazioni storiche, ad allontanarsi dalla lettera delle fonti e a metter da banda la parte soggettiva, soltanto allora si potè parlare di primi inizii cli un metodo sto– rico scientifico, nel senso delle altre scienze. Se la volontà cosciente deve essere strappata dalla serie causale e soltanto venir considerata quale sintomo concomitante, fa d'uopo cercare, come fu già accen• nato, un'altra combinazione dei fenomeni, la qunle, sebbene provvisoria nel senso della causalità fisica, pure corrisponda alle esigenze del metodo biologico. Questo metodo è l'evoluzionistico, tanto se l'adatta– mento è diretto quanto se è indiretto, per la lotta per l'esistenza. Questo metodo deve modificare dovunque 1· esposizione tradizionale dei fatti. Per esempio, si dice che « l'agricoltura è la forma superiore di produzione, la premessa di ogni civiltà superiore, e perciò essa fu adottata da numerosi popoli ». Ciò è semplicemente falso. Perchè da MEITZEX e eia altri scrittori fu <limo~ strato che soltanto gli allevatori di bestiame, i quali non potevano procacciarsi il loro sostentamento col modo di produzione finora seguìto, sono passati ali' agricol– tura. Per cui devesi conchiudere: « allevatori di be– stiame, che 11011 poterono continuare il modo di pro– duzione fino allora seguìto, o sono andati in rovina per mancanza di nutrimento o son passati alla cultura dei campi. Questi ultimi sopravvissero e presso una parte di. loro potè svilupparsi una civiltà superiore>>. La suc– cessione dei singoli stadi non è, per citare le parole di MACH, « esatta senza eccezione»; o, come dice VAC– CARO: << sono aspri e tortuosi i sentieri, lungo i quali i · popoli ora avanzano, ora si fermano, ora rinculano, ecc. »; Perciò possono essere false tutte le deduzioni tratte da una tendenza universale dello sviluppo al caso singolo, e soltanto il pregiudizio della logica ci induc.e a com– mettere tali errori, per cui la storia \·ien p·osta sopra un letto cli Proeuste e schem:itizzata. In questo modo non ci avvkiniamo alla verità, ma cc ne allontaniamo, in omaggio a quel pregiudizio. In quale modo, da chi e per chi vien combattuta la lotta per l'esistenza degli uomini? Vale anche per gli uomini, s~bbene in minor grado che per la maggior parte degli animali, che, se avesse dominio illimitato la progressione naturale geometrica della propagazione, nessuna regione della terra sarebbe in grado di ali– mentare ciò che vien procreato. Anche quì la quantità di cibo esistente determina i' estremo limite della pro– pagazione, e, come fra gli altri espose il VACCARO,la lotta dell' uomo con le specie vegetali e colle altre spe– cie animali ha ora"una importanza apparentemente in– feriore: ma, quanto più indietro si \'a, tanto più si rivela evidente e diretta. ì\Ia anche gli altri momenti che vengono fatti risaltare eia DA•RWIN, cosi, ad esempio i periodi cli estremo rigore e siccità che si ripetono, la necessità clall' ammassarsi di una specie nello stesso luogo, hanno in tempi diversi importanza anche per gli uomini. Anche l'osservazione generale di DARWIN che è pili dura e pili accanita la lotta tra gli individui e le varietà cli una stessa specie, si manifesta nello svi– luppo degli uomini. E tanto più qui, perchè l'uomo è essere più sviluppato e perciò respinge sempre più i suoi av\·ersari 11011 appartenenti alla specie umana, mentre ogni pezzo di terra guadagnato alla natura diventa il terreno cli lotta degli uomini tra loro. Dunque si deve prendere in considerazione, nell'os– servare l'evoluzione umana, eia una parte la lotta con la natura esteriore e dall'altra la lotta degli uomini tra di loro. La lotta con la natura è· il lrrvoro e di pili l'oggetto della storia economica; la lotta degli uomini tra di loro è la politica e l'oggetto délla storia politica nel più vasto senso della parola. · Dott. L. M. Hartmann Libtro doct11lt al/a U11ivtrsità di Vienna. I patriarchi·del Socialismo lii. TOMMASO MONZER. (Torturato e dec:i.pilato nel 1525) È tedesco il primo m:mifesto comunist:i., come l'ultimo, quello che concreta e conclude, firm:uo da C:irlo .:\larx e d:i. Federico Engcls, il programma ferreo s:ilito su dalle masse l:woratrici e di– sciplina la organizz:.zione prolct:1ri:-t universale.

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