Il Socialismo - Anno II - n. 5 - 25 aprile 1903

IL SOCIALISMO il fatto che sotto il comando cli un solo si muovono vere g-reggi cli operai nullatenenti. Sicchè nel contratto di Ìavoro troviamo due termini. due Volontà che costi– tuiscono le bilatcràlità di esso: da un lato quella di un solo, di'.1!11altro quella convergcntt: cli più la,·ora– tori. La. rappresentanza collettiva del lavoratore, è dunque la conseguenza dcli' esistenza d'una reale col– lettività cli subbietti contraenti di fronte ad un solo padrone. Ma l'imprenditore costituisce da sè solo l'altro subbietto ciel contratto. , I.a sua volontà non ha bi:-ogno cli essere integrata con la ,·olontà di altri subbieui i quali restano estra– nei al contratto di lavoro in cui egli si obbliga ed obbliga nell'ambito della sua oflìcina. L'associazione tra i padroni non può mirare perciò ad altro che ad impedire l:l. libera contr:11tazionc ciel lavoro. Ed il presente progetto, come abbiamo detto, deve proporsi precisa1ncntc l'obbiettivo cli garentire la più libera con– venzione industriale. La rappresentanza dei padroni, implica un concetto di collettività che urta contro l'ù1di– ':.lid11nlità del subbietto che rappresenta il capitale, e che trova riscontro soltanto nella pluralità del sub– bietto che rappresenta il lavoro. Per queste conside– razioni economico-giuridiche mentre de,·e essere accolta la rappresentanza legale dei sindacati operai, deve es– sere respinta quella dei sindacati padronali, che è con– traria allo spirito stesso della legge. L'art. 9 deve essere assoggettato perciò ad una ra– dicale riforma. In alcuni casi il contratto di lavoro può bensì es-· sere i11di21idflnle (lavoro a domicilio, ecc.} e i beneficii dell'odierno progetto vanno applicati ad esso nella stessa misura. Ma la legge deve tendere a costituire so;>rattutto un ordinamento liberale delle nostre officine, delle nostre fabbriche, delle nostre miniere, elci nostri opificii, dei nostri stabilimenti i11clustriali in generale. Quindi tutte le volte clte si trai/a. di prestare lnvoro ùt co1111111e. la legge deve statuire le norme della stipulazione collcttiz:a obbligatoria. Kci abbiamo infatti ,·eduto che la stipu– lazione collettfr.1a discende dalla natura economica stessa del contratto, inteso come compra-vendita di lavoro. L'av<::re precisato l'indole economico-giuridica esatta elci contratto di lavoro ci ha messo in grado di vedere, con logica rigorosa e deduttiva, come e perchè esso sia di natura collettiva, ma cl ha anche mostrato come tale natura escluda la costituzione in ente morale elci la,·oratori contraenti. · L-i pressione collettiva sull'indirizzo della industria scemerebbe d'ogni efficacia. Il padrone sarebbe il solo beneficato dalla legge! Essa gli gioverebbe a isolare in gruppi d'interessi particolari i suoi clipcndcnli ope– rai. La diversità dei loro contratti individuali rompe– rebbe l'unità .~iuridica della loro azione contrattuale ci,·ile. È questo l'intento del legislatore? Se è questo, bi– sogna pur dire che sotto i veli d'Iside della legisla– zione socinle si nasconde ancora una volta il cocco– drillo borghese. Enrico Leone. RISPOSTAALLE CRITICHEDI G. BANG Xci s,.,,ia/ism(I del 25 m:i.rzo Gust:i.vo B: i.ng in rispo~ta :il mio Mudiosul lavorò delle donne e dei fonciulH sostiene che con le niie :-te,,;c cifre si può :'lrriv!lre :i.Ile conclusioni contrnric, e non si può poi in nessun modo provare che i p.'lesi dove si l:wora dì più sono quelli nei quali si muore di più. 10 Pcrchè nelle mie cifre son messi insieme i p:i.csidcli' Italia SCltcntrionalc et.in <iuelli dcli' Italia meridionale, non eonfront:1bili, J>Crchèncll' h:1\ia meridionale c'è la ,uab.ria che c:;conccrt:\ ogni dato sulla morl:llit?i.. Ora a p:i.r1equello che dimostrerò in seguito, che non in tutta l'Italia meridionale la malaria infierisce in modo così ctiS!lstroso,osservo che io non ho fatto cenno nella mi:i. stati– stic.'l di alcun paese della Basilic:i.tae della Puglia, le due contrnde dcli' Italia çontinentale in cui la m:ilaria infierisce di più; inoltre non :i.Itererebbe in :1lcunmodo le mie conclusioni, il togliere :mcorn, se si volesse, le due provincie della S:1rdegn:1che danno il m:issimo di (u11i i m:i.lanni di ogni genere. )1:i., a p:i.rte questo, se l'Italia meridion:i.le è così tormcnt:i.ta dall:i. m: tb.ri: i, :iltre malattie però sono ad CSS.'lcomplet:uncnte sco– nosciuta, l:l pclfogr:i. per es., che miete t:i.nte vittime nell'Italia scttentrion:ile, e che oltre a mieterle le diss.•mgu:t, e induce in esse dei fonomeni nervosi e dcgcner:iti\•i pilt terribili :iss:i.i della mal:i.ri: l. E in numero ass:i.iminore che da noi miete vittime, nell'Italia meridionale, la tubercolosi, come dim ostr:i.no le scguenai cifre tohe dalb St:l.tistic.'ldellec.'lusadi morte dell':i.nno 1899 -(Rom:-t 1901). Prospetto n. 7, p:l.g. XXII, XXIII, XXIV. )lc,rti nel 1 99 [="•'••i I P,11,grn proror.tionMi a 100.000 :1bi1:inti Malaria 11clle Rt-gic,11i ----·-- , ___ , ___ ()iemonte ., 183 Liguri:\. 23S I .o;nb:irdia. 217 25 Veneto . 9 191 38 Emili!l 9 190 33 Toscau:i.. 8 216 8 .\1:trche . 151 23 Umbri:i.. 145 28 L:u:io. 44 208 Abruzzi e ,\lolise . 27 16o Cmnp:mi:i.. 26 169 Puglic :j 75 184 Basilic:ua 107 C:l.bbri:i.. 70 I· 107 Sicilia :I 78 131 Sardegna 276 182 Eliminata questa prim:i. obbiezione passo all'altra molto più grave. 2° R:i.ggruppando i miei dati sul numero delle donne e bambini occupati nelle fabbriche, nell' lt:ili:i. settentrionale e centrale, egli trova che, a p!lrità di condizioni, i _paesi in cui il numero dei bambini e donne impiegati supera il 50 °fo, d:i.nno una mortalità m:l.ggioredi quelli in cui la med.i!ldei lavoratori è minore del 50 °fo. Questo è vero, e so110 St:\l:\ io b. prim:i a riconoscerlo nel seguito dello stesso articolo (pag. 39 l) ed ho messo il fauo in piena luce con cifre e con grnfiche, b.'lSatenon solo sulle cifre dcli' Italia settcnlrionale e ceutrnle, ma anche :i.ggiungendovi quelle dcli' Italia meridion:i.le: nè io infaiti ho mai voluto sostenere che il bvoro sia innocuo anzi f:worevole alla sahne delle donne o elci b:imbini e ne:inche :i quelb. degli uomini. Io ho voluto sostenere che è molto meno nociYo di <1uelloche :ibitualmente si crcoe e che, contr:tri:t– mcnte :i qu:into è moda sostenere, il l~voro modcrat:i.men te esteso è favorevole sotto tutti i r:ipporti ali!\ popol:izione, in r.i.gione - io penso - della m:iggiore agiatezza che \'i introduce. Esso divent:., dan– noso qu:i.ndo si estende a un:i. cifra che io ho fi<tS:i.tomolto pil, b:iss:i. del 50 °fo oppost:tmi dal mio contrndittorc, come ho esposto (\·cdi numeri e grafiche nel numero 24 del Sodalismo, 10 fcb– br:-tio 1903).

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