Il Socialismo - Anno II - n. 2 - 10 marzo 1903

IL SOCIALISMO 31 :\la non è tutto oro quello-che riluce, e la st:unp..'l socialis;a e repubblicana I avrebbe dovuto subo<lorarlo <lai plauso che alh cir– colare del Ministro è vc1rnto d3i giornali pili conservatori, a co– minciare dal Cior11nù d'Italia, dal Popo/q Romano, dal Cor,ùre tldla Sera. Innanzi tulto è certo che una concezione della morale indivi– du:t e sociale, quale è quella di ;\lm:zini, è tutt'altro che in con– llilto con gli interessi della borghesia, e con la filosofi:1.borghese. Qn:mdo il G'.ior11ale ,f Italia, che oltre ad essere l'organo massimo dcll:\ forc.'lioleria sonnini:mn e pellouxi:mn, ha sempre menato una inintcrroua ed acre campagna contro l'on. Nasi - qu:mdo il Cùw- 110/ed'Italia (n. 68), approvando la circolare :\'asi, dice che • il libro dei Doveri è b pr~test:i. più euergic:t e possente contro il m:ueri:tlismo, cioè contra il culto degli interessi, ed è l':i.ntitcsi della dottrin:i. dell:t lotta di cl:i.sse•, e che questo è • l'aspetto soslan:.iale delb dottrin:t di i\l:\ztini nei Doveri •, il Giornale d'Italia ha per– fctt:lmcnte r:.gione. Ed avev:i. pur ragione il Ct1rritrt dtlla Stra (n. 66) <1u:1.udo diccv:i. che • nel libro di Mazzini ne rivive tuu:1 1111:1. domina soci:ilc e religios..'l,che csah:i. Dio, b Patri:i, la Fami– glia, e che a taluno sembrerà :mchc troppo conservatrice •. È vero che quel dio, quel dio lì, è quello speciale di l\lazzini, ma quanti ,;ono, nel p:iese e ncll:i..scuola, uomini cap:i.ci :t distinguerlo d:i quell':iltro .. dio-gend:irmc • t:into comodo a lor signori?! E poi - vi dicono - in un modo o in un ahro è sempre Dio, e quindi .\l:i.zzini st:i.contro di voi. Tultavi:i., c'era nncor:i. qu:i.lcosa che dava al naso. E :i.Horn nnno alle forbici, e l'hanno levato! Ecco come finisce la corrispondenza da Roma :li Corriere della Stra: • La pilbblic:i.zione dell'edizione presente colla raC"comandatione che ne vien fo.ttn come libro di testo morale, dispiacera forse sol– l:tnto ai soci:tlisti che li combatte, ed :ii repubbliC! l.ni intransigenti, per le brevi sopprtssùmi i11/rod1f/le là dovt mm veniva alterala la· rco110111iadel lavoro (!) e divenute pressochè inutili (!) come l'af– ermazione che la Repubblic.'l è il solo Vo\'eruo possibile •. Vn'edizione purgata, dunque, come pel Dcca11wwu di mes– ,-cr Giovanni Bocc.'lccio ! La legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli a libito del ministro. Cominuiamo a registrare la dolorosa istoria delle riforme SO· ci:\\i, che non snrà più J)Ossibile quando l'ulteriore sviluppo delb ci\'iltà ind1. 1stri:i.le in Italia avrà creato le condizioni di fatto con CU! a\'r:lnno rispondeuzn le volont:l del proletariato e ciel l':i.rtito SO· cialista. Il regolamento per la legge sul lavoro delle donnè e dei fon. ciulli, che è uscito or:t, cun tre seuimane cli rit:trdo dal termine di legge, contiene un articolo 26 che d:l facoltà al Ministro ciel– i' .\gricoltura di prorogare - cioè sospendere - l'applicazione della legge per un tempo non superiore :ii due anni! L'arrogarsi quest:i. facoltà per parte del Ministro, costituisce un'enorme inv:idenza del potere eseculivo sul potere legisbtivo, contraria alle leggi fondament:tli del Diritto pubblico e dello Stato. L'on. Turati h:i. present!ltO in proposito una interpell:inza che rec:l le firme :i.oche di :ihri deput:lti socialisti. 1 .\lcntrc stiamo mcttc11do in 1nacchina ci arriva l' llalùi del PojoW del 10 corr., rcc:intc u11;1 lem:rn di Arcangelo Ghisleri, che richiama l'atten• i.ione sulla stessa notiiia d:1 noi riprodoua, del Co,-rien della ~Yn, e noi:i. che • il Governo della l\lonarchi:t ha avuto b felicità di uovarsi offerta la edh:.io11ejttrgala niente 111e110 che dalla Com1ninionc editrice delle opere di .\lauini, e cioè d:il signor Erncstl) Nadi:in ! •· Oh, ~fassoncria ! VARIETÀ DELLA CRONACA INTERNAZIONAL Un\:~s::: 0 ~i 1 ;~:!:~•:. 0 ·c:il!:;~:~::c:'.'.·~ ~r ~: :: :.- 1 :· 1-;- p~:::}cdt;:::.: Il culto per le spese miliiari e l'opinione di chi deve fare il sold:,to. Ieri visit:ii il vicino m:tnicomio. li direttore, :issai cortese, mi condusse attrnverso le sale, le celle, i gi:i.rdini, - in metzo a quell:t l:i.crimevoh: popolazione di imbecilli, di epilettici, di idioti, di dementi, di alcoolici 1 di deli1:m1i, che vi stringono il cuore e che vi dimostr:ino, una voha di più, l'esistenza della Divin:l Prov– videnza... D!lvanti !l una porta chiusa a doppio giro la mia guida si fe1mò all'improvviso. •- Volete vedere il p:i.zzo piì1 interess:inte di tutto lo stabili– mento? - mi· chiese a b:t.s!tavoce. - Ì:: pericoloso? - risposi senza troppo entusiasmo. - Pericolosissimo in certi momenti. Egli è capace di mass.'\• crare e di uccidere. L'ahro giorno ha S\':lligi:lto tuua una camerata con l!l seus!l che uno dei mabti non gli voleva restituire dieci centesimi ... ma oggi è tranquillo e lo si può visitare senz:t pe– ricolo. - Che forma di malania ha? -· Ì:: un degenerato con idee meg:ilom:ini di grandezza .. Del resto, vedrete . E entr:tmmo. Cn uomo, ancor giov:tnc, St:lva seduto din:inzi a un tavolo coperto di libri, di carte, di disegni, di musica e persino di creta destinat:i, senz:i. dubbio, a prep:lrarc dei modelli di figurine. Al?.ò :ippena la testa, al nostro entrnre; poi la ricacciò nelle sue carte. l.ntorno intorno, al muro, erano :i.unccati dei brandelli tli vestiti, dei cenci, degli stracci, dei giomali, - di cui non mi spiegavo l'uso ... Finalmente riuscimmo :i. farlo parl:ire. Il direttore del m:i.– nicomio m':lveva già pre\•enuto che il m:ll:ito discendeva da una famiglia di tisici e di degenerati; egli :ivev:l impresse nel viso, in– fatti, non poche di quelle stigm:ite che gli alienisti chiam:i.nu • stigm:tte di degenernzione • e un:-tdelle sue braccia - il braccio sinistro, credo - era leggermente rnttratto per un fenomeno cli patologi:.. nervos:i. !.'individuo parlò d:ipprima :issai sens.'l.t:imente; poi, le idee deliranti che ne face\•:ino un pazzo, scoppi:irono a un tratto: - Io sono pittore, scultore, poeta, musico, letterato e balle– rino - egli disse. - Ecco qui le mie st:itue. Ecco le mie poesie e le mie opere musicali premi:i.te con la grande med:iglia d'oro dell 'Acc:i.dcmi :i. di Berlino; ceco i miei disegni; ecco i miei quadri, che hanno avuto l'onore di essere st :i.ti presentati al pubblico in una Esposizione speciale. E il povero p:-tzzo si animava e, gesticolando, ci mostr:i.va i suoi disegni, le sue pitture, le sue creazioni che appena appena una :lccademia di scimmie avrebbe ricompensato con un:i. menzione onorevole. ì\'lentre gesticolava vidi che al suo brnccio destro splen– deva un br:i.ccialetto, come quelli che le donne - o i pederasti - sogliono portare al polso. E poichè io fingevo di ammirare, egli, sempre piì1 :inim:indosi, pro~eguì: - l\la queste non sono che hazzeccole. Signori, in ginocchio ... lo sono il re. lo sono I' imperntore. lo sono il gener:i.lissimo di tutte le truppe, di tutte le armate di m :i.re , di terra e dei sotto– marini d' Europ:i .. E dirigendosi verso gli innumere\'oli stracci che pendevano lungo i muri e che appcn:i appena si s:i..rebbero accettati per pulire le latrine domestiche, il povero pazzo continuò: - Ecco \:i. mia uniforme di generale prussiano. Quest'altra è la mia uniforme di :tmmiraglio tedesco. Sono anche generale inglese per le truppe di 1crr:t e commodoro per le truppe di mare: ecco i miei :tbiti.

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