Il Socialismo - Anno II - n. 1 - 25 febbraio 1903

IL SOCIALISMO senso pnrla.111eu/11re della parola - ma soltanto ,·o– t:trono pel Ministero << nell'interesse del proletariato )) , io non starò a fare l'antipatico elenco delle occasioni in cui si votò pel Ministero anche quando l'inte– resse del proletariato non c'enrriva nè di diritto nè di traverso; nè farò il non meno antipatico elenco delle occasioni in cui la stampa socialisrn ha dato pro\':t di a\·ere smarrit:t l'anti("a fier_ezz:t" e combaui,·it:'t. E, poichè nostra guida non <le,·e essere l'amor proprio personale o di parte, ma soltanto il supremo interesse delle classi lavoratrici e del Partito socia– lista, io mi limito volentieri a constatare questa con– ùiàone psicologica e politica del nostro Partito, as– sai diversa da quella che era un anno fo. E faccio quesr:1constatazione per trarne due con– clusioni. La prima, che ogni socialista, di qualunque opi– nione o rer.denza, deve riconfortarsi in questa espe– rienza, da cui esce annebbiato talrnlta, ma vivido e resistente, malgrado tutto, lo spirito vitale della dot– trina socialista, che correrebbe pericolo di ~e>mmcrsione e di morte soltanto se le cose umane nella presente società fossero sostanzialmente diverse da quelle che sono e non fosse vero, anche ali'alba del xx se– colo, il detto di Dante che « una gente impera e l'altra langue». I.a seconda, che son vane e sterili e irritanti le rt!criminazioni sul passato, massjme per un Partito dell'avvenire come il nostro. Onde i socialisti, pur facendo propaganda ostinata delle loro opinioni e lavorando alla organizzazione politica ed economica del proletariato, devono smettere le discussioni e, a vuoto » sugli errori del passato, che troppo spesso degenerano in diatribe personali. Madevono, nel supre– mo interesse dell'uniti del Partito, portare il loro con– tributo operoso della reciproca fraterna tolleranza nel comune lavoro quotidiano. Tanto pili or.1, mentre la riorganizzazione di una sistematica agitazione <e contro la disorcupnz..ione il fiscalismo per la rid11zio111• delle spese i111prod111tivr » offrir.i ai Circoli come alle Leghe un campo pratico e fecondo di attività concorJe, per i transigenti come per gli intran$igenti, per i riformisti come per i ri– ,·oluzionari, per il proletariato come per la piccola borghesia dissanguata. Lavoriamo, dunque, lietamente - ognuno s~– wndo le proprie condi,ioni e renden,e ed attitudini - stretti sempre fraternamente intorno alla bandiera socialista. Per conto nostro, mie e stato il programma onde inizi,11111110 - or fa un anno - questa Rivista: e tale resta il nostro programma, per gli anni venturi. Enrico Ferri. ATTUALITÀ POLITICA Lapolitica ommerciale deisocialisti. li. Come è noto, la Scienza Economica non ha due teorie in materia di scambi. Anzi è pili giusto dire che unico è il principio che, secondo essa, deve dominare nei rapporti economici fra gli uonlini, quando essi si propongono il problema del massimo cli benessere col– lettivo ed individuale. Un tale principio è la libertà. Onde, come la Scienza Economica ricm·a dallo studio delle pili ampie esperienze storiche una severa condanna dei rapporti coercitivi fra padroni e salariati, all'istessa conclusione essa giunge, quando esamina i meri rapporti commerciali fra gli uomini, siano rapporti d'individui o di nazioni. E poichè lo scambio domina tutti i rap– porti della vita economica, la teoria liberale ritrovata per quella sfera apparentemente ristretta della nostra attività edonistica trova ampia e completa applicazione in tutti gli altri campi della stessa vita economica .. << Economja vuol dire libertà», diceva il grande Ferrara. Nella Scienza Economica la teorica liberale è di– ventala ·dogma. Ove se ne eccettui presenlemente il Patten, la cui speciale posizione, ciel resto, andrebbe esaminata a parte, 2 non è oggi pili lecito parlare d'una Economia liberale e d'una Economia protezionista. Perciò appunto la Scienza Economica non perde più tempo a giustificare la preminenza del sistema liberale sul si– stema protezionista. Per essa è canone cli Scienza teo– rica e d'arte economica che il sistema liberale convenga a tutti i popoli e a tutti gl'incliviclui ed in tutti i tempi. e che il sistema protezionista non giova se non ai gruppi limitati che riescono ad imporlo. La posizione dei socialisti cli fronte alla politica commerciale non è questa. Un po' come effetto della loro educazione scientifica, che fa loro scambiare l'e– sperienza continuata, monotona e infinita dei fatti come la sola ragione delle azioni pratiche e li induce a con– siderare per « metafisiche » tutte le teorie, quasichè queste non fossero ancor esse il riassunto e la sintesi d'una esperienza obbiettiva; un po' per esigenza di po– litica pratica, per cui sono indotti a seguire spesso. o per lo meno a non farla finita violentemente con certi pregiudizi - essi non sono disposti a rendere piena giustiz.ia alle dottrine della Economia liberale. T anto lo Schippel come il Kautsky coprono dei loro sarcasmi le dottrine liberali J. Il Kautsky dice che per la democrazia socialista il « libero scambio non è il cielo in terra». Nè sembra che egli siasi accorto, come invece esplicitamente e spesso fa il Pareto, che. sinora. un pieno sistema di libertà economica non è stato at– tuato in nessun paese del mondo. Dice il Pareto: « Nessun paese è stato sinora governato secondo un sistema di completa libertà economica. La causa principale d; questo fatto è che la libertà economica non può pro– mettere alcun privilegio ai suoi partigiani, nè altirarli con l'esca degl'illeciti guadagni; essa non può offrire che giustizia e benessere per il gran numero, ed è troppo poco. Per questa ragione, essa si trova al di fuori della realtà». (Les SJ 1 slimes socia/isles, I, p. 92). Onde non 1 V. Socialismo del 10 febhrnio 1903. 2 Per dirne un:1 1 il P:mcn si pone da un punto di visL'\ stret– tamente :unericnno. Egli si preoccup:t. che la libertb. dei commerci permettendo allo stock granario e :i.limcntare americano di pigliar la "ia dcli' estero, diminuirebbe i salari e i profitti reali americani. Egli è protezionista in Amcric3 per la stessa r:tgione per cui sa– :,.chbc liberista in Europa, cioè per !mere il pi:", /,asso fo.rsibilt il pnzzo delle dtrrate. Il Pa 1 ten serve molto poco agli agrari e pro– tcidonisti europei! 3 ~I. Sc1111•N,L, &'rum/::;iilJtdtr ll,uultbpo/,til.:. - Bcrlin, 1902; K. KAUl'SKY, 1/amldspoliti/; 1111d Socialdt111okrt1lìt. - Berlin, 1901.

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